Dalla fine del 2003 a oggi ho traslocato ben 3 volte, una media decisamente alta, ed escludo il trasferimento aziendale appena effettuato. È vero anche che quello della fine del 2003 è stato un semplice spostamento all’interno della stessa casa, ma per un paio di mesi ho dormito altrove mentre si sistemava l’interno. Nel 2004 invece ho cambiato anche paese, dopo 27 anni, spostandomi di 20 km e 400 mt, stando a Google Maps. In quell’umido inverno, spostai quasi tutta la mia vita, facendo scelte di cosa lasciare, di cosa buttare e cosa tenere, alcune sbagliate. Mi pento ancora di essermi lasciato alle spalle il mio trenino Lima. Su due furgoni, uno dei quali purtroppo scoperto e su cui era caricato un divano che alla fine era talmente zuppo di pioggia da dover essere buttato, cominciava una nuova vita. Direte voi che potevo anche coprirlo il divano, ma mica pioveva quando siamo partiti, vi risponderei io. In un sabato mattina me ne andavo, iniziando il percorso fortunato che mi ha portato alla vita di adesso e che non rischierei di cambiare nemmeno in una virgola per paura di rovinare l’equilibrio.
Lo scorso anno invece, in un’estate calda e umida, io e mia moglie abbiamo cercato qualcosa di più grande dell’appartamento in cui vivevamo, lo stesso in cui mi trasferii io da solo nel 2004. Non era piccolo, intendiamoci, 90 metri quadri, in una bella posizione, due balconi e un garage enorme erano più di quanto avesse altra gente, calcolando che le due stanze da letto erano 4 x 5. Il problema in fondo era un po’ tutto ciò che componeva l’armamentario per il mio tempo libero. Computer, libri, cd, stereo, fumetti e riviste, convivevano male nella stessa stanzina dove stava crescendo mia figlia, e il salotto era già stipato da divani e mobili. C’era bisogno di uno studio e quindi di una casa diversa in cui non rischiare che mia figlia mettesse le mani dove non doveva e io non mi disperassi vedendola con Grandi Speranze mangiucchiato o strappato.
Colpo di culo o altro, trovammo questa casa, divisa in due abitazione, grande giardino, porticato, tre stanze da letto, salotto enorme e cucina abitabile. Tralasciamo Sloth, grazie. Mettendomi di buona volontà, dovetti iniziare a vuotare quel garage dove dal 2004 avevo iniziato a stipare tutto ciò che volevo tenere, da vecchi mobili a cartoni di ricordi assemblati forse troppo in fretta quel sabato mattina in cui me ne andai dal mio vecchio paese. In questo caso decisi di fare dei sacrifici, dimezzando le cose che avrei spostato e portato con me. Dopo una settimana avevo portato in discarica 4 carichi di Doblò colmi di cose, tra cui, e non scherzo, 80 kg circa di pezzi di computer che tenevo di scorta, escludendo i due vecchi monitor.
Giunto quasi alla fine del lavoro, davanti a un bidone della plastica, ho guardato a terra. Ho visto un soldatino che ricordavo molto bene, facente parte di una confezione di cowboy con diligenza. Il carro, finito perso chissà dove e chissà quando, era rosso fuoco. I soldatini un tempo erano quattro, uno dei quali in posa da ferito al petto. Lo guardai a terra e lo fotografia, con la sua mano mancante portata via forse da un petardo e i colori per vetro usati in malo modo per pitturarlo da piccolo, parzialmente. Osservandolo, pensai di raccoglierlo, ma alla fine lo lasciai lì a terra.
Quante altre cose del genere mi ero portato dietro per anni e ora dovevo purtroppo salutarle?
9 commenti
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ogni posto che abiti, ma abiti veramente non hotel per vacanze, lasci un pezzo di te. anche io ho traslocato 3 volte, non nello stesso breve lasso di tempo tuo, ma mi ricordo abbastanza bene ogni casa e/o appartamento in cui ho vissuto.
ritornerei volentieri a visitare di nuovo le veccie dimore ma ormai so già che sarànno cambiate completamente se non distrutte o adibite a parcheggi sotterranei… 🙂
viviamo il presente ma non scordiamoci i ricordi belli del passato e ma kissene!!! 😉
P.S. Il mio giudizio è: secondo me questo è un chiaro caso di plagio con errori logico-pseudo-psico-grammaticali qualunquisti e millenaristi e senza dubbio fuori tono! 😀
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Dici allora che non si fà? (è la prima volta che scrivo “fà” sul mio blog e ho i brividi 🙂 )
neanche un padre con i suoi pargoli lo fà!!! e comunque l’avevi già scritto “fà” sul tuo blog 🙂
A me i traslochi destabilizzano come poche altre cose nell’esistenza.
Per il momento ne ho fatto solo uno, più vari lavori di ristrutturazione che a livello di stress sono stati quasi paragonabili a un trasloco.
E poi odio buttare le cose, anche se a volte è salutare farlo.
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Ho assistito al primo trasloco della mia famiglia quando avevo 6 anni. Non mi piacque molto. Come hai letto, in seguito ne ho dovuti fare altri, e so già che altri se ne faranno perché non è ancora casa mia. E ti assicuro che qualcosa te lo lasci purtroppo sempre indietro.
Io non butto mai nulla. Mi ritrovo con roba vecchia di decenni, chiusa dentro una scatola e ogni volta che mi metto e dico “adesso basta”, finisce che mi lascio prendere dai sentimentalismi e tengo tutto…
Prima o poi dovrò decidermi, ma per il momento mi va bene così 🙂
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Facevo così anch’io, volevo tenere di tutto per la sicurezza che mi dava avere i ricordi a portata di mano, nel caso avessi voluto ripescarli. Dopo tutti questi traslochi però ho deciso che quello che se ne deve andare, deve andarsene. A malincuore però.
Io ho fatto un sacco di traslochi, ho cambiato luoghi e case. Forse è per questo che non mi attacco a niente. Dei posti dove ho abitato l’unico che mi ha lasciato un segno è la casa, vecchia, decrepita, senza riscaldamento e col gabinetto fuori, dove ho vissuto con mia nonna. Ecco, quella ogni tanto la vado a guardare…per ricordare. Ciao Her
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Anch’io ho una casa a cui sono rimasto legato. Se avessi mai i soldi per acquistarla lo farei, ma poi non ci abiterei perché è il paese che non amo. Magari la farei prendere di peso e portarla qui dove vivo ora 🙂 Ciao Her!