Ieri sera, mentre ero su Skype con un amico, ho avuto un flash, una di quelle illuminazioni che mi vengono all’improvviso. Utile o non utile che sia il risultato, ho pensato di ripescare nei miei ricordi di bambino una serie stravagante di quando ero/eravamo piccolo/i. Qualcuno ha mai sentito parlare di Shadar e la Spada di Luce?
Di questa serie a dire il vero non ricordo quasi nulla. Mi metto sulle sue tracce su Goggggolo e mi ci vuole una mezz’ora buona (mentre ero su Skype con l’amico e facevo altre cose, naturalmente) per trovare gli indizi che mi portassero al titolo. Ricordavo il nome sbagliato, in quanto credevo fosse Shada e non Shadar, ma poco cambiava.
Mi appaiono varie versioni, da Superboy Shadow, passando a Shadow e la Spada di Luce, Superboy Shadaw fino all’originale cippanghese Boken Shonen Shadar. Un mare di titoli per una serie semisconosciuta, passata quasi inosservata, nonostante fosse composta da 156 episodi.
Gli articoli, pochi, che ho trovato sulla rete, mi confermano che fosse un cartone tra l’horror, il fantasy e con qualche spruzzo di sci-fi. Tutti riportano un trafiletto che dice: Shadar combatte orrendi spettri e terrificanti demoni utilizzando il potere della spada di luce, l’unica arma al mondo in grado di sconfiggerli.
Il cartone di per sé era abbastanza bizzarro. Shadar andava in giro con un bambino di nome Roko (che qui ricordo chiamassero Rocco e basta), un cane antropomorfo e mi sembra un dottore/scienziato. Facevano dei viaggi, incontravano nemici, e dopo un sacco di mazzate Shadar tirava fuori la spada e li faceva a pezzi. Prima però vi regalava una decina di minuti di suspance e terrore, almeno dal punto di vista di un bambino. Calcolate che io avevo circa 5 anni.
Uno degli episodi che non dimenticherò mai, e forse l’unico che ricordo davvero, fu quello della malattia. Shadar e Roko, finivano in un villaggio semi medioevale, dove la gente era afflitta da una malattia. Segno che qualcuno era vicino a contrarla, si udiva il suono di una campanella. Inquietante. Shadar si mette a ficcare il naso, e scopre che a portare la malattia è un vecchio rinsecchito e orrido che se ne andava in giro con un bastone, sulla cui sommità era posta appunto la campanella.
Io questa cosa qui non riesco a dimenticarla, e la rammento con un po’ di ammirazione per l’idea dell’untore e un po’ di stupore nel pensare che fosse un prodotto destinato ai bambini.
L’ultima cosa che mi ricordo di Shadar, era che io per imitarlo diedi dei
bastoni a due miei amici e ci mettemmo a duellare, almeno io. Gli altri due rimanevano fermi come degli stoccafissi a prenderle. Risultato: sono stato rimproverato sia dai loro genitori che dai miei.
Almeno però ho avuto il piacere di gridare «Vai, spada di Luce!»
18 commenti
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Io non l’avevo mai sentito prima e dire che di cartoni animati ne ho divorati a quintalate… 😉
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Non so se ci siano state altre repliche negli anni successivi, credo che quando lo vidi io, tu avessi circa 1/2 anni, per quello non lo ricordi. A me è rimasto impresso per l’Untore più che altro. 😀
Io l’ho guardavo quando avevo 7 anni lo davano si Telecity e mi piaceva proprio per il mix tra horror,fantasy e sci-fi.Ricordo una puntata in cui compariva un tizio che era stato riportato in vita stile creatura di Frankenstein ma con trasfusioni di sangue di lupo e quindi era anche licantropo:-)
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Era o non era inquietante? 😀
Lo vedevo pure io !
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Anche voi vi davate le cannellate sulle dita con i bastoni dopo la visione?
No. Mi sa che eri il solo. 😉
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Eppure era un segno di machismo non indifferente picchiare quei due chierichetti 🙂
a me quel tipo di disegno non e’ mai piaciuto… un po’ tipo Bem, che tra parentesi era terrificante :-p
sinceramente non mi ricordo, ma dubito di averne guardato piu’ di un paio di episodi per caso
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Con gli occhi da bambino era una meraviglia. A guardarlo ora, tipo la Mac5, viene freddo… brrrrr…
Ricordo benissimo che andò in onda su SUPER 3 (emittente romana-laziale) nel lontano 1996, preannunciato assieme a “General Daimos” e un altro paio di cartoni.
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Nel 1996? Me la sono persa allora! Io la vidi negli anni ’80, più o meno nel 1982.
Io ne vidi poche puntate, ma mi piaceva molto. Era un cartone di grande atmosfera, soprattutto per merito della colonna sonora (come anche nel caso di Bem, guarda caso altro anime risalente ai tardi anni ’60), in cui venivano utilizzati in modo sempre efficace strumenti musicali dal suono sinistro/misterioso (flauto basso, clarinetto) e strumenti elettronici (forse anche il famoso theremin che si sentiva nei film americani di fantascienza degli anni ’50).
In ogni puntata compariva Ghoster, l’acerrimo nemico di Shadar, praticamente un diavolo/vampiro con le autoreggenti e con un gatto nero parlante come assistente.
Mi pare di ricordare che il cane amico di Shadar non fosse sempre disegnato come antropomorfo, in qualche modo deve essersi evoluto nel corso dell’unica serie animata, andata in onda dal 1967 al 1968.
Alla fine degli anni ’80 con degli amici iniziammo a giocare a giochi di ruolo fantasy; il mio primo personaggio entrò in possesso di una spada magica la cui lama si allungava e accorciava a piacere, come la spada di luce di Shadar.
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Un peccato che non sia più stata riproposta. Capisco che il disegno era un po’ datato. Forse le tematiche erano anche un po’ forti (secondo certi criteri, per non dire cretini). Ricordo che per alcune mamme di amici, questo era un cartone da NON guardare 😀
Che ricordi ragazzi….
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Mi riprometto sempre di recuperarla. Magari, in rete si trova.
Si trova, Marco,si trova! Per evitare delusioni però è necessario ritrovare anche un po’ di ingenuità, o forse è meglio dire: cercare di immedesimarsi nei bambini che eravamo quando guardavamo questo cartone.
Ciò che ho scritto sopra riguardo la colonna sonora è scorretto,in quanto basato sulle clip della (inalterata) versione brasiliana del cartone che avevo visto su YouTube. Alla serie italiana, invece, la colonna sonora venne sostituita con una realizzata con un sintetizzatore.
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La mia paura, infatti, è di rimanerci male come quando riguardai Kyashan. Avevo preso la collezione in VHS, nel 2001, e ci rimasi davvero male, soprattutto per la voce narrante fuori campo che diceva banalità e con un tono che pareva rivolgersi a bambini piccoli piccoli.