Scrivo perché…

Oh, là!

C’è un brano di Orhan Pamuk, che mi piace, anche se di lui non ho mai letto nulla e mi ha dato l’impressione di essere uno sniffatore di carta. L’ho trovato per caso una volta in rete lo scorso anno, e ogni tanto me lo vado a rileggere. Ci sono punti che non condivido, altri che trovo fin troppo altezzosi, eppure ce ne sono alcuni che condivido e in cui mi ritrovo. Ora, in questi giorni di polemiche, almeno da quello che vedo intorno a me, ho ripescato per l’ennesima volta questo brano e ho voluto fissarlo nel mio blog. È vero, magari le polemiche di cui parlo ci sono sempre state, e io me ne accorgo solo adesso da bravo ultimo arrivato. Checché se ne dica, scrivere è bello, divertente e certe volte anche liberatorio. Nessun calvario, nessun dispiacere per favore! Il calvario lo diventa semmai dopo, quando arrivano i professori, che per sentirsi al sicuro ed esorcizzare i loro dubbi, scaricano merda su tutti.

Okay, chiudo qui e ripropongo il brano di Orhan Pamuk, evidenziando in grassetto quelli che condivido e che mi piacciono. Ne ho messo uno in corsivo perché sono d’accordo a metà.

 

Scrivo perché ne ho voglia.
Scrivo perché non posso fare un lavoro normale come gli altri.
Scrivo perché dei libri come i miei siano scritti e io li possa leggere.
Scrivo perché ce l’ho con voi tutti, contro il mondo.
Scrivo perché mi piace stare chiuso in una stanza tutto il giorno.
Scrivo perché non posso sopportare la realtà se non trasformandola.
Scrivo perché il mondo intero sappia che genere di vita io, gli altri, noi tutti abbiamo vissuto e continuiamo a vivere a Istanbul, in Turchia.

Il cartello che va appeso fuori. Io non ne ho bisogno a dire il vero.

Scrivo perché amo l’odore della carta e dell’inchiostro.
Scrivo perché credo più di tutto nella letteratura, nell’arte del romanzo.
Scrivo per abitudine, per passione.
Scrivo perché ho paura di essere dimenticato.
Scrivo perché apprezzo la fama e l’interesse che ne derivano.

Scrivo per star solo.
Scrivo nella speranza di capire perché ce l’ho così tanto con voi tutti, con il mondo intero.
Scrivo perché mi piace essere letto.
Scrivo, dicendomi, che bisogna finire questo romanzo, questa pagina, che ho cominciato.
Scrivo, dicendomi, che è quello che tutti si aspettano da me.
Scrivo perché come un bambino credo nell’immortalità delle biblioteche e nella posizione che vi mantengono i miei libri.
Scrivo perché la vita, il mondo, tutto è incredibilmente bello ed esaltante.
Scrivo perché è piacevole tradurre in parole tutta questa bellezza e la ricchezza della vita.
Scrivo non per raccontare una storia bensì per costruirla.
Scrivo per sfuggire al sentimento di non potere raggiungere un luogo verso cui si aspira, come nei sogni.
Scrivo perché non riesco a essere felice qualsiasi cosa faccia.
Scrivo per essere felice.

 

E ora vi chiedo e lo sapevate giò dall’inizio, voi perché scrivete?

8 commenti

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    • teo il Gennaio 10, 2012 alle 7:23 am
    • Rispondi

    che polemiche ci sono state? a parer mio le polemiche le fanno quelle persone che hanno un pizzico di invidia o che non hanno di meglio da fare 🙂
    io non scrivo anche se mi piacerebbe. se scrivessi un motivo valido sarebbe che voglio dimostrare a me stesso che riesco in qualcosa, che ho messo nero su bianco una mia idea che funziona, da solo senza l’aiuto di nessuno.
    le critiche arrivano comunque, se sono costruttive le accetto e magari le tengo a mente per la prossima volta, per tutte le altre ringrazio mando affanculo e mi giro dall’altra parte 🙂
    i professori? prima di parlare almeno che ci facciano leggere qualcosa scritto da loro altrimenti ma kissene!!!

    1. Eppure ce ne sono, pronti con la “lima” in mano, a dirti che la regola andava applicata lì, il punto di vista è sbagliato là, la storia zoppica di qua… 🙂

        • teo il Gennaio 10, 2012 alle 8:28 am

        lo so che ce ne sono…pure troppi!!! se la critica ti può essere d’aiuto accettala altrimenti è inutile che sprechi tempo a leggere le lezioni dei “professoroni”.
        non capisco che gusto ci provano a leggere un romanzo cercando le cose che non vanno…leggere soltanto perchè hai voglia di leggere è tanto complicato?
        se poi non gli piace quello che scrivi che cambino autore!
        non è scontato che a tutti possa interessare una lezione di “lima” 🙂

        • Bangorn il Gennaio 10, 2012 alle 8:30 am

        Vedo che è così in generale. C’è gente che manda giù rospi più grandi dei miei, che a dire il vero non è che ne abbia poi così tanti. Leggo seghe mentali dei professorini su altri blog e mi dico, ma a ogni passo, questi qua stanno ad analizzare se quello che hanno scritto rispetta la matematica della scrittura? Bah!

  1. Al di là della retorica che, quando si scrive un pezzo del genere è quasi obbligatoria, e di alcune frasi un po’ arroganti, a parte l’ odore della carta e dell’ inchiostro che mi sa di stronzata messa lì tanto per dare un tocco di romanticismo, devo ammettere che Pamuk è anche molto onesto. Ammette candidamente che gli piace essere uno scrittore famoso, e che sa che tutti si aspettano che lui scriva e questa è una delle ragioni per cui continua a farlo. Mi piace che inserisca questi due elementi nell’ elenco. E’ sincero. Bravo ragazzo.
    Come dicevo ieri: c’è tanta gente che soffre 😀
    E quindi rosicano dell’ approccio rilassato di persone come te.

    1. Il relax è d’obbligo: il mio approccio è rilassato perché io mi rilasso a scrivere. Un’equazione perfetta, cosa dici? 🙂
      Se gli altri soffrono, sangue e sudore che zampilla dalle loro meningi e dai loro cuoricini troppo sensibili, oh Dio, forse sarebbe meglio che cambiassero interessi.

  2. Bel brano!

    Io scrivo perché mi diverte, mi piace, perché mi fa staccare dalle ansie e dai ritmi stressanti della vita reale. 🙂 Scrivo anche perché ne ho la possibilità, quindi non vedo perché dovrei privarmi di una passione come questa. Scrivo per me, ma anche per gli altri. Scrivo per le storie che vogliono essere scritte, scrivo per poterne scrivere ancora.

    Ciao,
    Gianluca

    1. E guai a te se smetti, eh? 🙂 Ciao Grande!

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