Riflessioni

Per il mio prossimo lavoro, ho scelto questo punto di vista

Leggendo il post sulle ossessioni scrittorie dell’amico Alex, mi sono fermato un attimo a riflettere su un punto. Innanzitutto ho visto che questo genere di post, serve più di qualsiasi manuale, perché ti permette di confrontarti con gli altri, oltre a notare le proprie fisse. Vedendo magari che si tende a ripetere delle tematiche, anche involontariamente per carità, si può cercare di correggere alcuni particolari per evitare di scrivere cloni.

Tornando ad Alex in particolare, mi sono soffermato sul suo punto numero 6: lo scenario. Vi invito ad andare direttamente sul suo blog per leggere le motivazioni e il testo di questo punto. Grossomodo comunque, parla dell’importanza che ha un’ambientazione solida e ben strutturata, al contrario di una fetta di scrittori che preferisce lasciare al lettore l’immaginazione dei luoghi e di ciò che circonda i protagonisti. Alex non parla esplicitamente di descrizioni, è questa è una cosa da notare per non fraintendere quello che intende lui. Se poi ho frainteso io, lo invito a correggermi.

L’ambientazione, come dice lui, serve a dare tutte le informazioni al lettore, e ammette che può essere un’arma a doppio taglio, perché qualcuno non sa valutare obbiettivamente il lavoro dello scrittore.

Una parte dell'ambientazione del romanzo

Quindi mi sono messo a ragionare, analizzando mentalmente i miei lavori, per capire quanto impegno ci metta io per suggerire e coinvolgere il lettore. La cosa mi risulta abbastanza difficile, in quanto sono uno sperimentatore di stili e strutture. Proprio ora ho revisionato un romanzo scritto lo scorso anno. Vedendolo con gli occhi del lettore, l’ho trovato gradevole, in quanto veloce, rapido, umoristico e fresco. Le descrizioni sono a impatto visivo, giusto il colpo d’occhio del narratore onnisciente che vede attraverso i protagonisti. Non ci sono preamboli, non ci sono riprese al di fuori del loro campo visivo. La regia è dietro loro due.

Mi viene però da chiedermi se possa essere apprezzato, al fronte della riflessione fatta sul punto di Alex. Ho dato la giusta idea di ciò che circonda i personaggi? Sarà una domanda che mi accompagnerà nei prossimi lavori che scriverò, e porrò attenzione mentre sarò in stesura. Vedrò se il mio stile sarà bilanciato o no. Per ora, devo lasciare il giudizio ai futuri lettori.

E voi, quanto peso date ad ambientazione e descrizione?

18 commenti

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  1. Sono dell’idea che il lettore debba avere informazioni sull’ambientazione, conoscere informazioni riguardo al mondo in cui si muovono i personaggi.
    Per le descrizioni non so, devo ancora imparare bene per dare un giudizio xD

    1. Non è facile, eh?

  2. Io, tra le mie ossessioni, ho la presenza di un “mondo diverso” rispetto al nostro, quindi tendo a curare anche io l’ambientazione. Però esistono anche casi in cui preferisco concentrarmi sulle dinamiche dei personaggi e sulla loro psicologia, in modo da lasciare sfumato il mondo attorno a loro, come se fosse distante dalle loro problematiche. Alla fine il livello di approfondimento dell’ambientazione dipende sempre dalla storia in sé. 🙂

    Ciao,
    Gianluca

    1. Penso che ci farò più caso anch’io d’ora in poi. Di solito il mondo è il nostro quello che uso per le storie, ma per questo non devo sottovalutare il livello di informazioni da dare.

  3. La descrizioni dei luoghi è necessaria ma non deve, a parer mio occupare più di un paio di un periodo o di un paio di frasi semplici.
    Ho iniziato a leggere tempo fa un libro dell’orrore sui vampiri: “Hanno sete” di McCammon. L’ho abbandonato dopo due capitoli perchè poco ci mancava che mi descrivesse anche il colore dello zoccolino degli ambienti descritti.
    Eppure a molti è piaciuto, quindi secondo me una regola univoca non c’è.
    E’ una questione di palato, a gusto mio troppi particolari disturbano e ingolfano la narrazione.
    Diverso il discorso in cui l’ambiente è il protagonista (casa infestata, giungla inesplorata, catacombe labirintiche etc…) qui l’ambiente va trattato al pari di un personaggio per eviscerarne l’atmosfera.
    Quindi bisogna spenderci qualche riga in più.
    E’ consigliabile far dare una scorsa ai propri scritti da un amico o un famigliare, a cui piaccia leggere, e aspettare i suoi commenti.
    Spesso il fatto che un altro legga pone anche me in posizione opposta all’opera mi immedesimo nel lettore.
    Vedo lo scritto per quello che è, e non per quello che credo.

    1. Tu, cosa ne pensi di quello che ho fatto io finora?

      1. Amico sono letture coinvolgenti, per quel che vale la mia opinione.
        Passi da uno stile all’altro: ora serio e crudo, ora onirico e ironico.
        Io preferisco l’ironia, perchè è più vicina al mio sguardo sul mondo.
        Le tue vicende sono raccontate in prima persona o da un narratore onniscente, ricerchi continuamente un linguaggio adatto alla situazione descritta.
        Lo trovo molto positivo, questo esercizio (continuo) di tecnica.
        Il fil rouge dei tuoi lavori più che in uno “stile Siena” è da ricercare nei contenuti: la realtà condita da elementi fantastici.
        .
        Tornando al post:
        Sulla descrizione degli ambienti sei asciutto e funzionale, penso a le nove stelle ad esempio. Hai un buon senso della misura e non stufi. I dettagli messi sono quelli che servono.
        Insomma riempi il bicchiere senza versarne fuori neanche una goccia. 😉

      2. Grazie Vecchio mio 🙂 Vedo che i miei intenti di sperimentazione funzionano 🙂

  4. Come in tutte le cose, penso ci voglia moderazione. Se l’ambientazione è funzionale alla narrazione, spiega qualcosa e se non ci fosse resteremo tagliati fuori dalla storia, naturalmente ben venga; altrimenti è un peso e rischi di perdere il lettore (come notavi tu). So di dire cose scontate, ma a volte capisci che l’autore descrive un posto solo per aumentare il numero di battute e “guadagnare” qualche pagina per la pubblicazione. E sono di quelle cose che mi fanno saltare la mosca al naso.

    1. Io ho sempre avuto l’idea di annoiare il lettore, e tendevo a scrivere molta azione e dialogo, tagliano le descrizioni. L’ultimo mio lavoro sarà una bella sfida.

    • elgraeco il Febbraio 20, 2012 alle 2:39 pm
    • Rispondi

    Difficile a dirsi…
    Io preferisco che l’ambientazione emerga dai frammenti che il protagonista lascia intravedere. È un lavoro certosino, e l’ambientazione potrebbe non essere mai completa, o completamente percepita dal lettore se non dopo molti capitoli, ma è una cosa che mi intriga scrivere. ^^

    1. Io do degli assaggi, immagini veloci su particolari che vengono viste dai protagonisti. Come ho detto, sono curioso di vedere le reazione che avrà la gente sul mio nuovo scritto.

  5. L’ambientazione è importante, è il collante che tiene insieme le parti di una storia. però bisogna stare attenti a non far di lei la vera protagonista, un pò come accade in molti fantasy mediocri, dove la descrizione del paesaggio sovrasta tutto il resto.

    1. L’equilibrio è difficile. Da lettore amo l’ambientazione se descritta in modo funzionale, ma in modo intelligente. Tendo quindi a essere parco di descrizioni a volte.

  6. Difficile a dirsi, sono soltanto approcci diversi a storie probabilmente diverse.
    A me piace dettagliare lo scenario – inteso come contesto sociale, o geopolitico – se esso è di mia quasi totale invenzione, come nel caso dell’ucronia o del SB.
    In altri contesti è meglio procedere in maniera diversa e più asciutta. Vedi alla voce thriller, tanto per capirci.
    Quella che ho enunciato io era solo una mia peculiarità, non certo una regola. Non mi permetterei mai 😉

    1. Quello che hai detto però mi è stato molto utile ripeto, molto più di qualsiasi manuale. Perché il punto è che mi sono focalizzato su una cosa su cui non pensavo troppo. Ora porrò un po’ più di attenzione.

    • Simone il Aprile 16, 2012 alle 6:59 pm
    • Rispondi

    L’ambiente è fondamentale nella storia, ma deve essere somministrato al lettore solo nella misura strettamente indispensabile alla comprensione degli eventi. Sono dell’idea che l’autore debba stimolare l’immaginazione del lettore, mentre leggo mi piace avere il “film” di ciò che sta succedendo nella testa. Dettagli inutili ingolfano, troppo pochi non consentono di farsi un’idea chiara della situazione, come vedere due che si sparano con uno sfondo bianco.

    Le Nove Stelle sono un buon esempio di quanto ho detto sopra: nessun dettaglio che non serva alla narrazione.

    1. Stavo giusto riflettendo ieri mentre procedevo con Iniezione. Io continuo a scrivere quello che vorrei leggere, e leggere in ogni momento. Mi accorgo infatti che ci sono periodi che una scrittura troppo dettagliata diventa ostica e non l’apprezzo quanto potrei fare in altri momenti. Cercherò di essere bilanciato per quanto mi è possibile e naturale.
      E ti ringrazio per la citazione a Le Nove Stelle 😀

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