Dylan Dog: il film (???)

Sapete già quanto odio quei film in cui sarebbe bastato inventarsi nomi nuovi per farne un lavoro decente. È la stessa cosa per questo Dylan Dog, in cui dello spirito del fumetto, almeno nella sua versione italica, ce n’è meno di zero. L’investigatore dell’incubo, qui si trasforma in un ambiguo individuo che se ne va in giro per New Orleans (Londra non andava bene), stando per tutto il tempo della sua vita, più con i mostri che con le persone normali. L’assurdità di vedere che ci siano zombie al lavoro nelle tavole calde, licantropi che gestiscono macelli, e gli immancabili vampiri che come al solito hanno dei locali notturni, è fuori misura.
La pellicola è infarcita di luoghi comuni, scene viste e riviste, rimaneggiata inserendoci questo tizio con la camicia rossa e la giacca nera, che si fa chiamare Dylan Dog. La struttura è abbastanza ripetitiva e si basa su tre chiavi che si alternano: dialogo, sopralluogo con classico colpo di fortuna alla meta A, scazzottata (ridicole quanto quelle di Van Helsing), poi dialogo, sopralluogo alla meta B, scazzottata e via dicendo, passando per il resto dei punti. Dylan sa sempre dove deve andare, come nelle peggiori campagne dei peggiori Master, quelli che ti conducono per la corda dell’asilo dove vuole lui.
Troviamo qualche riferimento all’Italia, con un vampiro che si chiama Borelli (Bonelli) che sniffa un libro di Dante come il peggiore degli sniffatori di carta, o un vampiro dormiente chiamato Sclavi. Per i nostalgici di Grouchosi vedono di qua e di là degli omaggi e niente più.

La locandina...

Ma cosa non va veramente in questo film? Oltre al fatto che Dylan inspiegabilmente venga risparmiato da tutti ‘sti mostri in guerra tra loro, c’è anche il mistero di cosa sia composto il suo corpo, in quanto vola a destra e a manca, cade da altezze inimmaginabili, ed è un incassatore sovrumano. C’è un morto vivente grosso come un autobus che lo strapazza per 5 minuti buoni e alla fine? Dylan lo pesta come se nulla fosse.

Uguali! Come no...

Brandon Routhè un attore che non si sa dove mettere. In Superman non ci azzeccava nulla, qui neppure. La faccia da bambolino su un fisico pompato, lo rendono ancora più fuori ruolo. Per non parlare della monoespressività. Se dovessi parlare di qualcosa di divertente dovrei citate Marcus, ma anche quella piccola macchietta si esaurisce subito.

Mi è sempre piaciuto Michael Douglas. Ah, non è lui?

Aggiungete pallottole di legno per vampiri, quelle d’argento per i licantropi ed esplosivi al fosforo, e avrete capito che aria tira.
Ora, mi chiedo, perché non chiamarlo John Doe e farci un film? Pensavano davvero che il titolo Dylan Dog attirasse i fan come mosche? Forse lo ha fatto, è vero, ma sono sicuro che non ce ne sia uno contento.

Sclavi in tutto il suo splendore. Sigh.

Cito alla fine Kurt Angle in versione licantropo, figlio del macellaio (???) Cysnos, interpretato da Peter Stormare conciato da sembrare Micheal Douglas. Cos’ha di particolare il personaggio di Kurt Angle è presto detto: la trasformazione è una cosa oscena, un mascherone di lattice malfatto che nessuno nel 2000 dovrebbe produrre. Chi hanno chiamato a farlo, un ragazzino di 10 anni?

Se amate Dylan Dog, evitatelo. Se amate l’horror pure.

21 commenti

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    • teo il Aprile 20, 2012 alle 7:21 am
    • Rispondi

    daccordissimo con te, questo pseudo film non c’entra nulla col fumetto. essendo lettore e collezionista di Dylan dog mi ha attirato come una mosca sulla m…miele ma è stata una totale delusione.
    c’è anche un riferimento a dir poco osceno all’ispettore Bloch…e Morgana? come l’hanno chiamata nel film? primo non è stata uccisa dai vampiri e secondo non era la sua ragazza…chi ha fatto sto film non ha letto nemmeno mezzo fumetto di Dylan.
    P.S. ti prego, chiamalo BoNelli perchè BoRelli è un nostro fornitore e non è il massimo della simpatia 😉

    1. Potevano usare altri nomi e pace. Però Borelli lo chiamano così loro, che ci possiamo fare? 😛

        • teo il Aprile 21, 2012 alle 12:36 am

        se usavano altri nomi poi la gente diceva “eh ma è uguale a Dylan Dog…” -.-‘

      1. Non credo che lo avrebbero detto, perché non c’è nulla di Dylan Dog 😀

  1. No, questo film non esiste. Non è mai stato girato. Lo abbiamo sognato dopo aver mangiato una peperonata alle tre del mattino e adesso ci perseguita. Però non esiste

    1. Dici che fosse la febbre?

  2. La mancanza di Groucho mi è dispiaciuta più di tutto il resto D:

    1. Almeno la sua immagine è salva 😀

  3. Perfetto, la mia stessa opinione su questa ca– spita di trasposizione cinematografica (che bravo, ho scritto trasposizione invece di cacca-pupù, sono orgoglione di me), Marcus è davvero l’iunico che si salva, ma d’altronde l’attore è bravo e mi piaceva già in Being Human, dove se non altro era un licantropo, e anche serio (sì, vabbè). L’assenza di Groucho è dovuta al rifiuto dei suoi eredi di farne usare l’immagine nel film (dagli torto), invece Londra è stata sosttuita con New Orleans perché… e qui esistono due versioni: 1) costrava troppo girare lì (una bella merda, visto che alla fine è stato più che altro un gran giro di teatri di posa); 2) un’atmosfera USA avrebbe coinvolto di più il pubblico americano (sì, vabbè, sono tutti hillibillies e red neck, cosmopoliti come un opossum sul suo ramo?). Schiforama..

  4. Perfetto, la mia stessa opinione su questa ca– spita di trasposizione cinematografica (che bravo, ho scritto trasposizione invece di cacca-pupù, sono orgoglione di me), Marcus è davvero l’iunico che si salva, ma d’altronde l’attore è bravo e mi piaceva già in Being Human, dove se non altro era un licantropo, e anche serio (sì, vabbè). L’assenza di Groucho è dovuta al rifiuto dei suoi eredi di farne usare l’immagine nel film (dagli torto), invece Londra è stata sosttuita con New Orleans perché… e qui esistono due versioni: 1) costrava troppo girare lì (una bella merda, visto che alla fine è stato più che altro un gran giro di teatri di posa); 2) un’atmosfera USA avrebbe coinvolto di più il pubblico americano (sì, vabbè, sono tutti hillibillies e red neck, cosmopoliti come un opossum sul suo ramo?). Schiforama.

    1. Eh sì, lo sai che agli ammmericani piacciono personaggi e luoghi ammmaricani 😉

    • mandarino il Aprile 20, 2012 alle 9:08 am
    • Rispondi

    E’ vero: questo film non esiste. E’ stato un incubo. Eccesso di peperonata notturna. Il cinghiale cucinato dalla nonna. LSD avariato….

    1. … il cocktail di Tachipirina e antistaminici che ho preso…

  5. Un tempo oramai assai lontano, noi abitanti dell’italica penisola avevamo il grande e solo Mario Bava: un genio, un percussore del genere horror in italia, colui i cui film erano fatti con un misero, striminzito, quasi inesistente “budget”. I film girati da questo grande del nostro cinema targato anni ’60 sono diventati veri cult. Quando girava spesso gli americani arrivavano sui suoi set per prendere appunti!!! Vi segnalo uno dei suoi film che è tra i miei preferi: “La maschera del demonio”, che avrà anche 52 anni sul groppone, ma è più bello di questo film che classifico senza mezzi termini, con la mia solita vena polemica senza mezzi, come merda fumante e porcata di livello epico. Un prodotto italiano come Dylan Dog è da lasciare in italia, non da dare a cazzo a gente che non sa nulla di cinema. Se volete riprendervi dopo la visione di questo rigurgito da ubriachi vi consiglio Dellamorte Dellamore il film tratto da un’opera di Tiziano Sclavi e interpretato da Rupert Everett l’unico attore che può interpretare Dylan Dog. Ho finito, vi lascio alle vostre riflessioni.

    1. Dellamore Dellamorte, oltre a essere un bel romanzo, è anche un film che va rivalutato. A parte un paio di difetti, l’ho apprezzato molto più ora che all’epoca in cui lo vidi al cinema.

  6. Evitato come la peste e continuerò a farlo. 🙂

    Proiettili di legno…? :O Ma cosa si sono fumati?

    Ciao,
    Gianluca

    1. Nessuno aveva mai osato così tanto 😀 Proiettili di legno, ancora non ci credo!

  7. Il problema di questo film, oltre ai millemila che lo infarciscono, è che hanno avuto il coraggio di chiamarlo Dylan Dog quando in realtà non avevano i diritti per sfruttare la sua immagine in quasi nulla…
    Se non ci fosse stato quel nome, probabilmente ora sarebbe un film già dimenticato… continuo a dirlo e non mi stancherò mai: Dellamorte Dellamore centomila volte meglio!
    Tutta la vita…

    1. Assolutamente, però dovrebbero piantarla di dire che Dellamorte Dellamore è il film ispirato a Dylan Dog 😉 In allora fecero anche questo!

  8. Ciao Marco,
    mi era sfuggito questo post.
    La versione americana a fumetti, è fedele al 100% a quella italiana.
    Unica differenza: alle cover non c’è il nostro Claudio Villa(il copertinista pre-Stano), ma Mike Mignola.
    Il papà di Hell Boy per intenderci.
    Il film è una vera merda!
    Capisco che il giudizio sia limitato e poco articolato, ma lo è tanto quanto il film.
    Groucho non ha potuto esservi perchè gli eredi di Groucho Marx volevano fosse pagato l’uso dell’immagine del CARO antenato.
    E caro, nel senso di costoso, doveva esserlo davvero; tant’è che troviamo lo zombie smontabile Marcus al posto suo.
    In definitiva vi invito a vedere cosa è diventato Martin Mystère a cartoni animati.
    Stessa storia: stravolgimento delle ORIGINI, RI-CONTESTUALIZZAZIONE del personaggio e, dulcis in fundo: SVECCHIAMENTO! Da cinquantenne tabagista passa a 18/20enne con ciuffo da burino!
    Shit!
    E’ odiosa la presa per il culo della realtà virtuale.
    Non posso credere per i 320 numeri di Martin Mystère o, i 307 di Dylan Dog a una realtà di un certo tipo e poi vederla stuprare su pellicola o in TV.
    Se il personaggio (qui mi riferisco a Dog): abita a Londra, è perennemente arrapato/innamorato, Morgana è la madre, Groucho è il suo assistente e: mi si cambia il contesto, le pulsioni/emotive e pure il socio…
    Ed ecco la questione MARCHIO!
    Che fa luce sulle cagate di oltreoceano.
    DYLAN DOG è un marchio.
    Come tale è stato venduto agli americani per farne l’uso che ritenevano più opportuno e loro, a giudicare dal prodotto, lo hanno messo sulla tazza del cesso.

    1. Come al solito abbiamo qualcosa di buono, lo diamo agli americani, ci fanno quello che pare a loro, e noi stiamo a guardare. Che soddisfazioni!

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