Ho preso questo libro poco tempo fa, uno di quelli che ancora mi mancavano di Neil Gaiman. Avevo aspettato un po’ a prenderlo, titubante del fatto che non fosse solo Gaiman l’autore, ma anche Michael Reaves, sceneggiatore, autore televisivo e scrittore. Reaves, ha tra l’altro scritto alcuni episodi di Star Trek, curato la serie a cartoni Gargoyles e quella di Batman. Quindi si poteva presumere che la sua impronta si sarebbe sentita. Ebbene, è così, almeno per quanto mi riguarda. Abituato al Gaiman visionario, eclettico, pronto a stupirti e a lasciare che sia la tua fantasia a concludere la storia, ho trovato qui un tratto diverso e che mi ha in parte deluso. Ripeto, credo che sia proprio da imputare a Reaves questa strana virata. Per spiegarvi, devo però riassumere un po’ la trama e avverto fin da ora che
ATTENZIONE SPOILER
Joey è un ragazzo comune, anzi comunissimo, non fosse per la sua costante distrazione e mancanza di orientamento. Capace di perdersi nella sua stessa cittadina, partecipa insieme a suoi due compagni, a un esperimento del professor Dimas: con poche indicazioni, i ragazzi dovranno trovare la strada del ritorno. Proprio ciò che fa per Joey, insomma. Mentre sta cercando di convincere i due compagni che la direzione è quella giusta, si ritrova in un posto diverso. Beh, non totalmente diverso, ma con delle differenze seppur minime, avvertibili e già alla prima occhiata. La prima cosa che nota, è il taglio di capelli diverso della sua amica. A quel punto, scoprirà di essere finito in una realtà diversa dalla sua, dove a casa esiste un Joey femmina e sua madre ha qualcosa di differente. Perso, scappa, finché non incontra Jay, uno strano figuro che indossa un abito che sembra fatto di specchi, e che lo salva da un rapimento. Joey, tramite Jay, scoprirà di essere un Camminatore, una persona capace di attraversare e viaggiare tra gli universi paralleli. Dopo un incidente che causerà la morte di Jay, Joey andrà al campo Base, per essere addestrato in una squadra speciale di Joey alternativi. Infatti tutti quelli della squadra sono sue varianti, provenienti da altri universi.
Ecco, fin qua c’è Gaiman, almeno in grande parte. C’è il suo humor e la sua mente visionaria. Dall’addestramento e la prima missione in poi, invece, c’è qualcosa che sembra una trama da serie a cartoni, con una squadra di ragazzi addestrati a combattere il cattivone di turno e i suoi sgherri. Non c’è più Neil, c’è un autore che sa scrivere per i serial tv, con rapimento e missione di salvataggio, sconfitta del boss di fine livello e finale aperto che fa prevedere altri episodi, magari il pomeriggio successivo, dopo i compiti e mentre si fa merenda.
In conclusione, un esperimento riuscito a metà, secondo i miei gusti perlomeno, da fan di Neil Gaiman. Se magari fosse stato solo Neil a metterci mano, le cose sarebbero andate diversamente. Peccato davvero.
2 commenti
Libro che ho, ma che devo ancora leggere. Non ho letto tutto l’articolo a causa degli spoiler però xD
Autore
Comunque, Gaiman deve lavorare da solo 😀