La Cantina di Gruppo

Una bella bottiglia

Oggi per la rubrica Drink n’ Eat, ho deciso di fare un post commemorativo, per uno dei locali di cui serbo dei bellissimi ricordi. La Cantina di Gruppo, per diversi anni era stato un punto fermo per cene occasionali, o anche ricorrenze. Dai compleanni, agli anniversari di matrimonio, fino a cresime e battesimi vari, era il ritrovo per la mia famiglia e per gli amici. Eravamo soliti con il vecchio gruppo di gioco, festeggiare la conclusione delle nostre campagne di D&D o le cronache di Vampire. Spesso, come abbiamo ricordato poche sere fa, io e il Compare ci passavamo il sabato sera, alla faccia delle discoteche e pub vari. Cosa c’era così di eccezionale in questo locale da far perdere interesse per il resto?
Semplice, molto semplice. Si partiva con un po’ di antipasto a buffet, mentre si beveva un prosecco come aperitivo. Dopodiché si passava ai primi di selvaggina, di solito accompagnati da una bottiglia di Morellino di Scansano, tanto per aprire i giochi. Ed era con il secondo, solitamente un grigliata di selvaggina o un bel filetto di bisonte, che si apriva la bottiglia top. La specialità della casa, oltre ai primi di selvaggina, dal cinghiale all’anatra, e le carni sempre particolari e ricercate, si trovava nella passione del proprietario Marco per il Vino. Ho scritto Vino con la maiuscola, perché Marco aveva fatto il percorso per diventare sommelier e ci mettevamo nelle sue mani nella scelta dell’abbeveraggio. Ho bevuto al tavolo con il Compare, vini eccezionali, premiati sulla Guida del Gambero Rosso. Lì ho comprato la bottiglia di Brunello che ho aperto quando nacque mia figlia. Una bottiglia pagata dei soldoni, ma che è valsa fino all’ultima goccia.
Ma non si fermava tutto al vino, perché poi c’erano i dolci della casa e l’immancabile bottiglia di Dindarello di Maculan, vino da dolce di una delicatezza unica.
Come avreste concluso voi una serata così perfetta? Calcolate che di solito io e il Compare, verso mezzanotte eravamo ancora lì e Marco usciva dalla cucina per sedersi con noi. Insieme mangiavamo cioccolato amaro (a volte tortini che ci portava al momento, sempre di cioccolato amaro) e un buon bicchiere di rum. E se aveva qualche bottiglia di grappa da farci sentire, non si risparmiava. Concludevamo la serata intorno alle 2, dopo che insieme a lui avevamo visto con l’occhio della mente, le colline della Toscana, le interminabili piantagioni del Marchese Antinori, oppure la tenuta dove viene prodotto il San Leonardo.
Vi garantisco che sono state belle serate, diverse da quelle che passano la maggior parte dei ragazzi di 25 anni. Non potevamo chiedere di più: cibo buono, bicchieri eccezionali, compagnia ottima. Lì sono state discusse, migliorate, e ricordate, cronache di Vampire, analizzato libri e film, parlato di sogni. Quel posto insomma, racchiudeva un’atmosfera che invitava a rilassarsi e a godere della tavola, senza fretta.
Fu anche il posto in cui portai mio padre a cena, una sera che tornammo dal Policlinico dove era ricoverata mia madre. Una delle ultime sere che la vidi. L’unica cena che credo di aver offerto a mio padre.

Un passito di Moscato ottimo

Ora quel posto scopro che non c’è più da qualche tempo. Ha cambiato gestione e nome. Confesso che erano anni che non ci andavamo più. La vita a volte ti porta su strane vie, e i giri cambiano. Provò il Compare a organizzare un compleanno, ma qualcosa era fuori posto. Non funzionò nulla quella sera, dalla cucina alla scelta dei vini. C’era tristezza e rassegnazione nei gestori. Ancora non capisco il perché, anche se ora posso immaginarlo. E ora, sapere che comunque non potremmo fare un revival, mette tristezza anche a me.

“Benché non lo vedessi da più di dieci anni, so che mi mancherà, sempre.” (cit.)

11 commenti

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  1. Mi hai fatto venire nostalgia anche a me, che lì non ci sono mai stato.

    1. Bravo amico un bello scritto denso di ricordi e nostalgia.
      Penso che qui un brindisi, alla “Cantina di gruppo”, sia d’obbligo.

      1. Sarebbe stato bello aver avuto occasione di passare lì una serata con te e Michela. Troveremo un posto nuovo prima o poi, anche se ho visto non è così facile. Un brindisi allora 😀

      2. A te e ai tuoi ricordi, sei proprio efficace.

      3. Thanx 😀

  2. Davvero ha cambiato gestione?
    Adoravamo passare le serate lì a bere e a mangiare quel risotto al parmigiano in forma.
    Poi è diventato molto costoso, hanno rinnovato gli interni rendendoli più “fichini”, loro erano un pò più ingessati.
    Abbiamo smesso di andarci.

    1. Hanno cambiato anche nome adesso. In effetti negli ultimi tempi erano davvero ingessati. Lui stava sempre in cucina, lei sembrava anche arrabbiata e nervosa.

  3. Mi piacciono questi articoli… boh

    1. Grazie Ferru… mah…

  4. P.s. grazie per averci raccontato un po’ di te…

    1. È stato un piacere 🙂

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