Nel nome della paura

La paura è uno dei campanelli d’allarme facente parte del nostro istinto, e in quello del regno animali. Con la paura veniamo avvertiti che qualcosa di potenzialmente pericoloso sta per accadere. Fa parte del nostro istinto di sopravvivenza, quanto il dolore, di cui la paura è lo stadio precedente. Che sia dolore fisico o emotivo, il più delle volte le sensazioni legate alla paura ci avvertono prima. Una cosa comune che gli animali percepiscono quando si trovano davanti a un nemico superiore, in ferocia e tenacia. Quindi, in una certa misura, la paura è un sentimento sano, che serve al nostro spirito di conservazione, a portare avanti noi e la nostra progenie. Dovrebbe svanire quando ci troviamo in situazioni in cui qualcuno più debole di noi, deve essere protetto. E allora dovremmo erigerci a scudo per questo soggetto, sacrificandoci. Questo spesso lo fanno le madri per proteggere i figli, esse siano umane o animali.

Paura

Ma nel regno umano, la paura viene usata in un modo a cui gli animali sono estranei. Chi comanda, chi vuole controllare, chi ha interessi e potere, usa la paura per tenere buoni, sottomessi e divisi chi fa parte del loro progetto. Da sempre usata nella sua accezione più estrema, il terrore, la paura ha tenuto in schiavitù popoli interi, assoggettati a pochi uomini in grado di sfruttarla. Paura di perdere quello che si ha, paura di morire, paura di non avere cibo, paura economica. Queste sono le paure in cui viviamo, generate da chi ci vuole sottomessi.

Nel nome della paura, ieri è successa una cosa vergognosa in questo Paese. Non ho intenzione di dilungarmi con frasi di facciata e retoriche. Lo vogliamo questo Paese? Lo amiamo davvero? E se così è, o facciamo qualcosa o non lamentiamoci. Questo però non è il Paese in cui vorrei crescere mia figlia.

4 commenti

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    • claudio vergnani il Maggio 20, 2012 alle 7:16 am
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    sai come la penso. Esattamente come te. E rincaro la dose. Come disse il comune amico Pezzini (che mi ha chiesto di salutare te e tua moglie) la battaglia per la civiltà l’abbiamo perduta non ai confini del terzo mondo ma qui in casa da noi. Dalla intollerabile pubblicità di “Vinci campione” che rinfocola demagogici e ignoranti inni ad un patriottismo becero e baracconesco agli episodi più gravi, quello delle bombe, dove l’Italia – che pure è un paese piccolo – ha una lunga e consolidata (e vile) tradizione.

    1. Ricambia il saluto a Pezzini, che ritengo una persona davvero interessante e in gamba. Non ha sbagliato in effetti. Stiamo curando davvero male il nostro piccolo Eden.

  1. La paura è un’ arma potente, per noi stessi ma anche
    purtroppo per chi detiene i poteri.
    Lo Stato, la Religione, la mafia..
    la paura del non sapere cosa ci sarà dopo,
    cosa accadrà dopo, la paura di non sapere se si riuscirà
    a pagare quel debito e vigliaccamente ci si arrende.
    Sai perchè non riusciamo a combattere come si deve?
    Perchè, come hai scritto nel post, la paura dapprima era il sentimento utile per avvertire il pericolo ed affrontarlo nella maniera giusta.
    Oggi, è il sentimento utile per fuggire.
    Come è accaduto a quelle persone che dovevano testimoniare per il tassista ucciso da quei balordi per aver investito il loro cane.
    Si sono rifiutate di testimoniare. La paura. Ha vinto.

    1. Benvenuto sul mio blog e grazie per il commento. È proprio vero, davanti alla paura scappiamo, quando saremmo programmati in alcuni casi a difenderci e a difendere per paura. L’essere umano l’ha rielaborata purtroppo…

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