Tecnologia in un mondo lento

Come immaginavate il 2000? Io ero convinto che le auto avrebbero volato, che sarebbero arrivati fratelli da altri mondi, che a difendere la Terra sarebbero state impiegate macchine come Goldrake, che le pistole avrebbero sparato laser. Ma soprattutto una cosa: la tecnologia delle comunicazioni avrebbe fatto un passo oltre l’immaginabile. Comunicazioni iperveloci, scambi di informazioni ovunque, immagini olografiche e videochiamate. Questo sembrava possibile con l’avvento di internet. E quasi ci si credeva guardando i film, dove ti mostravano gli ammmericani con le videochiamate o le web cam perfette, lisce e senza scatti. Si sperava che, una volta perfezionate da loro, ne avremmo beneficiato anche noi. Ora come ora, ci siamo quasi. Le cam sono abbastanza fluide, internet è meglio del vecchio 56k e… e un cazzo, lo devo dire in tutta onestà. In realtà le nostre linee sono antiquate, appena sopra la velocità di quei vecchi modem di 10 anni fa. Ci fanno credere ancora che possiamo connetterci ovunque, e c’è pure chi ci crede, rimanendo di merda quando in piazza prova a usare una di quelle minchiate di chiavette. La banda è quella che è, gli aggeggi sono ricicli di vecchie commesse invendute, un po’ come il digitale terrestre, anch’essa una bella porcata obsoleta.
Sono momenti come questi, in cui avendo dovuto migrare momentaneamente da casa mia, che necessitando di mezzi di fortuna per portare avanti il blog, per rimanere in contatto con gli splendidi amici che ho in rete, che la tecnologia fa cilecca. Entro in casa e non ho più linea. Fosse mancanza di 3g, pazienza, ma manca proprio quella base, quindi tablet e cellulare non mi permettono di navigare. Tento la carta del wi-fi, provando a connettermi al router di casa. Non ho la password. A quel punto resetto il router. Non trovo i dati per riconfigurarlo e uso quelli da ospite. Un dramma questa tecnologia. Per non parlare dei tanto decantati Hot Spot, a cui ti devi registrare, attendere i dati di accesso, inserirli e connetterti. Un bel vaffanculo allora, perché magari dovevo solo controllare la posta elettronica, ma quasi facevo prima a chiamare mia moglie e fargliela leggere da casa.

Sì, usiamo pure il cavetto, va là

E non ci si può non incazzare. Per decenni siamo stati nel giogo e nel gioco del monopolista delle telecomunicazioni, finché qualche altro opportunista non ci ha messo un po’ di capitale per creare un mercato all’apparenza libero. Eppure c’è ancora chi da da mangiare a quello che ci ha tenuto nel medioevo tecnologico, e su cui sputerò per l’eternità. Ricordo che nel 2001, nel paese in cui abitavo, non era presente nemmeno la linea decadica, bensì solo quella analogica. Dovetti aspettare che un fulmine benedetto, facesse scoppiare la centralina del paese, obbligando il monopolista a sostituirla. Allora gridammo al miracolo, potendo usare finalmente la linea digitale per 56k. E parlo di solo 10 anni fa.

Si fa prima a cuocere il riso

Rido quando in tv ci fanno vedere le meraviglie tecnologiche che sono quasi pronte, quando in realtà non funzioneranno mai qua per mancanza di connettività effettiva. Non riesco perfino a guardarla quella in cui ci vogliono far credere che posso lanciare in due nanosecondi, un’immagine o un video dal tablet alla tv. Prima dovrò sicuramente far connettere il tablet alla tv, poi mi ci dovrò avvicinare, dovrò attendere che venga riconosciuto e forse solo allora potrò godere di questa trovata.
Non ci resta che continuare a sognare: prima o poi un mech ce lo costruiranno, no?

5 commenti

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  1. Devo dire la verità, ma ogni volta che vedo qualche nuova diavoleria tecnologica iperveloce, ho paura. Ho paura di perdere le certezze che la lentezza (per citarti) ti dà. Ho paura che tutto possa sfuggirmi di mano, almeno a me che non capisco niente di connessioni, bite e wi-fi. E penso ai milioni di altri che si trovano nelle mie stesse condizioni, specie le persone anziane. Non sono così sicuro che la possibilità di avere sempre tutto sotto mano (posta, telefono, blog…) sia un bene per me che sono nato e cresciuto in un’epoca in cui l’Olivetti 72 di mio padre era un mostro che riposava sulla scrivania aspettando le mie dita. Dirò cose contrarie alla morale odierna e forse anche oscene, ma la vedo così. Quando vedo certe pubblicità, i computer che si ripiegano come un fazzoletto, gli schermi virtuali che proiettano le immagini sul nulla, il mondo mi sfugge dalle dita e, ripeto, non è una bella sensazione.

  2. P.S.: volevo solo precisare che il mio non è un intervento polemico! e che anzi ti ringrazio per questi post che stuzzicano i miei neuroni!

    1. Figurati, non c’era ombra di polemica e ho gradito il tuo intervento. Cosa posso dirti? Quello che vediamo in tv e ci viene promesso, è ancora lontano. Le prossime generazioni, faranno in tempo a integrarsi con le tecnologie, ma se l’Italia non si mette al passo, rimarremmo al palo.

  3. Il marketing è anche questo.
    Mostrarti il lato bello e che funziona delle cose, quando al realtà e spesso molto diversa.
    Quanto alla tecnologia che dovrebbe essere più accessibile a tutti, sia in termini economici che di usabilità, non potresti trovare sulla Terra uno più convinto di ciò.
    Fossi un nuovo Steve Jobs, cercherei di riscrivere tutta la tecnologia del mondo in un modo che anche un bambino potrebbe usarla. E comprarla.

    1. Sono proprio questi momenti, in cui avrei bisogno che le tecnologie scambiassero velocemente informazioni, che mi accorgo invece di quanto sia ancora limitato questo mondo informatico. E come dico sempre, ogni volta che si avvia un’applicazione, naturalmente nel momento in cui si ha fretta, la suddetta ha bisogno di un aggiornamento.

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