“La Fatina Verde che vive nell’assenzio, vuole la vostra anima. Ma con me sarete al sicuro.”
Così diceva gongolando il Dracula di Gary Oldman, a quella finta puritana di Mina nel film di Coppola. Credo che un po’ la leggenda dell’assenzio, sia tornata in voga da lì. Dico credo, perché ero troppo giovane per capire cosa fosse. Negli ultimi anni, dopo che era stato accusato di essere un distillato eccessivamente allucinogeno, tanto da essere considerato una droga liquida, l’assenzio ha stuzzicato la curiosità di tanti, anche di insospettabili. Ed ecco che mi ritrovai a parlare con gente che provava a farselo in casa, con strani stratagemmi per procurarsi gli ingredienti, tra cui il cuore, la base: l’assenzio romano.
Questa piantina, che capirete bene è nostra, cioè italica, non può essere venduta al pubblico. Viene riservata per alcuni prodotti farmaceutici e parafarmaceutici. Praticamente sembrava che si dovesse andare dal farmacista di fiducia e chiedere una mezza piantina per farsi un goccetto di assenzio.
Alla fine, grazie a internet, me ne procurai ben due bottiglie, del discusso La Fée, sia nella versione Bohemian che in quella Parisienne. Tramite un sito tedesco, mi feci recapitare le due bottiglie più i due famosi cucchiai a griglia, fatti apposta per gustarsi l’edizione flambé della bevanda. A dirla tutta, è più il rituale, il gusto di un’avventura del passato e di un’immagine un po’ decadentista che invoglia a provarlo. Se volete sapere la verità, l’assenzio non è altro che un liquore che sa un po’ di anice e non è davvero la bevanda da bere per gusto, anzi, a molti non piace neppure.
Ma quali erano allora le caratteristiche che rendevano così speciale l’assenzio? Principalmente gli effetti erano quelli di un intossicazione, che portava per cui a stati alterati e in due forme distinte. L’assenzio vero, conteneva una componente chiamata Tujone, in dosi massicce, che portavano appunto all’avvelenamento lieve e ai disturbi riportati sopra. L’assenzio dei poveri invece, era così tanto contaminato dal rame, usato per dare il colore verde alla bevanda, che la gente ne era intossicata. C’era anche chi ci rimetteva le penne, dicono. Ora, il Tujone è quasi assente in qualsiasi prodotto che trovate in commercio.
Come va consumato l’assenzio? C’è il modo flambé che molti dicono non essere il modo corretto, bensì solo il più famoso e scenografico, che consiste nell’inzuppare una zolletta di zucchero con il liquore, dopodiché incendiarla, e attendere che lo zucchero caramelli leggermente, sciogliendosi nel bicchiere. Finito ciò, si passa a mescolare velocemente l’assenzio, l’acqua e lo zucchero, per poi berlo ancora tiepido.
In alternativa, mettete 1/3 di Assenzio e 2/3 di acqua e bevetelo così.
In ultima battuta, ho provato anche quello di una rinomata azienda italiana che produce caramelle, ed è buono e non ha nulla da invidiare agli stranieri. Vorrei rivedere quella bottiglia, se mi sarà concesso.
7 commenti
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Mi ero sempre chiesto che sapore avesse l’assenzio o quanto ci fosse di vero nelle storie che circolavano.Un mio amico ne aveva in casa e si vantava di berlo ma non so se lo facesse sul serio oppure erano solo balle.
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Un bicchiere d’assenzio dei giorni nostri, equivale a un bicchiere di qualsiasi altro liquore sui 40°, calcolando che poi l’acqua lo diluisce ulteriormente.
perchè l’acqua? è come il ghiaccio, rovina tutto 🙂 l’assenzio io l’ho bevuto secco, ora non so se era buono o una sottomarca ma mi sembrava di bere della sambuca verde 😉
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L’assenzio secco è come mangiare una torta di fragole senza la panna. Nella ricetta della preparazione ci va l’acqua, e l’acqua ci si mette 😉
allora mi sa che era già annacquato 🙂
Quando volete bere assenzio, fatemi uno squillo. Ne ho diverse bottiglie (di diverse nazionalità e “gusti”), ne sono un appassionato.
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Ne ho bevuto uno nero proveniente dalla Spagna, anni fa. Non era male nemmeno quello.