L’ultimo tassello della casa, era una semplice, banale, parete che avrebbe diviso l’ingresso, dalla zona relax. C’era quella grande sala fatta come un pezzo del Tetris, sì, quelli a L al contrario, in cui ci sarebbe stata da Dio quella parete. Vedemmo lo scorso anno, quando comprammo le tre librerie nuove per lo studio, una soluzione ideale all’Ikea. Il colore era betulla, perfetta con il resto del soggiorno. Avevamo deciso di prenderne due, di differenti altezze per fare anche un effetto scaletta. Tra una cosa e l’altra, diversi impegni nel week end, e quelle cose che ti fanno rimandare e rimandare, anche le cose più semplici e banali. «Dai, ci andiamo per le feste di Natale», dicevamo, e successivamente diventava «Dai, ci andiamo in agosto.» Finì che non ci andammo mai, e la sala rimase esattamente così, con l’aggiunta provvisoria di un vecchio tavolo, usato nel periodo in cui il mio ufficio si trasferì lì.
Avrei messo libri, cd, dvd, soprammobili e altri oggetti in quegli spazi, cose che per questioni di posto mettevo in altre parti della casa. Avremmo riempito quello spazio fin troppo aperto di un salotto enorme. Un habitat ideale per le serate cinema, sul nostro divano nuovo, un anno di vita. E ora? Quello spazio è vuoto, ancora vuoto. Mi sa che non lo riempiremo mai. Cosa ho tratto da tutto questa esperienza? Non prendere più una casa con una sala fatta così.
7 commenti
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se torno a nascere mi costruisco un bunker stile tedesco. In alternativa, una mini piramide di Cheope. Qualcosa di solidissimo, semplice e stabile.
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La piramide è la soluzione definitiva 🙂
una piramide di 5 o 6 metri di lato. Un’unica stanza e bagno e cucina a parte. Starei da Papa.
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Non avrebbe fatto una piega, se fosse stata progettata da un viaggiatore temporale egiziano di 4000 anni fa. Se venisse usato uno studio di architetti di oggi, sarebbe un guaio.
immagino che il problema sarebbe più che altro la soffitta
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Sloth si troverebbe una sistemazione differente a quel punto
il classico rimedio peggiore del male