Stand By Me

Pensavo a questo post da tempo e volevo pubblicarlo tempo fa. Poi, sono stato anticipato da Alex con questo, un ottimo articolo sul film. Ho deciso di pensarci ancora un po’, cercando di immaginarmi come avrei potuto raccontare questo film a mia figlia. Mi auguro infatti un giorno di guardarlo insieme a lei. Per ora, le ho insegnato la Ballata di Paladin, e la cantiamo tutte le sere durante il nostro giro in bici. Il fatto che sia innamorata di questo pezzo, oltre che alle canzoni di Elvis, Once in a While di Eddie Vedder o Bendecida 2 degli Heroes del Silencio, mi fa ben sperare.
Ero davvero convinto che nessuno si fosse lasciato scappare questo film. Credevo che il mondo intero lo avesse visto. Eppure, una sera, parlando con un paio di amici, scopro che ne ignoravano persino l’esistenza. E allora, questo piccolo post lo dedico a loro, e alle generazioni future che si emozioneranno nella visione.
Si spengano le luci. Via!

Locandina

Piccole note e Trama

Nel 1982, Stephen King fa uscire una raccolta di novelle, tra cui una che si chiama The Body.
4 anni dopo, esce un film ispirato alla novella in questione (cazzo, novella, non racconto o romanzo. Mondo schifoso!) per la regia di Rob Reiner. Il film finisce nell’elenco dei film del Brat Pack, anche se non tratta di adolescenti alle prese con i primi turbamenti, ma di ragazzini che si preparano alla maturità.
Ambientato nel Maine nella novella, e nell’Oregon nel film, la storia segue le vicende di questi quattro amici, in una torrida estate di vacanza. Ognuno di loro è un piccolo reietto del paese, da Chris (River Phoenix) che ha una brutta reputazione come fattore ereditario, Teddy (Corey Feldman) con il padre rinchiuso in un manicomio dopo avergli bruciato l’orecchio sulla stufa, e Verne (Jerry O’Connell), paffuto ragazzo ingenuo, anche lui con una famiglia un po’ disastrata. L’unico che sembra fuori luogo è il timido e sognatore Gordie (Will Wheaton), addolorato dalla perdita del fratello e dal comportamento dei genitori, che, da quel fatidico giorno, lo ignorano. Nonostante le differenze, i quattro legano a meraviglia, passando i pomeriggi spensierati a fumare di nascosto nella casa sull’albero. Finché Verne non porta loro la notizia del ritrovamento del cadavere di un loro coetaneo scomparso da settimane. Ma non è la polizia ad averlo trovato, bensì il fratello di Verne, membro della banda di teppisti di Ace Merrill (Kiefer Shuterland). Il fratello di Verne e un suo amico, presente al momento del ritrovamento, non possono però rivelare la scoperta, in quanto erano alla vecchia stradina per Harlow con un’auto rubata. I quattro amici, decidono di partire a vedere il cadavere, per poi segnalarlo alla polizia, sperando così in un successo ai notiziari.

Il rifugio sull’albero

Considerazioni

Nonostante gli anni, Stand By Me rimane un sempreverde che non risente del tempo. Un cast di giovani star, alcune davvero sfortunate, diedero vita a un film generazionale, un quadro sulla crescita degli adolescenti che si potrebbe adattare a molti altri ragazzi nel mondo.
Ognuno di noi ha conosciuto un Ace Merrill che ci rubava il berretto e ci minacciava, ognuno di noi aveva l’amico paffuto e impacciato. Tutti hanno conosciuto un pazzo con cui ci scappava sempre la litigata come con Teddy. Oppure, qualcuno di noi può essere stato uno di questi personaggi.

Scatto di scena

Credo che il successo di questo film vada all’ottima novella di King, anche se gli aspetti più duri e tragici non vengono riportati nella trasposizione cinematografica, soprattutto nel finale. Ho avuto l’impressione che Rob Reiner abbia fatto la scelta giusta, lasciandoci con l’immagine dei ragazzi che si salutano e che danno un addio un po’ leggero alla loro ultima estate insieme, a quell’estate che è – e mi scoccia dirlo perché può sembrare scontato – la loro innocenza. Se notate, si fa un accenno alle ragazze solo tramite la voce del narratore, cioè Gordie da adulto. Il parlare “di tutto quello che sembra importante, prima di scoprire le ragazze” è un tocco di classe.

In viaggio nei campi

E ancora più toccante quando lo spettatore attento ricorda la scena iniziale del film, quando Gordie adulto legge il trafiletto del giornale. Un’apertura che non si nota alla prima visione, non gli si dà forse peso, ma solo alla chiusura del romanzo che sta scrivendo Gordie, davanti a un vecchio computer ai fosfori verdi, è inevitabile ricollegarla, mentre sentiamo il nodo in gola come se Chris fosse stato nostro amico.
La frase di chiusura del film, rileggetevela più volte, e pensateci su.
Non ho mai più avuto amici come quelli che avevo a 12 anni Gesù, ma chi li ha”.
Collegatela anche a quella che la precede di pochi attimi:
“Gli amici vanno e vengono nella vita, come i fattorini in un albergo.”

P.S. Con una scena finale come questa, non potevo non continuare la mia passione per la scrittura, no?

4 commenti

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  1. Different Season il libro di King e da ogni novella e’ stato tratto un film (tanto per cambiare :-p ), ma questo secondo me e’ il piu’ riuscito. Film culto che, da brava adoratrice del compianto River Phoenix, rivedo ogni volta che posso

    1. Non ho letto le altre, e credo di non aver visto nemmeno i film. L’unica cosa che ho visto, è lo speciale dei Griffin. A parte gli scherzi, sfido chiunque a ripetere questo lavoro

    • Oreste il Luglio 14, 2014 alle 12:37 pm
    • Rispondi

    Commovente. Che altro dire? Uno di quei film che ti segnano per sempre. Visto non so quante volte, continuerò a rivederlo tutte le volte che lo danno alla tv.

    1. Io lo rivedo almeno una volta all’anno, minimo. È una necessità.

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