Una canzone per genitori e figli (2)

Dedico questo post a due neo genitori e alla loro Piccola, che sia di buon augurio. Benvenuta!

Cats in the Cradle, canzone del 1974 di Harry Chapin, che ho conosciuto grazie alla cover degli Ugly Kid Joe, è un punto di riferimento per me, dapprima come figlio e ora come genitore. Quando ero un ragazzo, mi ha aiutato a capire purtroppo com’è il punto di vista dei genitori nel momento in cui i figli crescono, e ora mi serve per riflettere su come dovrò comportarmi con mia figlia.
Ammetto che non è facile mettere in pratica i buoni propositi che questa canzone cerca di suggerire, per non commettere certi errori, che un giorno potrebbero ripercuotersi su noi stessi come genitori.

Ma analizziamo il testo, suddiviso in 4 parti ideali, basate su altrettanti periodi di crescita del bambino. La prima si occupa della sua nascita:

My child arrived just the other day
Came to the world in the usual way
But there were planes to catch and bills to pay
He learned to walk while I was away
He was talkin fore I knew it
And as he grew he said,
I’m gonna be like you, dad,
You know I’m gonna be like you

 

Il bambino nasce, ma il padre non ha il tempo per seguire questa fase importante, oberato dal lavoro. Ora che ha un figlio, deve cercare di dargli sostegno economico. Un figlio è una grande responsabilità. Questo lo porta a perdere anche un momento importante, come i primi passi. Sentirà parlare suo figlio, ancor prima di averlo saputo. Triste, ma un tempo era così. Padri purtroppo assenti che non vedevano quasi mai i figli.

Well, my son turned ten just the other day
He said, thanks for the ball, dad come on, lets play
Could you teach me to throw?
I said, not today I got a lot to do
He said, that’s okay and he walked away and he smiled and he said,
You know, I’m gonna be like him, yeah
You know I’m gonna be like him

Questa parte, vede il bambino cresciuto, nell’età in cui ha voglia di giocare ed esplorare. La famiglia è un grande punto fermo ancora, il padre un amico da conquistare. Anche cercare di coinvolgerlo nei giochi, è uno degli obiettivi del bambino, che gli propone di giocare a palla. Il genitore si scusa, ma non ne ha il tempo, talmente impegnato da non accorgersi che lui se ne va, sorridendo triste, ancora pieno di ammirazione. Dice infatti che un giorno sarà come lui!

Well, he came from college just the other day,
So much like a man I just had to say,
I’m proud of you could you sit for a while?
He shook his head and he said with a smile,
What I’d really like, dad, is to borrow the car keys
See you later can I have them please?

Il figlio torna dal college dopo settimane. Il padre ora ha una vita più calma, il successo forse lo ha già baciato. Non lo vede da tempo e invita il suo bambino a sedersi un po’ con lui. Stavolta è lui che scuote la testa e dice di non aver tempo. La cosa che davvero gli serve, sono le chiavi dell’auto per uscire con gli amici. Il distacco è netto, il figlio non vede più un amico nel padre. Ora è il genitore che lo vorrebbe.

I’ve long since retired, my sons moved away
I called him up just the other day
I’d like to see you, if you don’t mind
He said, I’d love to, dad, if I could find the time
You see my new jobs a hassle and the kids have the flu,
But it’s sure nice talkin to you, dad
It’s been sure nice talkin to you
And as I hung up the phone it occurred to me,
He’d grown up just like me
My boy was just like me

Il finale che fa riflettere. Il padre ormai in pensione, il figlio sposato e trasferito con la sua famiglia. Il genitore lo chiama per chiedere come sta, e quando si vedranno. Il figlio risponde che è preso dal lavoro, i figli influenzati. Ora non ha tempo, ma gli farebbe piacere vedersi, magari un’altra volta. Il padre rassegnato, attacca il telefono, rendendosi conto che il figlio è come lui. Le parti si sono invertite.

Concludendo, niente prediche né consigli, ma fate tesoro di questa canzone. Io stesso cerco di stare vicino a mia figlia, eppure spesso non ci riesco come vorrei.

 

2 commenti

    • Alice il Ottobre 8, 2012 alle 10:46 am
    • Rispondi

    Ma così io piango! :,,,,)

    1. No dai 😀

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