Chernobyl e Pryp’jat’ secret?

Nutro sentimenti discordanti riguardo a questo film. Sapete ormai che i mockumentary mi hanno un po’ stufato, anche se questo non rientra al 100% nella categoria. La videocamera amatoriale infatti, non è in mano a nessuno dei protagonisti, è un agente esterno, un mezzo usato per dare quel tocco di realismo tanto caro allo sceneggiatore/produttore Oren Peli. Sì, quello di Paranormal Activity.
Il film di per sé non parte male, anche se la storia dei ragazzi in cerca di turismo estremo e che per questo si ficcano nei guai, non è originale del tutto. E se non fosse stato per il sottotitolo italiano, che spoilera in maniera odiosa come non mai, sarebbe stato più godibile e avrebbe riservato qualche sorpresa in più.

La ruota panoramica, uno dei simboli della città. Non venne mai inaugurata.

Ad attrarmi non è stato però il plot del film, e quel poco che avevo letto, bensì l’ambientazione. Sono cresciuto proprio negli anni del disastro di Černobyl’, e tanto si è parlato nelle decadi successive, con servizi, ricostruzioni e immagini. Il film è infatti ambientato a Pryp’jat’, città ucraina che ospitava gli addetti alla centrale nucleare. Una città che era il fiore all’occhiello dell’Unione Sovietica, ora abbandonata e in disuso, visto l’ancora alto livello di contaminazione dell’aria e del terreno. Naturalmente il film non è girato lì, ma in una ricostruzione discretamente fedele fatta in Serbia e Ungheria.

Di prima, vediamo solo immagini che risalgono agli anni ’70, fatte forse con delle Lomo

E di Pryp’jat’ abbiamo sempre visto immagini grigie, sia del passato ma ancora di più, logicamente, nel presente. Se cercate immagini di repertorio, ne troverete di sbiadite, vecchie, di sicuro antecedenti agli anni ’80. Ci mostrano una città vecchia, vista dall’esterno degli edifici. Solo ora vediamo immagini degli interni, depredati, laceri e sporchi. Eppure, qualche anno fa, un fotografo aveva pubblicato le immagini della città com’era prima e com’è ora, con le stesse inquadrature, usando probabilmente foto fatte da lui prima del disastro e riprendendole ai giorni nostri. Rimasi sbalordito nel vedere una città che negli anni ’80, era molto più all’avanguardia delle nostre in quel periodo, sia nel sociale, sia sul versante dell’istruzione. Caffetterie, biblioteche, centri sportivi, il tenore di vita di Pryp’jat’ era altissimo.
Perché quelle foto sono sparite dalla rete?

E ora invece ci mostrano solo queste

4 commenti

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    • Hell il Novembre 9, 2012 alle 9:24 am
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    Ammetto che la cosa sia strana, ma non ne capisco il senso, eventualmente. A che pro far sparire le foto antecedenti al disastro? E non ho alcuna ipotesi, a riguardo.

    1. La lista commenti, sotto l’articolo che mostrava le foto e un video fatto con esse, andava dall’accusa di fake agli insulti. Nessuno accettava le immagini. Per loro l’URSS era una terra di miseria e arretratezza, e così doveva rimanere. Forse si sono visti costretti a ritirare foto e video.

        • Hell il Novembre 9, 2012 alle 9:02 pm

        E lo deducevano dalle foto di Pripyat? Mamma mia…
        Però, non è impossibile in fondo.

      1. Più che altro lo imparavano a scuola, dai loro bravi insegnanti patrioti e conservatori. Che tristezza. Avessi visto gli insulti al fotografo e al gestore del sito. Anche ieri ho riprovato a cercare, ma è sparito tutto.

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