John Carter da Marte

Dovrei smettere di guardare i trailer, davvero. Una volta, arrivavo in anticipo al cinema per gustarmeli e segnare i film che volevo vedere. Ebbene, ultimamente se avessi fatto affidamento solo su questi discutibili filmati di anticipazione, mi sarei perso dei bei film e avrei preso delle cantonate. Ricordo ancora gli spettatori delusi all’uscita di Bed Time…
E di questo John Carter e del suo trailer, cosa dire? Non prometteva nulla di buono, con quei marziani dalla pelle verde fatti in computer grafica e lo scimmione bianco dell’arena. Per tacere della battuta «Sei bruttissimo, ma sei bellissimo!», pronunciata da uno dei verdoni. 1:56 di trailer in cui fanno vedere solo salti, esplosioni e frasi a effetto, e il fantastico marchio Disney sul nome. Cosa ci si poteva aspettare se non un film di buoni sentimenti per le famiglie?
Niente di più sbagliato.

Immagine adatta a 15enni rintronati. E neppure loro lo hanno visto.

Trama

Stati Uniti, 1881. Il ricco avventuriero John Carter, muore all’improvviso, lasciando tutti i suoi averi al suo nipote preferito, sognatore come lui. Tra tutte i reperti e le ricchezze, il notaio indica al ragazzo soprattutto un diario che il defunto voleva che leggesse. Attraverso le pagine di quello, Ed, il nipote, scoprirà le meravigliose avventure che suo zio ha vissuto su Marte.

Uhm…

Conclusioni

D’accordo, un po’ del baraccone made in Disney, ce l’ha, con battute per le famiglie e personaggio buffo inclusi (il cagnolone marziano. Bah.), ma ha anche lo spirito delle avventure sci-fi di una volta. L’immaginazione di Edgar Rice Burroughs, il papà di Tarzan, ha creato un ciclo davvero interessante, che non mancherò di recuperare. Scommetterei che certe cose sono state omesse nel film, e appena accennate, come la brutalità dei tribali abitanti verdi di Marte. Logicamente la violenza più estrema, viene edulcorata, essendo un prodotto Disney. Il sangue che vediamo sullo schermo, è quasi sempre blu, un po’ come avviene nella censura nipponica.
Il film però è davvero godibile, soprattutto per la ricostruzione della vita dell’800 di Carter, confrontata con quella su un Marte totalmente diverso dalla Terra. Per una volta, vediamo popolazioni che si comportano diversamente in tutto e per tutto dai Terrestri, persino gli umanoidi. La magia è presente, ma è una magia fatta di scienza, e i guardiani di questi poteri, sono misteriosi manipolatori di popoli, conoscitori e marionettisti anche del nostro pianeta.
Nonostante l’epoca in cui è stato scritto, e mi baso ancora sul film e sulle notizie trovate in rete, dobbiamo ammettere che le idee di Burroghs erano geniali. Plausibile che vivessero diversi popoli su Marte, perennemente in guerra, 200 anni fa? Noi ci siamo arrivati appena adesso con Curiosity e non possiamo smentire nulla.
In conclusione, un film da vedere, una sorpresa che un po’ ci può fare immaginare come saranno gli Star Wars di casa Disney. Incrociamo le dita.

Una locandina stile 80’s

8 commenti

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  1. Bel film?
    Devo recuperarlo allora, dal trailer, infatti, non sembrava un gran che D;

    1. Prenderei a testate chi ha fatto il trailer. E anche quello che ci ha messo quel coso che dovrebbe essere simpatico e buffo, ma che stona come la maionese sul gelato.

  2. Io la prima volta mi sono addormentata. La seconda ho cercato di resistere fino alla fine, ma mi sono persa il finale. La terza ho guardato solo il finale. Insomma, come si dice da noi a Genova, l’ho visto a tocchi e strepelli e non non è che mi abbia fatto impazzire :-p

    1. Non lo considero un capolavoro, ma un buon richiamo per la controparte cartacea e un prodotto sopra la media Disney. Il trailer è fuorviante.

  3. Io l’ho adorato dall’inizio alla fine e stato senz’altro uno dei film migliori di quest’anno e un adattamento dignitoso dei libri di Burroughs.

    1. Maledetto il trailer², allora! 😀 Stavo davvero per perdermelo!

  4. L’ho visto e recensito sul mio blog, e ho pure letto tutti i libri della saga (sono una dozzina, ma brevi e scorrevoli). Mi è piaciuto molto, anche le parti “aggiunte” alla versione cartacea. Peccato che sia stato così snobbato.

    1. Non si presentava affatto bene, purtroppo. I tizi verdi poi, nel trailer rendevano da cani, non so perché

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