Zero Dark Thirty

Kathryn Bigelow, torna con questa pellicola in medioriente, dopo l’ottimo The Hurt Locker. Lo fa con stile, ricerca e duro lavoro, nessuno lo può mettere in dubbio guardando questo film, composto di spaccati a cavallo tra il documentario e la ricostruzione storica. Niente sbavature o parti romanzate, solo ricerche, spionaggio e indagini. C’è poco spazio per il cinema classico in questo film, ed è perfetto così, adatto alla storia e alla tematica. Un cinema sicuramente diverso da quello che la gente può essere abituata, ancora più sintetico e tecnico del sopracitato The Hurt Locker.

Locandina

Locandina

Trama

L’agente Maya della Cia, entra nel gruppo di intelligence che nel 2001 si mette sulle tracce di bin Laden, dopo gli eventi dell’11 settembre. Per 8 lunghi anni, segue le mosse dei suoi contatti, lavorando con colleghi che vanno e vengono, in un clima piuttosto teso. Con buone intuizioni e senza demordere anche quando tutto sembra ormai perso nella sabbia del deserto, arriverà alla sua cattura, il 2 Maggio del 2011, dieci anni dopo.

L'agente Maya

L’agente Maya

Considerazioni

Come accennato prima, non ci si aspetti action movie, ricordando e confidando nella Bigelow di Point Break. Questo intendiamoci, non è affatto un difetto, anzi. Anche nelle scene in cui i commando militari si muovono, assistiamo a operazioni misurate e tecniche, senza eroismi e sparatorie a casaccio, con botti e fiamme. Dirette davvero bene queste scene, quanto lo sono quelle in cui si pianificano le indagini al tavolo, si prendono contatti, si fa spionaggio.
Se questo è l’iter che la Bigelow sta prendendo, non posso che apprezzare la scelta, augurandomi di poter vedere altri esempi di questo tipo di cinema, forse non adatto allo spettatore più orientato verso Chuck Norris, ma a chi sa che la guerra non è fatta solo di proiettili ed eroi con muscoli ed elmetti.

Facciamo un altro giro di statuette?

Facciamo un altro giro di statuette?

Le nomination ricevute agli Oscar 2013

  • Miglior Film
  • Migliore Attrice Protagonista (Jessica Chastain)
  • Miglior Montaggio (Dylan Tichenor and William Goldenberg)
  • Miglior Sceneggiatura Originale (Mark Boal)
  • Miglior Montaggio Audio

2 commenti

    • Claudio vergnani il Febbraio 18, 2013 alle 8:38 am
    • Rispondi

    considerando che ha diretto anche l’ottimo The hurt locker, si deve riconoscere che ci vuole una donna oggi per girare dei buoni film di guerra.

    1. Giusta osservazione la tua, e in effetti sembra proprio essere così

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