La Stanza dello Scribacchino

Fin da quando ero un bimbo e immaginavo un giorno di campare scrivendo (ero un bimbo…), ho sempre immaginato la stanza in cui scrivere una specie di tempio, un luogo atto solo a quello, alla scrittura e poco altro, se non all’ascolto di musica e lettura. Per anni, finché ho vissuto con i miei genitori, ho dovuto condensare il tutto in un’unica stanza, cioè quella da letto. Quindi oltre a scrivere, leggere e ascoltare musica, ci dormivo e ci guardavo la tv.

Charles Dickens nel suo studio

Charles Dickens nel suo studio

Anni dopo, quando sono andato a vivere da solo, la prima necessità che mi si è presentata, era di trovare un appartamento che avesse una stanza in più da dedicare alla scrittura. Ho cambiato 3 case da allora, e tutte hanno avuto lo studio, piccolo o grande che fosse. Devo dire che alla fine, è diventata una necessità. Avere un luogo dove poter lasciare gli appunti sparsi, il computer pronto all’uso e tutto ciò che è necessario a questo hobby, è sicuramente un gran vantaggio. Quando è il momento, mi basta entrare, sedermi e iniziare a battere sui tastini.

Lo studio di Gaiman

Lo studio di Gaiman

Ora, ho dato un’occhiata in giro per la rete per vedere se fosse una fissa mia, o se venisse condivisa da altri autori. Con sorpresa, ho visto cose da far invidia. Prendiamo per esempio lo studio di Neil Gaiman, che dovrei avervi già mostrato. Un capanno in legno, circondato da vetrate. All’interno poco, se non il portatile e da quello che mi sembra di aver visto, uno stereo.

Uno scorcio del mio

Uno scorcio del mio

La stessa idea l’ha avuta anche Louis de Bernières, lo scrittore inglese autore de Il Mandolino del Capitano Corelli. In uno speciale su The Guardian, spiega anche che la corrente nel capanno viene fornita da un impianto fotovoltaico che ha fatto installare, e di cui mi sembra vada molto fiero.

Il tavolo di Louis de Bernières

Il tavolo di Louis de Bernières

Diversa ma pur sempre affascinante la stanza di Kevin Crossley-Holland, autore inglese di libri per ragazzi, di una trilogia su King Arthur e traduttore, che ha trasformato il piano superiore di un vecchio fienile nel suo studio, da cui può ammirare il panorama.

Il fienile di Kevin Crossley-Holland

Il fienile di Kevin Crossley-Holland

Ecco, ho notato che questa cosa è sempre mancata alle mie stanze, l’aver una buona vista sull’esterno, particolare a cui però ho sempre pensato. Per ora lavoro in una stanza di circa due metri per tre, con una piccola scrivania angolare, sette librerie, uno stereo che non ho ancora collegato e un baule con sopra la Union Jack, in cui tengo vecchi ricordi. Per scrivere prediligo il pc fisso, che ho assemblato personalmente, anche se ho fatto diverse prove su un portatile, di cui non ho però un buon ricordo. Non posso quindi lamentarmi, anzi, una stanza così l’ho desiderata per anni. Il prossimo passo sarà avere una casetta in mezzo al giardino? Sinceramente non mi dispiacerebbe.

Un progetto trovato su Tumblr.

Un progetto trovato su Tumblr.

E voi, avete uno studio? Su cosa scrivete?

11 commenti

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  1. Anche io ho sempre desiderato una writing room tutta per me. Ne avevo scritto, scippando il titolo a un saggio di Virginia Woolf (che mi perdoni! ^^). Solo che il mio ideale di stanza è decisamente più caotico rispetto a quelle degli scrittori che avevo preso a esempio. Io non mi trovo bene, nell’ordine. Però la writing room di Kevin Crossley-Holland aveva colpito tantissimo anche me. Non sapevo che si trattasse di un fienile riadattato. Bellissima idea! Per non parlare dello studio di Gaiman! L’avessi scoperto prima, l’avrei messo nella lista: è una meraviglia.
    Comunque ti invidio da matti! Io ho cambiato casa altrettante volte (tre in tre città diverse) e non ho mai avuto la possibilità di sceglierne una con uno studio, per quanto minuscolo.
    Alla quarta spero di essere più fortunata, finalmente!

  2. Anche io ho sempre desiderato una writing room tutta per me. Ne avevo scritto in un post il cui titolo era scippato a un saggio di Virginia Woolf (che mi perdoni! ^^). Solo che la mia stanza ideale è risultata alquanto diversa da quelle degli scrittori a cui mi ero ispirata; ovvero: la mia writing room sarà un caos. Nell’ordine non mi trovo bene. Però quella di Kevin Crossley-Holland aveva colpito tantissimo anche me. Non sapevo si trattasse di un fienile riadattato. Bella idea! E che dire dello studio di Gaiman? Una meraviglia! Peccato che l’abbia scoperto solo oggi, altrimenti lo avrei inserito nella lista di quelli da invidiare XD
    Intanto, comunque, invidio te!
    Io ho cambiato casa altrettante volte (tre in tre città diverse), ma non sono riuscita mai ad avere uno studio, nemmeno uno sgabuzzino. Magari alla quarta volta sarò più fortunata ^^

    1. Ammiro molto anche “l’opera” di de Bernières, perché si è preoccupato dell’energia installando un fotovoltaico con trasformatore. Una cosa molto eco 😀

    • giorgia il Marzo 5, 2013 alle 6:34 pm
    • Rispondi

    Ih,ih, ih è pur vero che nel mio caso “scrivere” è una parola grossa ma ahimé non solo non dispongo di uno studio ma la televisione mi peseguita per le poche ore a mia disposizione, così scappo in biblioteca ma riesco a cavarmela anche sulle panchine ed ho seriamente preso in esame le scale del condominio.

    1. Diffida delle scale del condominio, sono frequentate da curiosi che si fingono disinteressati per poi rubarti le idee!

    • Marco Smò il Marzo 6, 2013 alle 1:34 pm
    • Rispondi

    Io direi che non devi lamentarti 🙂
    Io non ho un posto. Avrei una postazione. Dico avrei perché sempre sommersa dai vestiti ammucchiati di figlianza che attendono di essere stirati!.

    1. L’ho sudata però, anche perché trovare un’altra casa con una stanza in più, non è stato facile. Non era già semplice trovare casa…

  3. Ho traslocato da poco. Quel che oso definire un saldo di qualità: una porzione di cascina sulla cima di un colle a un paio di km dal centro del mio paese: Costigliole d’Asti. Finalmente, ho potuto così coronare il mio sogno: uno studio degno di tal nome. Ho fatto chiudere un porticato con tre finestroni panoramici e un portone semi vetrato, vi ho stipato dentro tutti i miei libri e fumetti, una parzione di parete rimasta intonsa dalla libreria l’ho tappezzata con poster e locandine dei miei libri. Una grossa scrivania è occupata dal pc fisso, il router (così si naviga tranquillamente anche in casa) e fogli, blocchetti, fotografie. Devo dire che un certo relativo isolamento dal focolare domestico aiuta e la vista sulle colline tra Langa e Monferrato pure.

    1. Benvenuto sul mio blog!
      Effettivamente deve essere anche uno studio da sogno il tuo. La vista te la invidio davvero, perché come dicevo, non ho mai avuto una finestra sull’esterno che desse su un panorama adatto alla scrittura.

      1. Grazie. Mi ritengo fortunato, in effetti. La vista oltre che un punto d’osservazione è anche un punto d’ispirazione…https://twitter.com/FabriBor
        Sul mio profilo Twitter puoi trovare qualche foto.

      2. Molto volentieri. Vado al link.

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