25 Aprile 1945/ 25 Aprile 2013

Premetto che non mi interessa parlare di politica in questa giornata, quindi mi limito a celebrare la giornata che ha visto cambiare il volto del nostro paese. Che vi piaccia o no, un cambiamento c’è stato, pena poi per aver fatto un’inversione brusca di marcia, aver calpestato certi precetti stilati nel 1948 e aver ignorato completamente articoli della Costituzione.
Ma oggi voglio festeggiare per chi insomma, le penne ce le ha rimesse. Fossero civili, partigiani, soldati tedeschi costretti da un regime (ce n’erano, non tutti erano sadici). Voglio festeggiare per quelle famiglie che han perso figli e figlie alla fine della giostra, dopo l’Italia e il resto del mondo hanno vissuto anni che definire di merda, è poco. Oggi in confronto ce la passiamo ancora benone.

La famiglia Cervi

La famiglia Cervi

Al di là della retorica (sì, immagino già qualcuno che mi taccia di qualunquismo e demagogia, due uniche parole un po’ forbite che hanno nella manica), tutti i paesi festeggiano le loro ricorrenze. Io questa vorrei continuarla a festeggiare, nonostante ci siano sempre meno bandiere appese ai cancelli e alle finestre…
E per la giornata di oggi, ho scelto un pezzo dei Modena City Ramblers che ricorda quegli anni e una famiglia che viveva da queste parti, i cui sette figli sono morti per mano di chi sanno tutti. Sette figli che il padre Alcide ha potuto celebrare solo anni dopo la loro fucilazione, decretata dal tribunale speciale di Reggio Emilia come rappresaglia.