Come out and play (recensione)

No, non si tratta di quella barbosa e caciarona canzone, bensì del remake di un film spagnolo del 1976, intitolato ¿Quién Puede Matar a un Niño? che non ho visto, e di cui conserva oltre alla trama, anche le scene e le inquadrature, almeno da quello che si può leggere in rete. Nonostante sia di produzione Messicana, è girato in inglese nelle parti di dialogo fra i due protagonisti, e in spagnolo per il resto, sottotitolato per gli anglofoni.

Locandina

Locandina

Trama

Due turisti, marito e moglie, noleggiano una barca per passare le loro vacanze su un’isola, famosa per il suo carnevale. Al loro arrivo, non trovano nessuno, se non gruppetti occasionali di bambini. Dapprima, pensano che gli adulti siano ancora reduci dalla notte brava del carnevale, ipotizzando che siano ancora a letto, ma poi scoprono la verità…

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Considerazioni (con qualche spoiler)

La trama al giorno d’oggi può sembrare inflazionata, con questi bambini che ammazzano tutti gli adulti, spinti da un misterioso istinto che si passano uno con l’altro attraverso il contatto fisico e visivo, ma dobbiamo anche pensare che l’originale fu girato negli anni ’70, anticipando altri prodotti come Grano Rosso Sangue.

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È ancora una volta la regia a salvare un film che altrimenti sarebbe passato inosservato, oppure sarebbe potuto essere banale e vuoto, con un eco di altre pellicole. Invece la tensione è ben dosata, le scene e le inquadrature mettono ansia. Si ha quasi più paura di quello che non si vede o si immagina, di quello che viene poi effettivamente mostrato. Si trattiene il fiato in diverse sequenze, e l’atmosfera si regge bene sul senso claustrofobico che può dare un’isola da cui sembra non si possa fuggire.
Non so esattamente se questo Makinov, credit del regista che è anche produttore, editor, tecnico del suono e scrittore del film, abbia girato altro o abbia in programma di farlo, però sarei curioso di vederlo di nuovo all’opera, anche di un altro remake.
Ma in definitiva, è da guardare questo film? Io direi di sì, anche se so che molti potrebbero non amarlo per il senso di deja-vu di alcuni elementi.

4 commenti

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  1. IN effetti questo Makinov è un tipo avvolto nel mistero. A cui piace fare tutto da solo.
    Anche io sarei curiosa di vedere come si comporta con un altro film, magari basato su un soggetto originale.

    1. Ho visto alcune foto in rete in cui indossa un cappuccio 😀

    • Claudio vergnani il Aprile 22, 2013 alle 2:23 pm
    • Rispondi

    ma sai che proprio non lo conosco … Grano rosso sangue sì, questo no. L’originale doveva aver avuto una buona idea. C’era forse un racconto dietro? Lo ignoro.
    Entro certi limiti mi pare ci sia qualcosa di affine con Village of the damned, ma quello era tratto da un gran romanzo di Whindam, e gli adulti c’erano, sia pure soggiogati. Se lo recuperi guardalo, vale la pena.

    1. Esatto, c’è anche Il Villaggio dei Dannati che mi sono dimenticato di citare e che ha comunque l’idea base dei ragazzini che vengono “contagiati” da qualcosa. Di originale sia nella versione precedente che in questa, è la considerazione su chi ha il coraggio di uccidere un bambino.

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