Lords of Salem (recensione)

Anni, mesi, settimane, giorni, non so per quanto tempo ci hanno fatto vedere l’immagine della moglie di zombie con il cerone sulla faccia, il trucco da teschio o che diamine doveva rappresentare e il simbolo arcano stampigliato in fronte. L’hype era cresciuto così tanto ormai, che lo si riteneva già capolavoro. Visto i precedenti, io ne dubitavo, ma speravo finalmente di apprezzare un film di Zombie, questo nuovo Messia dell’horror, per cui si tessono lodi, definendolo genio musicale e cinematografico.

Locandina

Locandina

Partiamo dal presupposto che i White Zombie già non mi piacevano, La Casa dei 1000 Corpi mi è bastata la prima visione, La Casa del Diavolo è durato 15 minuti e poi ho spento e Halloween non esiste. Però io ci tengo a far pace con la gente, come l’ho fatta con King per dire. Non parto mai prevenuto e se in fondo posso esserlo, se c’è spazio faccio dietrofront e ammetto che mi ero sbagliato.
Ora, con tutte le più buone intenzioni parto a vedere ‘sto film e ci sto, subito ci sto, ci credo. La storia è servita su un piatto d’argento, essendo ambientato a Salem. Ci sono le streghe incazzose che lanciano una maledizione, okay? Facile. Arriva un disco in radio dalla tizia protagonista, e parte l’omaggione a Morte a 33 Giri, con la faccenda che il disco è bello robusto e solido. Però quando lo mettono su, a parte che la musica è disturbante, le donne ne sono colpite in modo particolare. E va bene, ci sta, carina come idea. Si prosegue e iniziano i problemi.

L'omino di pongo?

L’omino di pongo?

Quali sono i problemi? La regia si va a perdere con le idee di Zombie. Ogni volta che accade qualcosa di risolutivo, di forte, quando arriva un segnale, quando sprizza il sangue è… un sogno. La tizia si sveglia ed era solo un incubo. Passa la prima, passa la seconda, dopo un po’ quasi hai rotto le palle. E su queste basi, sul lasciarsi prendere la mano con la scusa del film come veicolo d’arte, di giustificare tutta questa visionarietà buttata lì che dovremmo inginocchiarci e dire che Zombie è un genio?
Mah, in altri casi si potrebbe obiettare che il film va capito. Okay, ho capito gli intenti, quello che vuol dire Zombie, gli omaggi a Polanski, Fulci e Argento, tutto quello che vi pare, ma il film è tedioso in modo assoluto. Voglio vedere un film horror non una galleria di simboli da capire, comprendere, riconoscere. Voglio vedere un film. E se dovrei stupirmi davanti alla Luna di Georges Méliès con doppia citazione carpiata al mondo dei diavoli sul satellite e al Moonchild di Crowley, beh, non è che mi scappano tutti ‘sti applausi, eh?

Uhm...

Uhm…

In conclusione, venite pure a dirmi che Zombie va capito, vi ripeterò che il mio problema non è capire il film o Zombie, che non ci vuole nemmeno ‘sto genio, ma scoprire di chi è parente…
Anche se come al solito so che arriverà gente a cercare “Le Streghe di Salem significato” o “Lords of Salem spiegazione”
P.S. Dimenticavo, questa sarebbe la recensione di Le Streghe di Salem, prima che vi troviate spiazzati dall’idea dei traduttori italici…

6 commenti

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    • claudio il Aprile 28, 2013 alle 7:09 am
    • Rispondi

    Zombie fu salutato come una specie di genio quando uscì con La casa dai mille corpi. Da chi? Boh! Divenne una specie di dogma, e guai a discutere. Siccome genio non era si montò il capoccione zazzeruto. Ed ecco i risultati. Oggi, i geni sono questi.

    1. Buffo anche quando lo accostano a Kubrik. È vero, anche lui ogni tanto si lasciava scappare la mano con la lisergia avanzata, ma qualcuno gli tirava un coppino e si fermava. Zombie non ha nessuno che glielo tiri, purtroppo.

        • claudio il Aprile 28, 2013 alle 12:02 pm

        Non sapevo lo paragonassero a Kubrick … Credo che il paragone non ci stia minimamente. A Zombie bisognerebbe dargli un coppino con una mazza da carpentiere, mi sa, e dall’inizio alla fine.

      1. Sì, guarda i cartelloni…

  1. Io a-d-o-r-o alcune delle canzoni di rob Zombie… alcune. I film non riesco nemmeno a iniziarli. Non sapevo neanche che qualcuno l’avesse definito “genio”…

    1. Io ci ho provato, davvero, sia con la musica che con i suoi film…

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