House at the End of the Street (recensione)

Misteri. Misteri davvero insondabili quelli di chi decide con che titolo debba uscire un film nelle nostre sale. Se siamo solitamente abituati a vedere storpiati titoli inglesi in qualche bizzarra versione italiana, o nel migliore dei casi leggere il titolo in originale ma con un sottotitolo aggiuntivo imbarazzante in italiano, questa volta dobbiamo proprio interpellare uno psicoanalista per capire il senso dell’operazione legata a questa pellicola.
Il titolo originale è “House at the End of the Street” e noi invece cos’abbiamo? “Hates- House at the End of the Street”. Fatemi capire il senso di quel “Hates” aggiunto alla cazzo. Vi prego.

Locandina

Locandina

Trama

Elissa si trasferisce con la madre Sarah, in una tranquilla casa in provincia. Il prezzo era invitante, e le due donne avevano bisogno di stare un po’ in pace per recuperare il loro rapporto madre/figlia. Ma perché la casa costa così poco nonostante sia una stupenda villetta? Presto detto: nella casa accanto è stato commesso un omicidio. Una ragazzina ha sterminato la famiglia e poi è fuggita nei boschi, e tuttora è ancora latitante. Il fratello però, Ryan, è tornato a viverci, scampato al massacro solo perché era affidato a una zia. Elissa stringe dapprima amicizia con lui, ma poi se ne innamora.

Fidanzatina d'America di ieri con Fidanzatina d'America di oggi

Fidanzatina d’America di ieri con Fidanzatina d’America di oggi

Considerazioni

House at the End of the Street, è uno di quei film che metto nella sezione “Mi è piaciuto senza farmi gridare al miracolo”, o meglio, lo trovo innocuo. Non ha nulla di sbagliato e allo stesso tempo non ha nulla di eccezionalmente bello. Una storia da guardare cercando di capire l’inghippo, forse un po’ scorretto nel nascondere la polvere sotto al tappeto, come dico io, per farci il sorpresone finale. Ovviamente ci sarà chi a metà del film avrà già la soluzione in pugno, almeno a livello di profeta alla Cassandra, cioè lo dirà solo quando sarete usciti dalla sala.

Questo attore è un grande: ha ben 2 espressioni

Questo attore è un grande: ha ben 2 espressioni

In realtà, come dicevo sopra, il regista e la sua crew, fanno di tutto per depistarvi, non sempre in maniera pulita e ciò potrebbe urtarvi, visto che tutta la storia fa perno sull’interrogativo di dove sia finita Carrie-Ann dapprima, e sul perché abbia sterminato la sua famiglia.
In conclusione, un film che si può vedere volentieri, senza aspettarsi granché e che credo finirà nel dimenticatoio senza lasciar molta traccia di sé alle spalle.

4 commenti

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  1. Ciao,
    scusa se non commento spesso!
    Questo film me lo devo vedere che la Lawrence è sempre un bel bocconcino… 😉 Però non capisco come si sia abbassata a recitare con questo sconosciuto regista. Amicone?

    ps: il titolo italiano è “HATES” non “HATERS” ed è l’acronimo di “”House At The End of the Street”. Penso che anche in originale si fosse pensato a questo “””fantastico””” gioco di parole.

    1. Ciao!
      Mah, credo che sia uno di quei film di passaggio che ti trova l’agente, tanto per far girare il nome tra un lavoro importante e l’altro. Mi era perfino venuto il dubbio che fosse un film precedente alla sua carriera attuale, ripescato per sfruttare l’immagine che ha ora, ma la data smentisce la mia teoria.
      P.S. Grazie della precisazione, anche se non so se essere pi preoccupato per questo acronimo dei titolisti italiani. Me li vedo sorridenti per la genialata 😀

    • claudio il Maggio 13, 2013 alle 9:00 pm
    • Rispondi

    ho provveduto …

    1. Si guardicchia… ma ieri sera, con la prospettiva di rivedermi Scream, questo film è sparito dalla mia mente.

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