Tizio e la soluzione

Questa mattina speravo di riuscire a uscire dal bar prima dell’arrivo di… Tizio. Invece l’ho trovato già dentro al locale al mio arrivo, e quando mi ha visto si è fiondato a tirarmi il classico gancio del lunedì mattina.
Ovviamente io già tremo al pensiero di quali quesiti universali voglia pormi questa mattina.

libro

«Ehilà», mi dice tutto gongolante.
«’giorno», rispondo tra uno sbadiglio e l’altro. Spero che la mia aria stanca gli faccia capire che non è un buon giorno.
«Allora, come va?»
«Benone, grazie.»
«No, intendevo quel tuo libro.»
Lo guardo con gli occhi a mezz’asta. La domanda, oltre a essere stramba, temo contenga un qualche tranello, di quelli che fanno iniziare una delle sue solite conversazioni assurde. «Bene.»
«Tutto qui?»
«Sì, bene.»
Sorride. «Io so perché vanno solo “bene” e non “da Dio”.»
Faccio segno al barista e ordino il succo ace. «Non sai nemmeno di quante copio parlo e di come sta andando, come fai ad avere un perché su una cosa che non conosci?»
«Perché ieri ho girato un po’ su internet e mi sono documentato. Il problema del tuo libro è uno solo.»
«Ma chi ha mai detto che ha un problema, scusami?»
«Te lo dico io. Non saresti qui con quella borsa, ad andare in giro a vendere prodotti. Saresti a casa a scrivere e contare gli euro.»
«Questo problema credo lo abbiano il 95% degli autori, qui in Italia, se per questo.»
Fa un gesto con la mano, come per dire di lasciar perdere. «Io ti dico la mia, perché poi, quando finalmente scriverò quel libro che ti dicevo, mica perderò tempo come te. Il 95% dici? Non credo proprio. Secondo me siete un 10% che hanno il problema e ve lo create da soli.»
Decido che la miglior cosa da fare si lasciargli dire questa sua geniale soluzione, così poi magari mi lascerà perdere, orgoglioso di aver trovato come fare business con la scrittura. «Dai, spara.»
«Il tuo problema è che ti ostini a farlo in formato elettronico.»
«Vai avanti…»
«La gente compra il cartaceo. Preferisce avere una cosa tangibile in mano, sentire…»
«Lascia perdere odori vari e vai avanti.»
«Se tu avessi fatto la versione cartacea, ne avresti venduti dieci volte di più. Invece così, ti sei tagliato le gambe da solo. Ed è un peccato perché… sì, insomma, magari è pure un bel libro.»
Finisco il succo mentre lui parla. «Ricapitolando, se io avessi fatto uscire la versione cartacea, avrei venduto magari duecento, trecento copie, senza sforzo. Invece, avendo scelto solo l’elettronica il libro è destinato a non vendere. Ho capito bene?»
Tizio annuisce soddisfatto. «Esatto! Ascolta me, fai la versione cartacea, vedrai quanti ne venderai. Scommetto che hai avuto anche un sacco di richieste.»
Applaudo a Tizio. Lui mi guarda stranito.
«Mettiamola così. Devi sapere che la versione cartacea c’è, ed è uscita una settimana dopo di quella digitale. Sai, ho fatto la prova per accontentare un po’ tutti. Devi sapere però che la proporzione di vendita tra digitale e cartaceo è di 1 a 100.»

«Quindi ogni 100 di cartaceo ne hai venduto uno digitale. Vedi che ho ragione?»
«No, per un cazzo. È il contrario.»
«A quanto lo hai messo il cartaceo? Perché per forza uno non compra un libro a 18 euro quando può comprare il digitale a 3.»
«Meno di 9 euro.»
«Meno di 9 euro?»
«Sì. 350 pagine a circa 8,60.»
«Ah, capisco. Allora il problema è che…»
Mi alzo. «Senti, devo andare a lavorare. Me lo racconti un’altra volta magari. Prima prova a informarti meglio però sulle cose che non conosci.»

 

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