Carrie (2013)

37 anni dopo l’ottimo film di De Palma, e qualche adattamento per la tv, Carrie White torna sul grande schermo in una versione adattata ai giorni nostri, con smartphone incluso. A darle il volto, una delle giovani attrici più promettenti di questi anni, che ce la mette davvero tutta (no, non è vero) per dare ancora una volta una prova della sua bravura. E vi garantisco che scrivere la recensione di Carrie del 2013, è davvero un dispiacere.

Locandina

Locandina

Trama

La trama credo la conosciamo tutti, ma cercherò di sintetizzarla per chi non avesse letto il libro (come me) o non avesse visto il film di De Palma (penso buona parte degli under 30).
Carrie White vive da sola con la madre, fanatica religiosa che si è ritrovata ragazza madre in gioventù. A scuola, Carrie è un’emarginata, bruttina e impacciata. Dopo uno spiacevole episodio negli spogliatoi, le sue compagne le iniziano a rendere la vita un inferno. Ma Carrie ha dei poteri psichici nascosti…

Ho scelto questa per evitare l'effetto: Kick Ass

Ho scelto questa per evitare l’effetto: Kick Ass

Considerazioni

I teen horror sono sempre stati un buon esempio di cinema horror di intrattenimento, e se girati con maestria entrano nella leggenda. Basta pochi nomi per farvi capire cosa intendo, partendo da Halloween di Carpenter, Venerdì 13 (nelle sue prime incarnazioni) e Nightmare di Craven. Si potrebbe obiettare che quei film vanno bene per l’epoca, e che ora i giovano vogliono qualcosa di nuovo. Ebbene, Carpenter e Craven riescono sempre a tirar fuori film horror attuali, senza scadere in quello che questo Carrie rappresenta:

Carrie in versione Saved by the Bell

La mia amica Lucia ne ha parlato settimane fa in QUESTO POST, e poco altro dovrei aggiungere sulla scelta infelice dell’attrice, poco credibile nel ruolo.
I grossi difetti di questo film sono tanti, troppi. Non c’è atmosfera, non c’è tensione. Sembra davvero di assistere a un telefilm per adolescenti con qualche goccia di sangue. Ci sono perfino situazioni talmente mal interpretate e dirette, che mi sono messo a ridere. E di solito non lo faccio, se posso. Julianne Moore che picchia la testa contro il muro mi ha ricordato Dobby l’Elfo di Harry Potter, e di Harry Potter c’è pure la stanza punitiva dove la madre chiude Carrie, posta nel sottoscala.

Dobby chiede del pollo, Signore

Dobby chiede del pollo, Signore

Quando Carrie usa i suoi poteri, sembra uscita da un film di supereroi. Posture alla Magneto che piega il ferro, tanto per dire. E non c’è abbastanza empatia nei suoi confronti, non c’è nemmeno odio verso chi le fa del male. Tutto è talmente edulcorato, che mi sono stupito che poi alla fine la gente muoia. Mi aspettavo li facesse svenire tutti, o li costringesse a piangere per punirli.

Carrie con la sua classe

Carrie con la sua classe

Ora mi chiedo se le pressioni della censura oppure i gusti del pubblico siano così cambiati, che i film thriller o horror che siano necessitino di una patina linda e pulita come quella di questo film, prodotto più vicino a Twilight o Hunger Games, che a un film uscito dalla penna di King e con un precedente di lusso come quello di De Palma.

Bocciato in toto questo pessimo film, destinato più a un pubblico di adolescenti frettolosi, che a quello pensato da King e De Palma.
Dove finiremo se continueranno a tenere le nuove generazioni addormentate?

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