12 Anni Schiavo (recensione)

Dicevo l’altro giorno che quest’anno la gara agli Oscar sarà dura. Non ho ancora visto uno dei favoriti, America Hustle, e mi chiedo se dovrò aggiungere anche lui alla gara. Di sicuro, questo 12 Anni Schiavo ci entra dentro di diritto, anche se forse è quello meno incisivo tra gli altri due, Wolf of Wall Street e Dallas Buyers Club.
Però ha i suoi meriti, e non ci sarebbe stato bisogno delle due locandine con Pitt e Fassbender…

locandina

Trama

Solomon Northup è un rispettato insegnante di violino che vive nella contea di Saratoga. Lì, gli uomini di colore sono già liberi, anche se la Guerra di Secessione non è ancora all’orizzonte.
Un giorno, viene invitato da due gentiluomini a unirsi al loro spettacolo, in veste di violinista. Dopo una cena con loro, si risveglia in catene, e verrà inviato in Lousiana e venduto come schiavo.
Passerà da un padrone all’altro, fino a fermarsi da mr Epps, che ha la fama di essere uno “spacca negri”…

scena1

Considerazioni

La trama di per sé è abbastanza classica. Le peripezie di un uomo imprigionato, i soprusi che deve subire e le violenze a cui assiste, sono la parte centrale del film, intervallata da alcuni flashback sulla sua vita di violinista sereno con la sua famiglia.
Solomon non è un eroe, non tenta fughe rocambolesche né fa qualcosa per difendere gli altri. A volte subisce, a volte vede subire.

scena2

E allora, perché questo film dovrebbe vincere tanti Oscar? Perché è realizzato bene, e con un ottimo cast, Chiwetel Ejiofor su tutti, insieme a Fassbender. Brad Pitt fa una piccola, importante parte, ma non da giustificare la scelta furbetta di inserirlo in grande nella locandina, cosa che svilisce il film che, ripeto, non avrebbe avuto bisogno di simili stratagemmi.
Quindi, nessun miracolo, nessun capolavoro, ma una buona pellicola che merita di essere in lizza per gli Academy Awards in diverse sezioni, anche se la trama non vi sembrerà nulla di nuovo.
Ma in fondo, è tratto da un libro autobiografico di quasi 150 anni fa…

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