Una domanda ai lettori

Di solito con il blog si cerca di dare un’informazione ai lettori, attraverso magari a una recensione, a un post dedicato a un artista, a un’opinione personale o altro. Insomma, con un articolo si va verso il lettore aprendo un discorso per poi aspettare un commento. Oggi vorrei fare il contrario, togliendomi io, se possibile, una curiosità.

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Qualcosa lo sa, qualcuno no, ma io nella vita per provare a campare, faccio l’agente di commercio, detto anche rappresentante. Non scendo nel dettaglio, ma vi basti sapere che io entro in uno dei negozi più frequentati oggi, anche in tempo di crisi. E vedo diverse realtà, dalla casalinga al ragazzino, dalla vecchietta pensionata all’operaio. Bene o male le vedo tutte le categorie, persino notai e dottori: tutti passano per quei tipi di negozi.

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E io sono lì, in attesa che si apra un uno spiraglio tra un cliente e l’altro per proporre quello che io vendo. Diventa quasi una routine, con una visita mensile o quindicinale.
Sto notando una cosa, mentre sono appoggiato al bancone, ascoltando la gente e osservando le loro espressioni: sono sempre più spenti. Spenti sono anche i loro argomenti, ripetuti come se fossero un copione comune. Si va dalla crisi al politico che mangia. Se va bene, ed è quasi esclusiva del lunedì, qualche discorso di calcio. Ma ormai anche quelli sono sempre meno.
Chiedo a voi, quindi, se anche dalle vostre parti le persone sono spente, grigie e disilluse. Qualcuno se la sente di dirmelo nei commenti?

P.S. se per caso non vi fosse possibile commentare, visto che iniziano a segnalarmi qualche problema nel farlo, scrivete per cortesia all’indirizzo master@primadisvanire.it
Grazie!

12 commenti

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    • Oreste il Aprile 16, 2014 alle 8:25 am
    • Rispondi

    Uno dei motivi per cui ultimamente il caffè lo bevo a casa è proprio questo. Facce spente, discorsi inutili e cupi.

    1. Allora mi confermi che è uno stato generale, ormai

    • claudio il Aprile 16, 2014 alle 10:22 am
    • Rispondi

    per quel che riguarda me, sai già come la penso amico mio. La risposta è sì, assolutamente. E non lo trovo sorprendente. banalmente, è venuta meno la speranza e il rispetto per noi stessi e altrui.

    Poi, ovvio, ci sarebbe da approfondire, ma non è questa la sede.

    1. E a questo punto, cambiare in meglio non è così semplice, credo.

  1. Ciao Marco,

    anche io, da molto tempo, noto un pessimismo inveterato nelle persone, le quali non fanno altro che lamentarsi per qualsiasi cosa gli accada. Tale situazione riguarda tutti, non solo coloro che appartengono ai ceti meno abbienti, ma anche chi può vantare una condizione patrimoniale florida.
    Inoltre, direttamente connessa al pessimismo, vi è una indolenza ormai intrinseca alla stragrande maggioranza della popolazione. Non si ha più la voglia di fare nulla, salvo guardare la televisione o navigare su internet.

    1. Ecco, hai detto bene: non si ha più voglia di far nulla se non cercare di andare in stand by facendo qualcosa di passivo e non di attivo.

      A volte invidio le persone incoscienti, i cui unici problemi possono essere decidere se comprare una gonna rosa o una gialla, e che poi per risolvere le comprano entrambe e se ne vanno a casa. Il mondo intorno a loro non ha peso.

      1. Io, invece, non invidio per nulla queste persone, anzi, mi fanno pena. Ormai sono ridotti ad essere meri automi, programmati per seguire tutto ciò che gli viene propinato dai mass media.
        Meglio avere una vita piena di interessi e passioni.

      2. Quello di sicuro. Io intendevo quelli che hanno qualcuno alle spalle che gli rende la vita facile, e che la natura ha dotato di menti elementari. Questi, sebbene sia un periodo negativo che coinvolge tutti, non se ne accorgono. La carta di credito è pressoché infinita per loro…

    • Simone il Aprile 16, 2014 alle 3:16 pm
    • Rispondi

    Non so se possa aiutarti a rispondere alla tua domanda, ma provo a descriverti quello che ho visto in 5 anni di pendolarismo.
    Stazioni, treno, bus, università…non solo le stesse persone, ma anche le stesse espressioni sui volti: buie, smaronate, stanche, pochi sorrisi. Tutti si muovono come telecomandati sul percorso casa – lavoro/studio, ignorando ciò che sta intorno (e mi ci metto di mezzo anche io!)
    Solo i “primini”, sull’onda dell’entusiasmo per il nuovo percorso di studi e delle nuove amicizie rompevano un po’ questa monotonia, nella quale cadevano inevitabilmente l’autunno successivo.

    1. Anche l’entusiasmo nei giovani e negli studenti è pari a zero, ormai. Desolante.

  2. Si sono arresi, o si stanno arrendendo.
    Tanto non cambia niente, tanto non serve a nulla, tanto “hanno ragione loro”… e chi siano loro non si capisce bene, ma te lo ripetono ogni tre per due.
    E si inc*zzano come bestie se tu non sei spento, sfiduciato e morto come loro.

    1. Diventeremo come i Borg. Al contrario loro, però, non riusciamo a operare nell’interesse comune, anzi.

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