Ricordo ancora quando andai a vedere il Volume 1 al cinema. Esisteva internet, vero, ma non era ancora diventato lo strumento da consultare e informarsi prima di andare al cinema, almeno per me. E così arrivai alla fine della visione chiedendomi che cazzo stesse succedendo. Come fine? E la seconda parte? Beh, tornai a casa e feci quello che avrei dovuto fare prima: andai sul web a cercare informazioni (non la spiegazione, Gesù…)
Inutile che vi racconti la trama, il film compie ormai 10 anni, forse 11 anni, e quindi dovreste conoscerla tutti, a meno che non siate rimasti ibernati fino a oggi e lo abbiate trovato per caso sul satellitare, chiedendovi perché Uma Thurman indossi una tuta simile a quella di Bruce Lee in quel film incompleto.
Rivedere Kill Bill dopo tanti anni, mi ha fatto piacere, diciamocelo, ma mi è parso un Tarantino a metà. C’è il Tarantino degli omaggi e citazioni, con Sonny Chiba come guest star e i rimandi ai vecchi maestri del cinema cinese, in questo caso Pai Mei, interpretato dal leggendario Gordon Liu.
Ci sono sccelte registiche sperimentali e molti rimandi al cinema di arti marziali anni ’60 e ’70, e qualcosa anche agli spaghetti western e alla exploitation amata dal regista, più qualche sequenza di animazione, ma manca un ingrediente, quello che per me è importante in ogni film di Tarantino: la sceneggiatura.
Prima che iniziate a lamentarvi e a inveire, preciso che per sceneggiatura intendo quelle battute a cui ci ha abituato il regista. Dialoghi di botta e risposta in scene in cui i personaggi sì e no si muovono, battute memorabili da citare e ricordare. Provate a pensare a Le Iene o a Pulp Fiction, ma anche a Django Unchained.
Qui abbiamo più che altro scene di combattimento, qualche battuta buona e poco altro, anche se la storia è ottima, così come la scelta di mixare i vari capitoli interni e non presentarli in sequenza.
Non riesco a considerare questi due Kill Bill i migliori lavori di Tarantino, né a considerarli esempi per citare il regista. Ma badate, non sto dicendo che sono brutti film, mancano solo di quel tocco distintivo alla Tarantino, tutto qui.
E voi, cosa ne pensate?
2 commenti
Citerò te stesso” andai sul web a cercare informazioni (non la spiegazione, Gesù…)” commentando con un “HAHAHAHAHAHA!!!!!!!!” 😀
Battute a parte concordo in pieno, è troppo un tributo ai film di arti marziali e troppo poco una “Tarantinata”, manca in effetti di quei dialoghi tipici delle sue opere ma va anche detto che per quanto riguarda il tributo agli spaghetti western (ovvero Django Unchained) questo si prestava maggiormente alla sua sceneggiatura tipica (serie di scambi di battute ad effetto e dialoghi molto ben strutturati), i film di arti marziali erano più che altro un “adesso vengo a farti il cuBo” e poi partivano le mazzate.
La regia in kill bill era molto al di fuori dalle righe per i tempi e per lo più non è stato capito, ricordo che moltissima gente (la maggior parte) uscì dal cinema con l’espressione di quello che si sta chiedendo che cosa ha appena guardato, troppo avanti per i tempi o semplicemente regia fuori luogo? Io credo la prima anche perchè la maggior parte delle sue opere sono sempre state capite a scoppio ritardato. 🙂
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Beh, per me l’unico buco nell’acqua e con rivaluterò mai è Grindhouse: quello è proprio alieno come film.
Questo manca della sceneggiatura alla Tarantino, di cui forse l’esempio migliore, e che non ho citato nel post, è True Romance: quello è Tarantino 100% ed è anche quella che gli ha fatto fare il salto (si parla di 400.000 dolla)