Si parlava giorni fa con un’amica – che sta tra l’altro curando una rubrica a tema sul suo blog e che vi consiglio di seguire QUI – degli horror di quando eravamo ragazzini, specialmente della fase Notte Horror.
In quegli anni, parlo di un arco di tempo compreso tra il 1989, data di inizio della serie, fino al 2009, Italia 1 trasmetteva questa rassegna in seconda serata dove si potevano gustare film horror classici e non. Si avvicendava un po’ a zio Tibia Horror Show, insomma.
Ebbene, abbiamo notato che la qualità dei prodotti, nonostante negli anni 2000 gli effetti speciali fossero migliorati, calava drasticamente mentre il tempo passava.
Se la rassegna era partita con film come Nightmare (di Craven), L’Ululato (di Dante) e Hellraiser (di Barker), tutti classici insomma, si finiva nel 2009 con un remake di The Omen o un Wrong Turn, esteticamente più belli da vedere se vogliamo, ma poveri di sostanza e contenuti. Niente di nuovo, niente di innovativo.
Cosa si è perso per strada secondo voi, il modo di intendere l’horror o la ricerca di una buona trama e della tensione a scapito di teen movie zeppi di effetti grafici e spaventi meccanici?
P.S. da qualche parte in rete si trova l’elenco dei film della rassegna, se vi interessa. Dategli un’occhiata e poi ditemi cosa ne pensate.
4 commenti
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Di solito io mi rifaccio alla play Station – alla quale ho sempre giocato – per spiegare il problema. Oggi è (quasi) tutto giocato sull’immagine e (spesso) molto poco sui contenuti. Ci sono giochi della PS3 che hanno immagini e ambienti minuziosi e realistici, che però tolgono paradossalmente atmosfera (come in un libro la può togliere una descrizione troppo dettagliata degli ambienti). E che sembrano paghi di una veste grafica superiore, salvo poi proporre trame e dialoghi al limite dell’infantile. Credo succeda lo stesso con molti film.
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Sì, la gente viene affascinata dalle sirene, e qui in Italia il problema si traduce poi in quello che ha evidenziato Lucia: prodotti commerciali e commerciabili, dalla musica alla letteratura, dal cinema ai serial tv, fino ai videogame come fai notare tu.
Innanzitutto, grazie per la citazione 😉
Il problema, credo, va anche ricercato nel fatto che un tempo venivano distribuiti da noi moltissimi prodotti di serie B, mentre oggi la distribuzione è molto più selettiva rispetto a un tempo.
Molti film che noi vediamo e recensiamo, parlandone in maniera anche lusinghiera, in Italia non arrivano proprio.
Molto probabilmente, se Cabal uscisse oggi, non sarebbe mai distribuito da noi, lo reperiremmo sui canali che conosciamo e ne parleremmo su blog e siti specializzati.
E quindi la programmazione televisiva di una trasmissione come Notte Horror, va a pescare per forza nell’ambito più commerciale.
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Lo stesso virus che affligge tutto il settore intrattenimento, quindi. Come sappiamo e vediamo, anche nella letteratura vengono distribuiti solo i prodotti più commerciali, senza lasciare spazio agli autori di nicchia (o che rappresenterebbero una nicchia qui, per intenderci.)