La Rete va in down

Dovrei dire due parole sul blackout di parte della Rete italiana di ieri. Nessuna novità, lo sapete anche voi di chi sto parlando. Il fatto è che ero qui, davanti al PC, e a un certo punto è andato tutto in down.

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La prima reazione è stata quella di provare con il tablet, e anche lì nisba. L’unica cosa che ha retto per un po’ è stato Twitter, giusto il tempo di avere la conferma anche da altri che non era un problema mio ma diffuso tra tutti quelli che avevano il mio stesso provider.

La mia seconda reazione è stata:okay, sono tagliato fuori. Niente mail. Niente lavoro sulla Rete. Niente promozione degli ebook. Niente ricerche. Niente di niente.
Questa, ovviamente, è la perfetta occasione per i luddisti di dire che si stava meglio una volta, quando si faceva senza computer, blablabla, gnegnegne… Okay, quando si guasta l’auto, rimpiangete i bei tempi quando andavate col carretto o addirittura a piedi? Non credo proprio.

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L’unica cosa che rimane è la consapevolezza che la Rete deve essere protetta, aggiornata, sistemata, perché anche se sembra invasa da ebeti, a volte, è una fonte inesauribile di sapere e di progresso.
E dopo queste perle di saggezza, vi auguro un buon week end. A domani con un articolo che parlerà anche dei mondiali di calcio.

2 commenti

  1. Stamattina litigavo con una tipa, su Facebook, che sosteneva qualcosa del tipo “Non avete potuto pubblicare le selfie per qualche ora, mica è morto nessuno. Siete tutti dei bambocci”.

    Ieri mia madre aveva una mammografia alle 13, e ho potuto avere sue notizie soltanto al ritorno dal lavoro, perché il mio cellulare Wind era completamente senza Rete.
    Senza contare chi con Internet ci lavora, magari per importanti transazioni di denaro.

    Io i luddisti li odio proprio.

    1. È quello il punto: quelle critiche banali vengono da quelli che usano in modo superficiale la tecnologia, e quindi pensano che ci siano solo utilizzi sciocchi o ludici.

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