Autòmata (recensione)

Gli spagnoli, come i francesi, stanno producendo film davvero notevoli, siano essi horror (dove ci superano a occhi chiusi) che in prodotti di fantascienza o comunque distopici. Un esempio di quest’ultimo genere può essere Los Ultimos Dias, recensito tempo fa.

Locandina

Locandina

Ero quindi curioso di vedere questo Autòmata, diretto dal madrileno Gabe Ibáñez, uno che ha collaborato con Alex De La Iglesia per El Dia de la Bestia, tanto per dire, e interpretato dal sempre bravo Antonio Banderas[1].
Premetto che non è un film USA, e si vede, ma nemmeno lo vuole essere. Girato con poco più di 10 milioni di budget, affronta la tematica dell’Umanità a rischio estinzione a causa della desertificazione del pianeta, e allo stesso tempo ci mostra l’annosa questione del progresso e delle nostre interazioni con le macchine, sempre più sofisticate.

Il regista

Il regista

Inutile quindi che vi dica che gli automi antropomorfi del film devono sottostare alle famose leggi della robotica, ma non sarà quella la tematica principale, nonostante abbia il suo peso.

automi

Posso dire francamente che è un film audace, ben riuscito, ma con i tempi spagnoli, del cinema che non vuole catturare lo spettatore con sparatorie, continue meraviglie di CGI o scene d’azione al limite. Non ci sono continui inseguimenti né esplosioni apocalittiche.
E mi viene da dire per fortuna.

banderas

Difficile anche consigliarlo, se non a un pubblico maturo che sa apprezzare la storia più che l’immagine, anche se è visivamente ottimo, con la giusta atmosfera e la classica “bella fotografia”. Non aspettatevi quindi una cosa alla I Robot con Will Smith, ma qualcosa più intimista alla Blade Runner, se proprio dobbiamo fare un paragone sempliciotto.
L’unica certezza che ho è che perfino gli spagnoli si danno da fare per produrre film di un certo livello. Noi ci fermiamo ai cinepanettoni e alla mafia[2].

 

 

 

 

 

 

[1] Sì, a me Banderas piace. Inutile chi parla a vanvera della sua pubblicità del Mulino Bianco, non sapendo quali vantaggi fiscali hanno le star nel girare spot all’estero, o con chi critica la sua parte in Expendables 3 avendolo visto doppiato in italiano. Informatevi, e poi magari ne parliamo…

[2] Oppure snobbiamo i film di Virzì, come Il Capitale Umano, che ha l’unico difetto di avere una locandina fuorviante.

2 commenti

  1. Ma da noi quand’è che producono qualcosa di simile? In cui osano un po’ coi generi? L’unica operazione in questo senso mi pare Il ragazzo invisibile, che però non ho voluto vedere al cinema perché non ne ho sentito parlare bene.. a parte da MikiMoz.

    1. Ecco, anche Salvatores è uno a cui hanno tagliato le gambe diverse volte. Credevo che pure lui, com’è toccato ad Avati, avesse ormai mollato l’idea del fantastico, dopo le mazzate ricevute per Nirvana. Staremo a vedere. Per ora, godiamoci cinepanettoni e sparatorie mafiose…

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