Oltre il Guado (recensione)

Faccio una premessa, anche se non amo farne, introducendo le mie (pseudo) recensioni con aneddoti personali. Ma in questo caso ci sta. La scorsa settimana, per lavoro, mi trovavo in Friuli. Ho passato i giorni a Pordenone, poi a Udine e infine a Gorizia. Mi è sembrata una curiosa coincidenza aver visto questo film, anche perché non avevo voluto leggere nulla prima a riguardo, se non la trama e che Lucia lo consigliava.

Locandina con il titolo in inglese

Locandina con il titolo in inglese

 

Non è un film nuovissimo, essendo uscito nel 2013, da quello che leggo, ma l’ho recuperato solo quest’oggi. La tematica mi interessava, e poi la mi fido ciecamente dei suggerimenti di Lucia.
Mi sono seduto, ho caricato la pipa e ho fatto play, sperando di fuggire per una volta dai prodotti horror all’americana o dai troppi found footage e mock che infestano la categoria.

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Trama

Un etologo, Marco Contrada, sta controllando le attrezzature che ha disseminato nei boschi dei monti friulani[1], quando attraversa un torrente per raggiungere un agglomerato di case. Il paesino sembra essere stato abbandonato all’improvviso, tanto che ci sono ancora tavole apparecchiate e armadi con vestiti all’interno. E una valigia fatta, lasciata a terra.
Mentre lo sta esplorando, inizia a piovere, una pioggia che pare non cessare mai e che, ingrossando il corso d’acqua, lo blocca nel paese. Marco inizierà a sentire la presenza di figure inquietanti, che lanciano urla agghiaccianti durante la notte, riempiendo il suo sonno di terrore.

 

Considerazioni

Leggendo altre recensioni, ho avuto la conferma che la sensazione di omaggi a Pupi Avati non fosse solo una mia impressione. Intendiamoci, parlo di un omaggio, non di un clone. E questo per quanto riguarda certe atmosfere e le figure delle due ragazze/bambine/donne che infestano il luogo. Ma il regista ha la propria mano, i propri tempi e il proprio stile. Uno stile che sicuramente non piacerà a tutti, soprattutto a chi è abituato a vedere prodotti americani più chiassosi e “movimentati”, incentrati più sull’effetto che sull’atmosfera.

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Ed sono proprio l’atmosfera, le suggestioni, quell’umidità del paesino che ti entra pian piano nelle ossa, che ti prendono alla gola, lasciandoti a bocca aperta per la durata del film, mentre ti chiedi cosa accadrà da lì a breve.
Un film girato con un budget ridotto, se vogliamo, ma con delle scelte tecniche che rendono molto di più di qualsiasi altra pellicola a budget elevato, e che magari esce nelle nostre sale richiamando stormi di ragazzini trepidanti in attesa di sangue, budella e splatter gratuiti.

Oltre il Guado riesce con pochi mezzi a creare tensione, una qualità rara di questi tempi e in cui era bravo il sopraccitato Avati.
Unica avvertenza, se riuscite cercatelo con i sub in inglese (i soli esistenti), perché le parti in sloveno dicono siano importanti, ma io non ci ho capito mezza parola.

Curiosità personale: guardando questo film, mi sono venute in mente le atmosfere di Vai a Prendere una Stella.

 

 

 

[1] Che si trovasse in Friuli l’ho capito quando ho sentito i vecchi parlare in sloveno

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