“A me non mi frega nessuno!”

Questo è un post di sfogo personale. E avrà un discreto contenuto di turpiloquio. Se non ve ne frega una mazza dei miei giramenti di scatole o se ritenete che l’uso di “cazzo” al posto delle virgole sia offensivo, passate oltre. Questo blog ha un sacco di articoli interessanti con cui passare il tempo.rzmxpr

Non sono uno scrittore. Sono uno che legge parecchio. Ma non sono uno scrittore. Non ho una reale percezione del problema scrittori/lettori, o del perché in questo paese venga pubblicata un sacco di merda. Sono un artigiano. Faccio l’idraulico per vivere. E questo mi mette a contatto, ogni fottuto giorno, con il comune denominatore dei sopracitati problemi. E di un sacco di altri problemi.
L’Imbecillità.
Quella con la I maiuscola, sottolineata e grassettata. Quella che, quando la riconosci, ti lascia disarmato. Incapace di reagire.
Marco e tanti altri blogger hanno affrontato il problema dell’Imbecillità dal loro punto di vista. E visto che sono reduce da due settimane di lavoro del cazzo, oggi vi beccate anche il mio di punti di vista. Se siete arrivati a leggere fin qui tanto vale che andiate avanti.

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Nel mio campo sai di essere al cospetto della Grande I quando vieni apostrofato con la frase che da il titolo a questo post:
“A me non mi frega nessuno!”
Generalmente sputata fuori in modo arrogante, mentre vieni guardato dall’alto in basso. Subito dopo aver consegnato un preventivo.
Perché il tuo cliente si è informato. Su internet. Perché il tuo cliente ha chiesto. Generalmente all’amico di turno, che non si capisce che cazzo di lavoro faccia ma ne sa sicuramente più di me. Perché tu, idraulico ladro e profanatore di mogli altrui, non ti devi permettere di decidere quanto vale il tuo lavoro. No. Lo so io quanto vale. IO. Il tuo cliente, laureato in cazzologia applicata, docente alla sacra università dell’onanismo di gruppo. IO. Che mi sono informato sul forum. Popolato da utenti uguali a me ed estremamente informati su tutto.
Ma non me la prendo. Negli anni ho imparato a stare calmo, sorridere e spiegare il motivo dei miei prezzi. E qui arriva la conferma. A questo punto sei sicuro che è proprio la Grande I. Perché a questo punto ti dicono:
“Ah, ma io in casa mia faccio poi quel cazzo che mi pare!”
Sto cazzo.
Esistono talmente tante normative, leggi, regolamenti regionali e comunali, in Italia, che questa regola non vale più. E io, un fottuto professionista, sono tenuto a conoscerli. Passo ore su queste cazzo di normative. Che se le stampi e le metti assieme occupi un paio di metri cubi. Che se sbagli sei perseguibile. P-E-R-S-E-G-U-I-B-I-L-E. Io. Per primo. Poi, forse, tu. Per questo non puoi fare (e non ti posso fare, di conseguenza) una cucina nel tuo merdosissimo garage. Perchè è illegale. Per questo l’impianto del tuo stramaledetto tritamerda te lo devo fare con certi materiali e non con altri, che sono più economici. Perché con i materiali che vuoi tu ci sono buone probabilità che ti coli merda dal soffitto. No, non è una metafora. Per questo ti chiedo tot soldi per cambiare la tua cazzo di caldaia. E per questo mi incazzo quando mi dici che la caldaia l’hai già comprata su internet. Perchè ci sono leggi che mi impongono di fare un determinato lavoro in un certo modo. Perché alla fine devo fare qualche firma. Per certificare che il lavoro è stato fatto secondo le leggi, che il materiale che ho usato è conforme, che lacazzodicaldaia sia adeguata, conforme e certificata. E, se non lo sai, quelle piccole firme mi impegnano a vita. E se succede qualcosa si va sul penale. Quindi si, le mie firme costano. Fattene una ragione.
E, badate bene, a questo punto del discorso sono ancora sorridente. Ho spiegato tutte le mie ragioni con calma, educatamente, perdendo un sacco di tempo che avrei utilizzato meglio su youporn.

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Ma gli Imbecilli non te ne perdonano una. Gli ho lasciato delle scappatoie.
La prima è la mia preferita. Perché chiude la conversazione. Perché quando ti dicono: “Ah, ma Tizio Caio Sempronio s.r.l. mi fa il lavoro alla metà. Però tu lavori meglio, si vede, fammi lo stesso prezzo e il lavoro e tuo!”. Che cazzo posso rispondere adesso? In genere ho 3/5 secondi di blocco dove mi vedo, con gli occhi del mio cliente, genuflesso a blocca aperta mentre ringrazio per l’immensa opportunità che mi viene offerta. Poi la telepatia si interrompe, per fortuna. Guarda, caro mio, se te lo fa a metà prezzo vai. Ti assicuro che non ci saranno problemi. Ora scusami, ma ho lasciato un vintage aperto su youporn, devo andare a vedere cosa combina l’idraulico con la cliente.

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Il più delle volte, purtroppo, si arriva alla seconda scappatoia. Con questa mi si chiude la vena e, se non sto attento, rischio di piantare una testata in faccia al mio (ex-)cliente. “Ah, beh, a saperlo me lo faccio da solo il lavoro che spendo meno, tanto, che cazzo ci vuole!”
Mi hai appena dato del ladro. Hai appena dichiarato che i miei anni di formazione e di esperienza non valgono un cazzo. Hai appena dimostrato di essere un Imbecille ignorante. E un analfabeta disfunzionale. Perché non hai capito un cazzo di quello che ti ho detto sulla legislazione italiana. Non puoi farlo[1]. Primo perché è illegale. Secondo perché non sai nemmeno da che parte iniziare. E se farai delle cazzate, e le farai, potresti fare male a qualcuno. E’ già successo.
Ma alla Grande I non interessa. Ed è il motivo per cui i metri cubi di normative diventeranno tre. Perché quelli contagiati dalla Grande I continuano a fare cazzate.

Nota bene: prima che partiate in tromba a commentare chiariamo un punto: si parla di clienti. Non di idraulici. Esistono colleghi disonesti. Avete il sacrosanto diritto di chiedere più preventivi. Dovreste avere lo stramaledetto obbligo di valutarli usando il cervello, non il culo.

[1]    Sia ben chiaro, non sto parlando di un rubinetto da cambiare.

4 commenti

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    • Oreste il Marzo 16, 2015 alle 9:21 am
    • Rispondi

    Queste parole, opportunamente riassunte, andrebbero scritte su una scheda 6 per 12 e piantate con la sparachiodi in fronte a ogni grande I. Bravo

      • Screetch il Marzo 16, 2015 alle 10:18 am
      • Rispondi

      Ma lasciamolo per intero. I chiodi non costano molto…

  1. 92 minuti di applausi e, per ciò che può valere, solidarietà.
    Siamo in un paese che ha perduto la capacità di valutare la qualità, e la competenza.
    Forse perché conveniva a qualcuno, che si perdesse questa capacità.

      • Screetch il Marzo 16, 2015 alle 3:09 pm
      • Rispondi

      Grazie. Vale.
      Per quello che riguarda il mio piccolo posso dire che la colpa è attribuibile, quasi in toto, a due attori principali: gli enti di controllo che da anni rilasciano le abilitazioni professionali a cani e porci, e la generazione di professionisti/artigiani prima della mia. Troppi compromessi per quattro lire.

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