Blooper di Davide Mana (recensione)

Quando si ha voglia di qualcosa di scritto bene e che impegni al massimo due serate, io so già a chi rivolgermi. Fra questi, c’è di sicuro Davide Mana, che ha anche il pregio di spaziare tra vari generi e non fermasi a un’unica tipologia. E mentre ero in viaggio, la scorsa settimana, avevo voglia di leggere qualcosa di breve prima di addormentarmi la sera. Questo lo avevo bello e pronto nel Kindle.

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Sinossi (ufficiale)

Da sessant’anni, il Blooper, la Grande Balena Anomala dell’Atlantico Meridionale, gioca a rimpiattino con sottomarini, flotte di pescherecci, vascelli da ricerca, satelliti e sistemi di monitoraggio.
Nessuno l’ha mai visto.
Pochi l’hanno sentito.

Ray Gordon è un vecchio astronauta morto.
Ed è la persona più adatta per affrontare il Blooper nel suo elemento, e scoprirne i segreti.

Ma là sotto la superficie dell’Atlantico, lontano dalla luce del sole, la partita rischia di di diventare molto pericolosa.
E forse il Blooper non è il mostro più spietato che Ray dovrà affrontare.

Considerazioni

Con i lavori di Davide mi trovo a mio agio. Ritmo, ironia e qualche sorpresa che non guasta mai. In questo fanta-thriller, troviamo anche competenza nelle descrizioni tecniche e scientifiche, oltre che ai pregi citati sopra. Ed è un grosso punto a favore di questo racconto.
Blooper richiede però un minimo di attenzione, mentre lo leggete, e che sappiate far girare le rotelle senza aver bisogno di continue spiegazioni.
Se conoscete Davide, ritroverete il suo stile, per una volta però in un contesto diverso dalla saggistica o Dagli Orrori della Valle Belbo, avendo la conferma che sa muoversi in vari ambienti rimanendo riconoscibile. Un autore che ha la sua voce, come si suol dire.

Consigliato quindi a lettori che sanno leggere, e non si limitano a far scorrere le parole.

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