Due parole sul marketing aggressivo

Leggevo un post, qualche giorno fa, in cui si diceva, tra i vari punti, che i successi commerciali non sono attribuibili al marketing aggressivo che usano le BIG. Nel caso dell’articolo, si parlava di editoria, e si diceva che se un libro vende è perché è valido e grazie al supporto dei lettori.

Funziona così

Funziona così

Io ho qualche dubbio, sinceramente. Se analizziamo la tipologia di promozione che viene fatta per quelli che poi sono successi di vendite (non ho detto di lettura, perché questi vendono, ma non è garantito che non finiscano sulle mensole senza essere letti), noteremo che al momento del lancio, saranno presenti ovunque, dalle vetrine agli spazi pubblicitari sui giornali, dai servizi in TV alle recensioni su blog e riviste varie.
Vi dicono in continuazione che questo libro esiste, è venduto, letto, premiato, comprato, discusso. Il tutto con un’insistenza tale da risultare quasi ipnotica.

Dovrebbe funzionare così...

Dovrebbe funzionare così…

Prendiamo l’esempio delle canzoni alla radio, per dire: avete notato che alcuni brani li ascoltate più e più volte al giorno, ovunque vi troviate? In un centro commerciale, potreste sedervi ed essere sicuri di avere a disposizione la stessa playlist tutto il giorno, sempre la stessa.
Inutile negare, quindi, che i successi commerciali lo sono perché vi dicono che devono essere quelli, che dovrete comprarli per sentirvi parte del gruppo, della massa. Un messaggio che vi suggerisce che vi sentirete meglio e più sereni, proprio perché avrete quel prodotto che hanno tutti.

Ricordatevelo!

Ricordatevelo!

Non è bravura, non è nemmeno marketing: è induzione.
Siete perciò sicuri che se aveste a disposizione un capitale da investire, non sarebbe semplice anche per voi entrare nelle case di molte persone?
Oppure, se proprio desiderate far parte di quel giro, non vi resta che farvi il giro giusto, entrare nelle grazie degli addetti ai lavori e aspettare che tocchi a voi, perché non esiste nessuna magia, non esiste nessun talento che vi porterà lassù dove volete arrivare voi.

4 commenti

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    • claudio il Marzo 18, 2015 alle 9:13 am
    • Rispondi

    Deprimente ma sacrosanto.

    1. C’è chi non ci crede…

  1. Eh, è proprio così. Almeno nell’esempio delle hit musicali lo si nota parecchio. Fortunatamente internet e i social han fatto nascere abbastanza spontaneamente il viarl marketing, che poi pure quello ora si tenta di indurlo a forza. Pare quasi un controsenso.

    1. Eppure, anche online ormai vedi sempre più spinti i soliti 3 o 4 nomi, che non tirano neppure con la fionda, ma ci provano a ficcarteli ovunque. Il che è molto equivoco e imbarazzante.

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