Il Nulla che avanza

Complice l’ascolto di un album che rispolvero almeno una volta all’anno, ieri pomeriggio mi sono guardato un attimo alle spalle, cosa che non faccio di rado, è vero, e non ho potuto fare a meno di farmi qualche domanda.

Conoscete il Nulla?

Conoscete il Nulla?

In verità, ancora prima dell’aver riascoltato il suddetto album, un senso di disagio aveva iniziato a prendermi la sera di sabato. Una serata in cui non avevamo voglia di uscire, finendo per cercare qualcosa da guardare in casa. Qualcosa di poco impegnativo, soprattutto. Cercando sui vari palinsesti, avevo trovato varie alternative, ma ho scelto la terza parte de Lo Hobbit di Jackson.

Lascerò perdere qualsiasi commento sul film, perché c’è veramente poco, pochissimo da dire che non sia stato già detto. Quello che mi interessa è che ho ripensato a quando presi in mano il libro la prima volta, nel 1988. Me lo aveva prestato un mio vicino, un ragazzo di cui ho già parlato sul blog a volte. Aveva circa 18 anni e una stanza piena di fantasy e fantascienza. Libri, action figure, statuette, miniature, disegni (realizzati da lui, un talento unico). Difficile non venire coinvolto, io che amavo già la mitologia e quello che era fantasy, ma a cui non sapevo ancora dare un nome.

Una gran bella lettura. Avevo 9 anni.

Una gran bella lettura. Avevo 9 anni.

Portai a casa il libro, mi chiusi nella mia suggestiva camera, ricavata nella mansarda[1]. E mentre l’estate e i suoi rumori entravano dalla finestra, io leggevo lo Hobbit, vedendo con l’occhio della mente quei luoghi, immaginando ciò che leggevo sulle pagine. Avevo 12 anni, quasi 13. Avevo letto tanto, un po’ di tutto, toccando la fantasia per la prima volta con Leggende Germaniche, un libro per ragazzi che raccontava il furto dell’oro delle figlie del Reno, ed ero pronto a sognare gesta epiche di eroi, scontri con maghi e guerrieri. E ora avevo questo primo libro di Tolkien tra le mani, dove gli eroi non erano alti, biondi e impavidi, ma nani e un hobbit.
Da lì in poi, appena avevo qualche soldo in tasca e modo di andare in una libreria di città[2], non potevo fare altro che fare la conta per decidere cosa acquistare, sperando di avere abbastanza denaro.

Tiravo calci a un pallone, ogni tanto, ma preferisco queste cose...

Tiravo calci a un pallone, ogni tanto, ma preferisco queste cose…

Eh, sì,  al tempo ero uno di quei ragazzini con la testa tra le nuvole, sempre impegnato a fare disegni, guardare film del fantastico, giocare con le action figure (che chiamavamo “gli omini”) e parlare con il mio vicino e suo fratello minore di mondi lontani.
Nostalgia? Forse. Ma la cosa che davvero mi dispiace è che a volte, nonostante sia ancora con la testa fra le nuvole, mi pare di aver perso per strada la magia di quei tempi. Si cresce, è vero, però non accetto passivamente che il Nulla arrivi e mi porti via tutto. Conoscete il Nulla, giusto?

Atreyu: But why is Fantasia dying, then?
G’mork: Because people have begun to lose their hopes and forget their dreams. So the Nothing grows stronger.
Atreyu: What is the Nothing?
G’mork: It’s the emptiness that’s left. It’s like a despair, destroying this world. And I have been trying to help it.

Il Nulla è ciò che inghiotte i nostri sogni a occhi aperti, ciò che divora i nostri attimi prima di addormentarci, quelli in cui iniziamo a far viaggiare la fantasia nel silenzio della notte.
Vedo oggi che i ragazzi hanno un potenziale enorme per sviluppare la loro fantasia, tonnellate di informazioni e prodotti per creare i loro mondi, e storie di altri di cui godere. Spero che lo sappiano usare, e che non si limiti tutto al solo acquisto di gadget o lanci di dadi senz’anima. Da giocatore di ruolo, infatti, ho visto persone portare sul tavolo schede, non personaggi. Schemi fatti di numeri, combinazioni studiate per essere sicuri di avere una percentuale alta di successo nel lancio.
Della storia? ‘fanculo la storia, andiamo avanti e apriamo quella porta.

Qui ci deve andare la mente, non basta farne una copia fisica.

Qui ci deve andare la mente, non basta farne una copia fisica.

Mi pare, per questo, che ci sia un nuovo figlio del Nulla che sta contagiando le generazioni di adesso[3] , relegandoli a schemi legati a serial e/o videogame, togliendo loro l’atmosfera e il gusto di creare i loro mondi.

Ed è per questo, nella speranza di trasmettere qualcosa anche ai miei figli, che non voglio “crescere”, e che sto tanto bene nei panni di Peter Pan. Ma ogni tanto, anch’io ho bisogno di queste parole per ricordarmelo:

[…]Or were they killed
By the old evil ghost
Who had taken
The ocean
Of all my dreams
Which were worth to keep
Deep inside my heart
I wish I
Could get them back
From the everflow
Before they’ll fade away

E non si sa mai che, prima o poi, non mi chiuda dentro a una stanza per un lungo periodo, ascoltando Blind Guardian per giorni, e scrivendo quelle storie che da ragazzo avevo solo abbozzato[4].

 

[1] Una delle cose che più ricordo con affetto e un po’ di orgoglio: avevo una camera da letto come nei film di quell’epoca.

[2] Ahimè, abitavo in mezzo a due minuscole frazioni di una cittadina in cui non esistevano librerie fornitissime sul fantastico. Per vedere la prima, sarebbero passati altri 10 anni.

[3] Alt! Non sto accusando nessuno. Anzi, spero che qualcuno arrivi a smentirmi (con garbo) e mi dica che anche loro fanno dei bei viaggi nella fantasia.

[4] Ve ne dovrei già aver parlato da qualche parte.

4 commenti

Vai al modulo dei commenti

  1. Tutto vero, purtroppo.
    La cosa triste è che non vedo soluzioni a breve termine per questa situazione di stallo.
    La mia compagna lavora in una scuola e mi dice che, di anno in anno, le nuove generazioni sembrano sempre più apatiche e meno curiose. Per dire, non imparano nemmeno a smanettare al computer e Internet lo utilizzano solo da smartphone. E non approfondiscono nulla, non si interessano di niente (salvo poche eccezioni).
    E no, non credo che si tratti soltanto di discorsi da “vecchi”. Magari è anche colpa di una generazione di genitori immaturi e incapace di dare input, oltre che della società.
    E’ il Nulla che avanza.

    1. Se una volta eravamo 10 su 100, adesso saranno 5, forse meno. Mi danno l’impressione di mangiare cibo preconfezionato.

    • claudio il Maggio 5, 2015 alle 9:29 am
    • Rispondi

    Mi sa che il nulla sia già tra noi a buon diritto, e come tutti i Nulla che si rispetti sta già creando non poche mostruosità.

    1. Eppure, penso a cosa avrei fatto io se avessi avuto i mezzi di ora. Non per fare retorica, ma davvero, avessi avuto la potenza della Rete da ragazzo, avrei avuto un’evoluzione più veloce. Invece, mi pare di averci messo un sacco di tempo per la lentezza dei mezzi di informazione dell’epoca, e il vivere fuori città rallentò ulteriormente le cose.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.