Crimson Peak: capolavoro gotico

Dopo una lunga pausa dal blog, per vari motivi, torno a buttare giù due righe, e lo faccio per parlare del nuovo film di uno dei pochi grandi e coraggiosi registi rimasti dalle parti di Hollywood. Chi mi conosce sa la passione e la stima che nutro per Del Toro, regista che non scende a compromessi e che piuttosto rinuncia a una produzione, piuttosto che vedersi trasformare un suo progetto in un prodotto commerciale. Questo, come si può facilmente intuire, gli crea non pochi problemi, dall’assegnazione di budget risicati alla scarsa promozione, fino al bollino VM17 (in U.S.A.) assegnato dalla censura.

Del Toro e un angolo della sua casa

Del Toro e un angolo della sua casa

Vedere un film di Del Toro richiede uno sforzo da parte dello spettatore, diciamocelo subito: una preparazione culturale o una curiosità tale dal decidere di colmare le lacune in seguito. Perché dico questo? Perché Crimson Peak è stato presentato come un film horror, quando in realtà non lo è. Crimson Peak – e non ci vuole chissà quale genio per scoprirlo – è un romanzo gotico messo su pellicola. Ora, non sono qui a spiegarvi la differenza tra horror e gotico, visto che sono cose che si dovrebbero studiare già in prima superiore[1], e potrete tranquillamente farvi un’idea della definizione andando in Rete, o dando un’occhiata a QUESTO SAGGIO uscito da poco.

Hiddlestone deve essere stato uno dei compromessi accettati da Del Toro. E lo ha diretto a modo suo.

Hiddleston deve essere stato uno dei compromessi accettati da Del Toro. E lo ha diretto a modo suo.

Per farla breve, anche se horror e gotico hanno elementi in comune e si possono considerare parenti stretti, vale la pena di comprenderne le differenze, giusto per non andare a vedere un film con le aspettative sbagliate, per poi tacciarlo con sbuffi e commenti da saputelli, denigrando una pellicola che centra in pieno lo spirito del genere[2].
Non ci sono jump scare ogni secondo[3], nessun vampiro innamorato, nessun liceale in pericolo. Non c’entra King.

Questa scena dà un'idea dell'ambientazione

Questa scena dà un’idea dell’ambientazione

Crimson Peak è un film di classe, un film che punta sull’ambientazione, sui particolari, sull’angoscia, su movimenti di macchina precisi, fluidi ed eleganti. Sulla macchina da presa, poi, LUCIA ha detto una cosa bellissima: in costante movimento, sembra sempre di entrare o uscire dalle scene. Pensateci, e ammettete che questo è mestiere.
Crimson Peak gioca con gli elementi del genere, dal fantasma alla casa decadente, al colore rosso che contrasta con i toni blu/grigio/nero/bianco del resto della scene. Solo la protagonista pare avere addosso qualche colore (il giallo, di cui sono spesso colorati i suoi abiti), mentre gli altri hanno toni autunnali e scuri. Sono particolari da notare, e che fanno la differenza, che compongono il quadro.

Questa, invece, suggerisce il livello di atmosfera

Questa, invece, suggerisce il livello di atmosfera

E Del Toro non manca di lanciare anche una frecciatina all’industria cinematografica attuale[4], una frecciatina che dovrebbe colpire nel segno coloro che pretendono che venga inserito a forza un elemento che lui non ama e che non usa mai, un elemento che pare stia alla base dei continui rifiuti dei produttori per il suo progetto su At the Mountain of Madness. Io l’ho notato subito e mi sono fatto una risata. Amara, a dire il vero. A voi capire di cosa sto parlando.

In definitiva, se volete farvi un favore, andate a vedere questo film, magari studiando il genere prima, o recuperandolo dopo, perché a ogni giro che Del Toro prova a regalarci qualcosa fuori dagli stereotipi a cui ci vogliono abituare, il pubblico non pare rispondere, e va a finire che lo perderemo per strada, come è successo a noi con il nostro Pupi Avati[5].

 

 

 

 

[1] E io ringrazio sempre di avere avuto una grande insegnante di italiano, nonostante abbia frequentato un istituto tecnico

[2] Non voglio commentare la scelta discutibile di averlo presentato come horror per Halloween

[3] Ne contiamo 2 in tutta la pellicola, e nemmeno troppo invasivi

[4] Ma anche alla letteratura fantastica di oggi…

[5] Maestro del gotico rurale, ma anche del gotico classico, come ne L’Arcano Incantatore. Ricordiamocelo.

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