Come me ne fottei di uno sgambetto…

… conosciuto anche come “La genesi di Libera Me”
Qualche giorno fa ho riletto QUESTO post su Book and Negative, e ho ripensato a un episodio curioso che mi è capitato nella primavera del 2014, e da cui è nata la mia novelette Libera Me.
Perché curioso? Beh, perché riflette in tutto e per tutto ciò che viene espresso nel post di Germano.
Ma lasciatemi spiegare…

crow

Ricevo una mail da un editore, in cui mi viene annunciata la prossima apertura di una rivista online dedicata al fantastico. Avendo avuto il mio indirizzo e-mail da un’associazione di cui avevo fatto parte, mi invitavano a prendere parte al progetto, scrivendo un racconto. Ammetto che da tempo sono restio a scrivere racconti per antologie e per terzi, se si tratta di mercato italiano. Ma al di là che ci fosse un compenso, anche di una certa entità, non mi dispiaceva per una volta dare una chance a qualcuno che sembrava dribblare le logiche di cui sopra.

Sì, lo ammetto, sono quello che viene considerato persona non grata, in quanto per nulla collaborativo, e poco incline a salamelecchi, scambi recensioni e condivisioni alla cieca per fare favori e ottenerne altri. Se condivido qualcosa è perché la condivido nel vero senso della parola. Se recensisco qualcosa è perché mi piace. Se leggo qualcosa è perché mi interessa l’argomento. Questo, come potete intuire, non gioca molto a mio favore nel panorama italiano, dove è tutto vergognosamente incestuoso, partendo dalle micro realtà, fino ad arrivare alle vette più alte. Suvvia, non facciamo finta di nulla, noi italiani siamo campioni nel gestire le cose così.

ballarini

Torniamo però alla mail. Decido di accettare e rispondo. Mi arriva un’altra mail dove lo staff si dice contento che abbia accettato, mi parla in maniera più approfondita di come sarà la rivista e mi si ringrazia per la collaborazione. A quel punto, chiedo di inviarmi qualche istruzione, tipo limite massimo di parole, deadline ecc…
Ricevo un’altra mail in cui mi assicurano che a breve mi manderanno il tutto. Da bravo ragazzo, mi metto subito al lavoro, butto giù un soggetto, un abbozzo di scaletta e parto a scrivere. E intanto aspetto.

Aspetto qualche giorno. Aspetto qualche settimana. Aspetto un mese. Nessuna notizia.
A questo punto, penso che molti di voi avrebbero mandato una mail chiedendo notizie, informandosi se tutto fosse a posto, sbracciandosi per fare sapere che la storia era pronta, che “Cristorispondetemisonoqui!”. Invece, no. Io non ho scritto a nessuno.

Ho preso la mia storia, l’ho spedita a uno dei miei editor di fiducia, l’ho sistemata con lui, ho ideato e creato la copertina e l’ho messa sullo store Amazon.
D’accordo, d’accordo, forse potreste pensare che io sia stato avventato, e che avrei dovuto prima mandare quella mail, perché magari gli impegni, la stanchezza, l’aprire la rivista, le corse, le notti insonni… Eh, no, Neverland e Peter Pan non esistono realmente. Dovete sapere piuttosto che qualche mese prima ci fu una specie di litigio (a senso unico, perché di solito bisognerebbe essere in due per litigare) con qualcuno legato all’associazione di cui avevo fatto parte, e da cui i ragazzi della rivista avevano preso l’indirizzo. Suppongo che quel qualcuno, a cui non avevo accettato di fare favori, avesse caldamente sconsigliato di avere rapporti con me.

"...hanno contattato Marco Siena." "No, lui no!"

“…hanno contattato Marco Siena.”
“No, lui no!”

Posso dirvi che in tutta onestà, se in prima battuta si è pensato di farmi un dispetto, in realtà mi è stato fatto un grande favore? Libera Me è stata forse la mia novelette più venduta, e ho recuperato almeno cinque volte il compenso che mi era stato offerto e che avevo perso.
Con questo, ragazzi e ragazze che vi mettete ogni giorno alla tastiera per scrivere, vorrei suggerirvi di iniziare ad abbattere questi sistemi fatti di favori a personaggi, editori o altri che vi sembrano elementi importanti per la vostra carriera. Scrivete le vostre storie, siate onesti con voi e con gli altri, non cercate di arrivare da qualche parte cercando passaggi: fregatevene. Perché in Italia si fa un gran parlare di mafia, e ci indigniamo tutti di fronte a essa, ma se continuate con quel modus operandi, alimentate un sistema del tutto simile a quello.
Pensateci, prima di andare ancora a fare complimenti a qualcuno sperando di averne qualcosa in cambio, o di offrire una cena a tizio sperando che legga il vostro manoscritto. E se un altro autore che avete recensito non ricambia, non smettete di comprare e recensire i suoi lavori. In fondo, John Connolly non ha mai comprato né recensito nulla di mio, eppure continuo a leggerlo.

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