Il fine giustifica i mezzi. Ripetiamo. Il-fine-giustifica-i-mezzi. Insomma, con questa citazione (discussa la reale paternità) di Macchiavelli, si tende a giustificare qualsiasi mezzo si usi per arrivare a uno scopo. Beh, in Italia trova terreno facile, perché per arrivare a uno scopo, pare che si ricorra spesso e volentieri al metodo italiano, cioè quello di trovare una scorciatoia comoda – legale o meno – per ottenere ciò che si vuole, specialmente se questo fa risparmiare fatica.

Non siete molto diversi
Mi sono imbattuto qualche settimana fa in un post dove un blogger si diceva scandalizzato per il comportamento di Amazon, reo di aver congelato l’account di un’autrice. Grande scandalo, tutti con le torce in mano contro il perfido diavolo che si permette di fermare il tuo lavoro e preoccupazioni nel mondo del self publishing. Allorché, mi rileggo per bene il post e trovo il thread del forum in cui l’autrice spiegava cosa le fosse successo. E me lo vado a leggere, visto che è un forum che frequento occasionalmente da anni.
Ebbene, cosa si legge negli scambi con l’autrice? Si legge che aveva usato un’agenzia per promuovere i suoi libri. Avete presente cosa e come sono le agenzie? Credo di sì, suvvia, non facciamo finta di nulla. Riceviamo tutti su Twitter le proposte di pacchetti per promuovere i nostri libri. Ci promettono di diffonderli alle loro mailing list (3000, 5000, 10.000, iscritti!!!), di farci arrivare recensioni verificate e così via.
Ora, l’autrice è stata accusata di aver avuto “noleggi” via KU da un numero alto di account rivelatisi fake, generati automaticamente. Tutto normale?
La prima difesa è stata qualcosa del tipo:
“E io vado a rischiare il mio account per quei pochi dollari che mi porta il KU?”
Suona bene, vero? Come darle torto? Ci sono però due aspetti importanti da considerare:
- Possiamo credere che l’autrice non fosse a conoscenza che le agenzie usano account fake per ingrossare i numeri delle loro mailing list e per fare finte recensioni
- Il KU paga meno della vendita, è vero, ma se raggiungi un certo target di numeri di pagine, parliamo di un numero alto che qui ci sogniamo, ci sono dei bonus extra importanti. Parlo di migliaia di dollari di premio target dati da Amazon.
Ecco, se teniamo in considerazione il fattore 1, la tizia ci è finita dentro ingenuamente, o sperava di non essere beccata. Ma si sa, alti numeri, maggior controllo.
Se teniamo poi conto del fattore 2, signori e signore, siamo di fronte a frode, oltre che alla violazione della policy di Amazon, sottoscritta da tutti quando aderiamo al loro programma KDP.
Insomma, il fine giustifica i mezzi è una cosa che disprezzo davvero, in qualsiasi campo, e più di una volta ho sentito dire che chi trovava sistemi non convenzionali per scalare le classifiche (specialmente per farsi agganciare da editori) avesse ragione. Se il fine giustifica i mezzi, dovreste anche tollerare se un ladro entra in casa vostra per rubare: in fondo, se lo fa per fame, che male c’è?
Pare però che Amazon sia d’accordo con me, per fortuna, tanto che dalle classifiche sono spariti certi nomi dopo che alcune agenzie grosse sono saltate, fatte chiudere proprio da Mr Bezos & co.
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