Okay, non volevo farlo. Oggi però, volendo o no, ne abbiamo parlato un sacco in Base. The Walking Dead per alcuni è una grande serie, per altri un aborto e per alcuni come me avrebbe le carte in regola ma vengono usate male.
Ora, senza rompere troppo le palle, dico la verità, la mia almeno.
Cosa mi piace?
Parto dalla fotografia che trovo davvero ben realizzata, con quei chiari e scuri e la tonalità giallastra impressa per gran parte sulla pellicola. Sembra veramente che il mondo stia marcendo.
La sigla ha i suoi meriti, tra i quali di essere angosciante come poche. Era dai tempi di Millenium che non ne vedevo una che mi piacesse così.
Apprezzo alcuni personaggi, come Daryl che sembrava tanto strafottente e incazzato, ma forse se l’era solo presa perché avevano fatto gli stronzi con suo fratello, stronzo anche lui.
Glenn è un altro personaggio che mi convince davvero, con quella sua aria di panico perenne. Mi ricorda molto il ragazzino di Indiana Jones e il Tempio Maledetto. Spero che gli lascino più spazio, in fondo è quello che ha fatto meno cazzate e ha salvato il culo a tutti nella prima seria.
Poi c’è Shane, che io chiamo Sceim per un simpatico gioco di parole. È il minchione del gruppo, non ci sta con la testa e se può essere bastardo non si tira indietro.
Cosa non mi piace?
I dialoghi a volte si perdono nel nulla, con divagazioni filosofiche da barber shop.
I piani che si mettono in atto rasentano il ridicolo e a volte c’è chi si mette in pericolo per una minchiata. Alla fine, come in un videogame, ovunque ci sia qualcosa da recuperare ci sono i morti lì che ci girano intorno.
Andrea è uno dei personaggi più rompicoglioni trovati in una serie, sempre con la bocca spalancata a urlare per niente come Dakota Fanning, a piangere, o a vomitarsi sulle mani. Scarica solitamente la tensione sul vecchio Dale con il suo cappello da Gilligan, altro personaggio messo lì per fare la morale e per prendere i rimproveri di tutti.
La coppia vincente è invece quella dello sceriffo Rick e sua moglie Lori, il primo sempre con la sua divisa e il cappello, la seconda che se lui schiatta si consola con chi passa di lì. Però fanno finta di essere una bella coppia, specialmente davanti al loro figlioletto Carl.
Ecco, potevano mancare dei bambini come palla al piede? Carl si prende una pallottola in pancia e blocca la serie per due episodi. Sophia che si perde e combina un casino, bloccando il tutto per una puntata e mezzo. “Stai ferma lì” era un concetto difficile per lei.
Ora, salto la madre di Sophia e T-Dog, perché sarebbe come sparare sulla Croce Rossa, ma anche loro hanno i loro meriti.
Conclusioni
Per la miseria, questa sarebbe una serie da paura se solo ci si impegnasse un pochino di più, si mettesse in frigorifero lo spirito americano, e si gettassero in mezzo a una mandria di zombi i personaggi inutili e pacchiani. Il voler a tutti i costi mettere il cast politically correct, può essere la rovina di qualsiasi serie al giorno d’oggi, infarcendo e appesantendo lo svolgimento della serie.
Insomma, mettere i soliti, nero, ispanico, asiatico, bambini, vecchi e coppia di caucasici, sa un po’ di incredibile, no? Vuoi vedere che si formano per forza gruppi con quelle tipologie? Perché non quattro neri e un cinese?
Mettete 3, dico 3 personaggi chiave che fanno degli incontri durante un viaggio, e il tutto girerà molto più velocemente.
Mi aspetto un’impennata, magari se i fans e i detrattori si fanno sentire, come avviene solitamente, o almeno credo. Per ora è una mezza occasione sprecata.
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