È un mondo di tenebra.
Il peccato di Caino ha generato l’orrore che si aggira nella notte in cerca di sangue caldo.
Per millenni, i Fratelli hanno segretamente influenzato la storia umana, combattendosi tra loro in una Jyhad infinita. La loro immortale progenie, è giunta fino a noi, nascosta agli occhi dell’umanità da un’elaborata Masquerade.
Questa era l’intro di un videogame del 2000 targato Activision, ispirato a Vampire the Masquerade, uno dei più complessi e sofisticati giochi di ruolo mai realizzati.
Per chi lo conosce, sono ricordi d’annata. E dannati…
Era il 1998, tanto per dare una data d’inizio al percorso nel Mondo di Tenebra, e si giocava di ruolo a casa di un mio cugino, nonché vicino di casa. La sua dimora mi era sempre sembrata una sorta di Disneyland delle bizzarrie e delle rarità. Ovunque si guardasse, si scoprivano mondi nuovi, fatti di libri, miniature, disegni e manuali. Il Paese dei Balocchi.
Prevalentemente eravamo indirizzati a AD&D, anche se in fondo in fondo, le campagne duravano un battito di ciglia, vista la sua incostanza sia come ospite che come Master. Potevi arrivare a casa sua a tarda sera, e scoprire che LUI, il Master, non c’era. Si era dimenticato della sessione. Peccato perché rimane per me il miglior Master sulla piazza, almeno come descrizioni e coinvolgimento.
Il punto è questo. Si offre un altro ragazzo, di cui sapevo ancora veramente poco, di prendersi la briga di fare da Master, al patto che avremmo sperimentato un gioco nuovo appena arrivato al Club di cui faceva parte. Accettiamo per l’amore del gioco.
Il tipo si presenta con un manuale in brossura, nero con venature marmoree bianche e una rosa rossa in risalto. In calce si leggeva: Vampiri-I Secoli Bui.
L’eccitazione di giocare a un Gdr Horror ambientato nel medioevo fu immediata. Scegliemmo ingenuamente i nostri Clan, costruimmo i personaggi su due piedi e ci apprestammo a iniziare, senza avere la minima nozione, convinti che avremmo imparato sul campo.
Scelsi un Ventrue, animo da cavaliere, buon retaggio, spalle larghe e qualche soldo più della media. Venne richiesto un background e scrissi la mia paginetta. Fui l’unico.
Di quella campagna si parla ancora, più o meno come di quando si parla della prima volta con una ragazza, ridipingendo il tutto con colori vivi e patinati. La si abbellisce un po’, la si guarda con nostalgia ma poi si ammettono gli errori. Questo è più o meno quello che accade alle cene quando si riparla di quella strampalata avventura a Venezia, imbastita su due piedi.
Dopo alcuni mesi mi offrii io. Feci tesoro di quello che avevo odiato e amato da quella prima esperienza, e confezionai una versione più matura, con ricerche storiche e studio del manuale ad hoc. Una bella avventura ambientata nel nord della Germania che finì con una patta e senza successi, ma tanto divertimento e un’entrata di tutto rispetto nella leggenda dei Narratori di Vampire nel circolo di sei giocatori che eravamo.
Piano piano, il circolo diventò di otto presenze più o meno fisse, una sede Elysium di tutto rispetto, fornita di frigorifero, tre tavoli, cibarie, macchina del caffè e divano. Le avventure di pari passo diventavano sempre più complesse e i background arrivavano a toccare le 120 cartelle editoriali. Dico sul serio.
Si aggiungevano manuali, libri di storia, ricerche, mappe di città antiche e moderne, e noi, in mezzo al fumo di una sigaretta ogni 5 minuti, vivevamo un’altra vita.
L’avventura durò fino al 2005, poi tutto si spense, forse per stanchezza o forse perché non si sopportavano più certe scorrettezze, ma il ricordo è ancora vivo. Penso quindi sia doveroso fare qualche articolo su questo bellissimo Gioco di Narrazione, che rimarrà sempre nei miei pensieri, e che mi ha fatto capire che a me piaceva scrivere.
4 commenti
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Noi della compagnia di D&D,
giochiamo di rado, le scelte nostre ho di altri ci hanno sparpagliato per tutta la Lombardia.
Io con un calcio nel culo mi sono ritrovato addirittura in Piemonte.( Ma per fortuna sul Lago maggiore ;-))
A parte me, che ho poca voglia di lavorare, gli altri si sono scelti ruoli che gli portano via giornate intere.
La compagnia è sciolta.
Gandalf è passato dal Bianco al Grigio fumo di londra, il bastone è dentro una 24 ore(che sono le ore di lavoro:effettive del suddetto/i) e le battaglie sono combattute per trovare un sabato sera da trascorrere in un ristorante con il resto dei compari per fare finalmente due chiacchere.
A conti fatti il gioco di ruolo funzionava quando avevamo: qualche anno in meno e una valanga di tempo libero in più.
Oggi ci si ritrova per sapere di noi e il nostro avatar è disperso chissàdove in qualche combattimento.
Prima o poi, se avrò la sfiga di invecchiare, ma la fortuna di fare un dado da 20 per la mia pensione, penso che passerò così le mie gionate: falciando teste con un ascia bipenne insieme ai vecchi compagni.
Il tutto mentre i miei nipoti, scuotendo la testa, non capiranno e si allontaneranno da: orchi, maghi e guerrieri tornando a dedicarsi alla vita.
Ti capisco Andrea. Anni fa si giocava fino a ore impensabili, ora è difficile già fare una domenica pomeriggio. Io mi auguro che le generazioni future si impegnino ancora nei giochi di ruolo, perché io da lì ho capito che mi piaceva scrivere. Sono molto meglio di 1000 altre boiate, no?
Quanti ricordi!!!
eh si, ne e’ passato parecchio di tempo dai primi passi incerti nel mondo dei gdr fino a campagne effettivamente molto elaborate ed entusiasmanti!
Chissà dove si trova ora il mio personaggio di quella campagna, di cui conservo ancora con affetto il nome come nick su internet!
Io amo immaginarlo in giro per il nord europa nel suo carrozzone, intento a truffare i piu sciocchi con i suoi giochetti di prestigio e le sue canzonette, a sollazzarsi col suo teatrino di burattini nel tempo libero, oppure col suo falco sulla spalla intento a lucidare la sua preziosa spada d’argento e gemme preziose, non si sa mai, i lupini sono sempre in agguato!!
Quanti ricordi!!!
Io lo so dov’è il tuo personaggio… ghghghghgh