La Chispa Adecuada

Ho quasi 36 anni, la maggior parte dei quali passati a pensare continuamente a raggiungere target. Ho iniziato a lavorare quasi 20 anni fa sopra a un tetto, in un agosto caldo come l’inferno. Ricordo ancora l’emozione di entrare nel mondo del lavoro, quel mondo che mi avrebbe permesso di fare quelle cose che da una vita mi erano state promesse, non dai miei genitori, bensì dal sistema stesso.

Come si diceva? Ah, sì. Nasci, cresci, studi, lavori, ti sposi, fai dei figli e vai in pensione da nonno.

Bene, in mezzo a tutto ciò ci doveva essere una casa, un cane, un giardino e i barbecue. Sembrava bello e alla portata di tutti.

La mia casa me l’ero sempre figurata come una villetta nei boschi, senza chissà quali fronzoli, o con una vista su un lago. Il cane doveva essere un compagno affettuoso che mi seguiva come un’ombra e proteggeva la mia famiglia. Il barbecue in giardino, un ritrovo tra amici fedeli quanto il cane e scanzonati, senza pretese e con la birra in mano.

Tutto ciò me lo avrebbe regalato, per così dire, il mio lavoro. Certo, partire sopra ai tetti non dava molte speranze, ma forse se imparavo il mestiere qualche aspettativa di mettermi in linea con i progetti c’era. Poi covavo il sogno dei ragazzi con i capelli lunghi: diventare il frontman di una band rock/metal e incendiare i palchi. Uno dei due, mi dicevo, sarebbe divenuto realtà.

In mezzo a queste due attività, scribacchiavo anche soggetti per romanzi, facevo pratica con la matita per disegnare, leggevo fumetti e libri e guardavo tanti film. E me ne facevo di miei.

 

Le cose poi iniziano a incrinarsi, quando ti rendi conto che come una marionetta ti alzi alla mattina del lunedì, aspetti il venerdì e odi la domenica sera, quando già con l’angoscia che ti serra lo stomaco senti che andrai in catene. No, non me ne frega di rimanere a letto a poltrire, bensì mi sentivo privato della libertà di poter decidere cosa fare, perché al mattino ti devi preparare all’ora X, devi pranzare all’ora Y e devi riattaccare all’ora Z, per poi attendere finalmente la fine della giornata. E torni a casa alla fine, ma ti rendi conto che hai desiderato che le ore passassero, ore della tua vita.

Volevo perfino scriverci un pezzo in allora, che parlasse del nostro inconscio, piccolo suicidio, quando desideriamo davvero che il tempo della nostra morte si avvicini, pregando che l’orologio sul muro segni le 17:30.

Lasciai il lavoro sui tetti, mollai la musica e provai un’altra strada. Con le unghie mi costruii una carriera in una grande azienda. Capoturno, organizzatore e manutentore di un impianto automatico di produzione, una squadra di 8 persone e tanta responsabilità. Paga nella norma, se rapportata alle ore.

L’unica cosa a cui mi servì quel lavoro, fu di poter andare a vivere da solo in un appartamento di 90 mq in assoluta indipendenza.

E il resto dei progetti? La musica se n’era andata. I fumetti anche. Non disegnavo, non scrivevo. Lavoravo, lavoravo, lavoravo e uscivo. Basta, stop. La villetta nel bosco, il cane, il barbecue se n’erano andati in quell’abisso in cui anche se butti un sasso, non ne senti né vedi il fondo. Per non parlare della famiglia.

 

Ma poi, con tutte le ragioni del mondo, ci si incazza un po’. Si comincia a pensare che qualcuno ci ha preso per il culo e noi lo abbiamo lasciato fare. Allora cosa si fa? Si aspetta la scintilla giusta per rispondere a chi dice che non si può avere tutto dalla vita: «Perché no?»

Prendo la mia vita in mano, mi faccio sfrontato e metto da parte i compromessi. Conosco la mia futura moglie e in un mese conviviamo. Dopo un anno decidiamo di avere un figlio, ci sposiamo e io mando letteralmente a fare in culo il lavoro da 10 ore al giorno 6 su 7.

Gioco le carte, tutte quelle che ho e posso avere, perché al mio fianco ho la scintilla giusta. Mi rimetto a scrivere seriamente, lavoro come agente di commercio, mi faccio il mazzo, divento socio e ci do ancor più dentro con la scrittura.

 

Non posso ancora tirare le somme, perché è relativamente presto però mi sembra manchi poco ad avere tutto.

La famiglia è perfetta. Scrivo e amo scrivere. Vedrò con soddisfazione qualche progetto andare in porto entro la fine dell’anno. Ho conosciuto persone meravigliose sul web e fuori da esso, e tante altre le ho iniziate a mettere alla porta.

Il lavoro va, mi prende tanto tempo, molte soddisfazioni le ho ma anche tanti pensieri.

Però ragazzi, mi sento davvero libero e padrone di me stesso, e se per ora non ho una casa nel bosco, ho il contenuto di essa che mi basta.

 

Questo pezzo lo dedico a Elisa, la mia chispa adecuada.

Todo arde si le aplicas la chispa adecuada- Tutto brucia se si usa la scintilla giusta

 

14 commenti

1 ping

Vai al modulo dei commenti

  1. Vai così! 🙂 Siamo noi a scegliere, non il mondo che ci circonda.

    Ciao,
    Gianluca

    1. Assolutamente Gianluca. Poi sta a noi alzare un po’ la testa e crederci, senza essere i soliti fatalisti che prendono la vita così, perché tanto non ci posson far nulla.

  2. Be’, grandi obiettivi. Simili ai miei. A parte che alla casa nel bosco, ho sempre preferito la casa al mare. Niente di ché, una villetta giusta giusta per due persone, magari tre o quattro, in futuro.
    Settimana strana, questa… 😉

    Continua così.

    1. Beh, in fondo non chiediamo nulla di impossibile. Anche la casa al mare non la escludo però 😉

  3. La casa nei boschi, anche il mio desiderio 😉
    Mai lasciarsi ammazzare dalla vita… Anche se è una sfida dura da vincere, ci si prova sempre 🙂
    Bel post!

    1. Thanx Alessandro. Se vuole la mia pelle, questa vita deve sudarsela! 🙂

    • teo il Novembre 6, 2011 alle 10:45 pm
    • Rispondi

    Sembra la storia della mia vita…a parte la rock band 😉 e a parte il fatto che io sono ancora incazzato 🙂

    1. Dai, l’essere incazzati è giusto. Quelli che non lo sono muoiono schiacciati dalla routine.

    • ELISA il Novembre 7, 2011 alle 7:14 am
    • Rispondi

    Grazie Amore Mio delle belle parole!!! Vedrai che tenedo duro arriverà anche la casetta nel bosco!! non c’è niente di più bello di vedere tua figlia alla mattina arrabbiarsi per una zip della felpa e poi chiederti scusa con un sorrisone e un bacino sulla guancia!! E comunque come ti dico sempre con un po’ di pazienza (e a volte tanti pensieri) riusciremo a realizzare tutti i progetti della nostra vita anche se uno dei più grandi lo abbiamo già realizzato e si chiama Eleonora Emilia 😉

    1. Beh, anche essere rimproverati da lei per i fazzoletti per terra non è male… 🙂

  4. Grande Marco!

    1. 😉

  5. Che bello. Non servono altre parole. Che bello. E che belli che siete.

    1. Grazie Alice! Benvenuta in questo angolo di mondo… prima di svanire 🙂 P.S. Sto per fare la revisione. Ieri l’ho compattato in un file solo e trasferito sul reader 🙂

  1. […] La Chispa Adecuada. Forse uno dei primi che ho scritto. Una dedica alle persone a cui voglio bene e un inno alla fortuna che ho avuto a incontrare mia moglie. […]

Rispondi a teo Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.