Da grande voglio fare…

Da grande farò…

Mi chiedo ancora che budget ci voglia per costruirne uno

Quante volte ci siamo ripetuti quella frase da piccoli? Forse l’abbiamo detta anche alla nonna, o alla zia che l’ultimavoltacheciavevavistieravamopiccolicosì. E alla fine? A volte cerco di ricordarmi cosa dicevo ai grandi o cosa mi immaginavo di fare. Qualche immagine mi torna alla mente, oppure qualche disegno che doveva rappresentare i progetti per il futuro. Volevo persino costruire un mega robot per difendere la Terra, o ancora, diventare un supereroe. Grandi mestieri, eh?

Più o meno, ricordo che a 4 anni volevo fare il cantante il calciatore, anche se il calciatore non sapevo nemmeno cosa volesse dire. Altre idee si sono succedute negli anni e ne ho parlato anche in un post precedente. Giurerei  di non aver mai avuto per la testa il mestiere che sto facendo ora, o peggio ancora, quello che facevo prima.

Uscire da scuola e finire sopra ai tetti, a  scaldarsi sotto al sole per due anni, non è stata una bella esperienza, no, decisamente no. Il momento più divertente sicuramente era d’inverno però, sopra i tetti con ghiaccio, neve, diluvi e nebbia, tanto quel demente del capo non voleva andarsene a casa e ci toccava rimanere lì. Immaginate di cosa stia parlando. Da quel bellissimo mestiere ho ereditato uno strappo alla schiena e la cervicale.

Ho proseguito per 2 anni, poi ho mollato. Sono andato a lavorare nella fabbrica dove lavorava mio padre da una vita ormai. Una bella fonderia di leghe leggere. Ci sono rimasto per 16 anni, più di 12 passati come caposquadra e capoturno. Ho un ricordo preciso di un pomeriggio di quando ero bambino in cui andai a trovare mio padre sul lavoro. I muri erano neri, l’aria fumosa e c’era odore di nafta dappertutto. Anche un vago odore di bruciato e zolfo. Lo zolfo lo riconobbi anni dopo, in allora non sapevo nemmeno che odore avesse. Dopo essere uscito quel pomeriggio, mi dissi che mai sarei andato a lavorare lì. E bam, invece, ci ho passato 16 anni.

Io da grande voglio fare il...

Poi si prova a cambiare, a fare qualcosa di diverso. Si salta sul treno dell’occasione appena passa, senza pensarci. Almeno, io faccio così. Mi proposero di fare il rappresentante perché la parlantina non mi mancava e timidezza è una parola sconosciuta. Mi sono messo in gioco a 32 anni, a provare a vedere se ci fosse qualcosa di meglio.

Neppure questo mi ero immaginato da piccolo. Quindi dico, c’è qualcuno che da bambino ha detto: «Io da grande farò…» e c’è riuscito? Spero di sì, e spero che quella cosa che da una vita voglio fare, prima o poi si realizzi, senza darmi milioni, ma almeno da viverci.

E se qualcuno dice che non si può avere tutto dalla vita, io rispondo: «E chi lo ha detto?»

27 commenti

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    • teo il Gennaio 11, 2012 alle 7:57 am
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    io da grande volevo fare “l’indagatore dell’incubo”…ahahah in verità non avevo idee precise, volevo comunque avere qualcosa di mio, un negozio, un’azienda (senza esagerare però).
    Con un amico avevamo pensato anche di aprire un cocktail/bar, un pub, una birreria, volevamo aprire un locale tipo il “Coyote Ugly” 🙂
    Poi, ovviamente le cose sono molto cambiate, sono andato a lavorare nell’azienda di mio padre iniziando dalla gavetta: officina, tra saldature, macchine utensili e montaggio macchine poi magazzino, tra spedizioni e inventari, poi ufficio ricambi e infine ufficio tecnico, dopo la chiusura dell’azienda ho fatto altri lavoretti poi sono ritornato all’ovile e sono tutt’ora disegnatore tecnico.
    cosa è cambiato? ho capito che fare il capo non è il mio mestiere, vedevo, e vedo tutt’ora, cosa vuol dire fare il capo: levatacce, di sera, prima delle 21, non si è a casa, a volte si salta il pranzo, viaggi per tutto il mondo e NON per divertimento, insomma, una vita spesa per il lavoro, tra stress, responsabilità troppo elevate, e fare il capo non mi piaceva più, io volevo vivere la mia vita.
    Quindi cosa voglio fare da grande? Lavorare per vivere e non vivere per lavorare, questa è la mia filosofia da tanto tempo, a molti non sta bene ma, come si dice, va bene a me gli altri che s’inculino!!!

    “Come cazzo è possibile che ad un uomo piaccia essere svegliato alle 7 da una sveglia, scivolare fuori dal letto, vestirsi, mangiare a forza, cagare, pisciare, lavarsi i denti e pettinarsi, poi combattere contro il traffico per finire in un posto dove essenzialmente fai un sacco di soldi per qualcun altro e ti viene chiesto di essere grato per l’opportunità di farlo?”
    Charles Bukowski

    1. Con la citazione di Bukowski hai riassunto tutto. All’uomo che piace quella vita importa solo di poter dire: però ho la tv!!!

  1. Bella domanda.
    Per ora attendo di diventare grande….

    1. Rachele ne ha pieno diritto di attendere. Chi scrive per lei invece? Cosa voleva fare da grande? 😀

  2. Ecco!
    http://www.youtube.com/watch?v=mg6RIIgDaow

    1. Da grande volevo fare il VETERINARIO.

      Ora invece:
      Da grande voglio sfondare un letto amando una donna.
      Da grande voglio capire al volo chi non mi capisce (fossi anche io).
      Da grande voglio mandare giù con un sorriso la regola che: se ti pagano per fare qualcosa è perchè -A GRATIS- faresti volentieri altro.
      Da grande voglio cucinare meglio di mia madre.
      Da grande voglio un cappotto da marinaio e fare colazione con un Fernet davanti alle onde di Finisterre.
      Da grande voglio non essere così svogliato.

      Da grande, probabilmente, avrà un altro valore farsi una barba di tre giorni.

      E da piccolo ero VETERINARIO prima di vedere morire un corvo e non avere il coraggio di avvicinarmi al suo becco.
      Un becco che pareva di ferro e sputava via sgraziato gli ultimi istanti insieme alla mia decisione di essere un medico.

      1. Beh però ho la tv!

        • Bangorn il Gennaio 11, 2012 alle 1:31 pm

        Vedi che alla fine sei un romantico? 😀

    2. Sapevo di contare su di te 😀

  3. Io volevo fare l’ingegnere e dedicarmi alla robotica, perché sì, avevo visto Goldrake e Mazinger pure io, ma ero un tipetto ambizioso. Ah, sì, anche l’astronauta.
    E invece sono un blogger depresso con aspirazioni da scribacchino. Ma non mi lamento mica, eh…

    😉

    1. Cosa dici se ci mettiamo al lavoro su Mazinga Z? Essendo più piccolo, completamente terrestre e pilotabile da un pirla di nome Koji, non dovrebbe esserci problema alcuno. Ci troviamo dopo giù al bar. Vengo con l’aliante slittante 😀

  4. Io da grande volevo fare il paleontologo, ed ora faccio il paleontologo.
    Per farlo è stato necessario un percorso di studi molto duro, costellato di psicopatici che si credevano insegnanti, fregature e colpi bassi, compagni di corso che ti silurano, umiliazioni.
    Alla fine hai il tuo titolo (Dottore in Geologia), una magra prospettiva come traduttore o insegnante di lingue, e TUTTI, ma proprio TUTTI ti vengono a dire che hai buttato il tuo tempo, che hai studiato una materia inutile, e che in Italia c’è bisogno di artigiani, di idraulici, di ciabattini.

    Ma il giorno in cui, cinque anni dopo la laurea, entri nell’università in cui ti hanno negato un posto di ricerca, per tenere un corso di aggiornamento per i ricercatori… ah, non ha prezzo.

    E poi ci sono i dinosauri, naturalmente.
    E tutti gli altri fossili.
    Con tutto il rispetto per ciabattini ed idraulici, è tutta un’altra cosa.

    1. Ottimo Davide, penso che come te ce ne siano pochi. Se hai letto il mio post precedente, e di cui ho messo il link, forse solo uno mi porterà a dire di farlo come mezzo mestiere. Mezzo è troppo. Un quarto.

  5. Io ho avuto la fortuna di fare quello che volevo, a parte disquisizioni su cantanti e musicisti da palco.
    Ho sempre voluto cucinare e il poterlo fare è una gran bella cosa.
    Se solo il mondo del lavoro rispettasse un pochetto di più le qualità personali sarebbe la perfezione…

    1. Tu fai un mestiere che io ho scoperto tardi. Ho iniziato ad appassionarmi di cucina a 27 anni. Ora ti dico la verità, lo sto trascurando, però quando mi danno il tempo e l’occasione, mi diverto un sacco. Naturalmente tu facendolo di mestiere avrai una visione diversa. E sono d’accordo con te, dovrebbero apprezzare un po’ di più la professionalità…

      1. E comunque, questo vale per ogni altro mestiere.
        Ps: per esperienza posso dirti che non importa a che età s’inizia a cucinare: se c’è la voglia e la passione, tutto il resto viene da sé.

        • Bangorn il Gennaio 11, 2012 alle 1:29 pm

        Domanda: un cuoco che ti piace davvero? Ne hai uno?

  6. Non mi fa replicare… va beh, commento nuovo.
    Intendi un cuoco famoso? Se devo dire la verità dopo quasi venticinque anni di esperienza lavorativa sono arrivato al punto di criticare troppo il lavoro altrui, credo sia una questione di deformazione. Però un tempo seguivo abbastanza Guglielmo Marchesi, ma adesso lo considero solo un montato esaltato che non sa più fare il suo lavoro…

    1. Io guardo volentieri Jamie Oliver per l’entusiasmo che trasmette, o Gianluca Nosari per la precisione che ha. Poi di nessuno dei due posso mangiare i piatti, uno troppo speziato e l’altro sempre con formaggio, però mi piacciono.

  7. Volevo fare l’archeologo 🙂
    Poi, crescendo, mi sarei “accontentato” di fare lo storico. La mia famiglia la pensava diversamente. In buona fede credeva che una carriera di studi meramente teorica fosse soltanto tempo buttato.
    Quindi ho studiato altro, sono finito a fare altro. Tuttavia non ho mai venduto l’anima al lavoro. Non farò mai carriera, né mi interessa farlo. Risparmiando un po’ di quattrini e contando su un piccolo fondo di famiglia spero un domani di ritirarmi in un posto più raccolto, lavorando a qualcosa di mio (una serra?), dividendo il mio tempo tra questo e la scrittura, magari solo su blog.

    1. La parte dei tuoi progetti futuri mi piace molto 🙂

    • her-etico il Gennaio 11, 2012 alle 6:35 pm
    • Rispondi

    Io da grande voglio fare la “nomade”.

    1. Io sarei felice di ritirarmi in un progetto… ma ci farò un post. Aspetta e vedrai. Poi voglio il tuo parere però, eh? 😉

    • Cristina il Gennaio 11, 2012 alle 7:05 pm
    • Rispondi

    Io da grande non voglio fare il lavoro dei miei genitori e,come dici tu…. bam! ci son finita dentro a piedi pari! taglio abiti da donna con loro da 9 anni e lavorare in famiglia non è comodo! come molti potrebbero commentare! Ho fatto qualche colloquio per arredatrice di interni ma non è andata e sono depressa… Quindi… avanti come taglio di tessuti e speriamo che ce ne sia sempre!

    1. Io non lavorerei mai in famiglia. Non lavorerei mai in casa. Non lavorerei mai… 😀

        • Cristina il Gennaio 12, 2012 alle 8:42 pm

        Lo dicevo anche io e tra poco mi troverò con la ditta nelle mie mani!

    • ANDREA il Gennaio 14, 2012 alle 11:07 am
    • Rispondi

    Beati quelli che hanno inseguito, inseguono e alla fine riescono a vivere della propria passione.
    Dovremmo tutti averne una e essere da lei vissuti.
    Mia madre racconta che l’autista dell’autobus mi chiese che volevo fare da grande e io risposi senza indugio: il ricco! Avevo 5 o 6 anni credo. Ma avevo già capito tutto.
    Certo, è vero che i soldi non danno la felicità. I soldi danno la libertà. Danno tempo.
    Poi se uno non sa che farsene allora non sarà felice.
    Purtroppo o per fortuna (dipende da come uno è messo) il cervello che si ha ce lo portiamo fino alla tomba.
    E infine, progetti seri in fondo non ne ho mai fatti.
    I progetti seri sono per gente che crede di vivere in eterno.
    Cmq oggi sono ciò che voglio essere: un rompipalle sempre contro tutto e tutti a prescindere dall’argomento o dal punto di vista.
    Mi piace corrodere e provocare. Mi piace stimolare e a volte per questo risulto pure offensivo e presuntuoso (a chi mi conosce poco).
    Credo si debba cambiare spesso.
    Perché siamo come le trottole.
    Se siamo fermi, cadiamo.
    In movimento invece siamo fermi.
    Ecco da grande voglio fare questo.
    Essere in movimento, essere caldo, come l’artista che intaglia il legno o la pietra.

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