Non sei… e allora?

 

Se ne vendono ancora

Se ne vendono ancora

Internet, nuova frontiera dell’entertainment e delle opportunità. Inutile dirlo, oggi con un pc e le periferiche e i software giusti, si può provare a fare un po’ di tutto, dal ritocco fotografico ai cortometraggi, fino a tentare la sorte dello scrittore provetto. Ci si mette lì, si scrive o si fotografa, e poi si inizia a condividere sui social network, nei forum o nei blog. Che i risultati siano sempre eccellenti non è così automatico. A volte leggiamo racconti scritti da inesperti, vediamo foto scattate per culo o filmati di cantanti che sperano che la prova equivalga a un’audizione per chi incappa nel loro video. Io credo che tutto ciò non dia fastidio in fondo. Che male fa una poesia sgrammatica piazzata su una pagina di Facebook? Nessun danno. Se un ragazzo espone le sue fotografie fatte con la digitale tascabile, chi offende? Credo nessuno. Non si sentiranno mica minacciati i fotografi professionisti, no?

Eppure, tante volte leggo i soliti blabla sulla falsariga di: “Non sei profondo. Non sei un intellettuale. Non sei un artista. Non sei un critico. Non sei un poeta. Hai solo una accesso a internet.”. All’inizio faceva ridere, ora è più triste chi lo sbandiera rispetto a chi corrisponde al profilo.

Non nego che il più delle volte possa essere vero. Disadattati nella vita sociale che dietro a un monitor credono di crearsi un seguito impossibile all’esterno ce ne sono. Dobbiamo però vedere chi di loro è un pirla e chi invece ha le capacità e sfrutta questa grande opportunità, in una vita al di fuori della rete popolata da stronzi e gente diversa da lui.

Io in primis ho grandi amici in rete, più di quelli che ho fuori. Perché? Forse perché non corrispondo al profilo della maggioranza della gente che mi circonda. Esempio: mi capiterà mille volte di entrare da qualche parte e trovarmi di fronte alla scena di una discussione sul calcio. Io non ho nulla da dire, e mi becco pure gli ammiccamenti del tipo che sta provocando l’altro. O ancora mi viene chiesto un parere. Per questo non ho mai frequentato i bar.

Quindi, ricapitolando, per trovare persone che hanno i miei stessi interessi, la rete è stata una manna dal Cielo, in un mondo popolato di amanti delle motociclette, delle auto, del pallone, della televisione e delle veline. Ohibò, per non parlare della musica da radio, altra nota dolente.

La rete è l’unico veicolo per queste persone che così riescono a esprimere la loro personalità, a far uscire le loro doti e sfruttarle al meglio, senza dover passare inosservati in mezzo alla massa. Senza contare che quando mi

 

Eh no...

Eh no…

capita di dire quali sono i miei interessi, scattano le domande più assurde e sceme dell’universo. Se mi va bene, mi guardano solo strano, chiedendosi come mai non seguo la Champions League quella sera.

Arrivo per cui a credere che le persone con le loro piccole macchine digitali, hanno tutto il diritto di scattare anche milioni di foto e pubblicarle, come tutti i folli illuminati da chissà quale idea che buttano giù parole su parole, magari pieni di strafalcioni, solo per liberarsi e sfogarsi un po’.

Oh, bacchettoni, li lasciamo sfogare questi ragazzi o no?

28 commenti

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  1. Nessun danno, sino a che non vogliono insegnarti come scrivere, come fotografare, come cantare ecc ecc.

    1. Infatti quelli sono nella categoria “pirla” 🙂

    • teo il Gennaio 20, 2012 alle 8:18 am
    • Rispondi

    Mi viene in mente un certo Principio, nostro grande amico che seguiamo ormai da tempo 🙂 è giusto che uno scriva e si sfoghi come meglio può, ma io credo che a tutto ci sia un limite… 😉

    1. Lascia che si sfoghi, povera stella. Almeno così l’Epitomatore ha un avversario contro cui scontrarsi 🙂

  2. La parola chiave è libertà…di puzzonazisti ne abbiamo le palle piene.

    1. Yes! Hai colto ne segno 🙂

    • ANDREA il Gennaio 20, 2012 alle 9:09 am
    • Rispondi

    Non sono d’accordo (come al solito).
    Giudicare è facile ma lo si fa sempre dal proprio punto di vista autoreferenziale. Io lo faccio spesso, è sbagliato ma non posso farci niente. Giudico col piccone.
    Se si hanno problemi di “adattamento ai pallonari” non bisogna chiudersi in un reame di specchi. Voglio dire che dovremmo coltivare la capacità di dialogare con ogni forma di vita, intellettuale e non, con gli animali, con le piante, col simile e col dissimile.
    Quindi anche col “pallonaro”, e il grandefratellastro.
    Se rimangono la maggioranza della popolazione ne saremo sempre schiavi o condizionati.
    Si deve fare l’uno e l’altro. Coltivare relazioni con persone come noi ma anche provare interazioni con il diverso. CONTAMINARE i rispettivi punti di vista.
    CONTA vuol dire elencare e quindi analizzare e capire il suo mondo. MINARE vuol dire piazzare delle cariche esplosive sui muri che imprigionano la mente di queste persone.
    Insomma la mia frontiera non è internet ma la diversità delle persone che mi circondano nella vita reale, a cui mi accosto quotidianamente.
    Mi chiedo: ma come può fare questo a vivere di questa roba? Come può bastargli?
    Cercare di capirle e interagirci, di stimolarle e trovarci stimoli, lo trovo un esercizio di notevole difficoltà ma, come dire, doveroso. E le sorprese a volte, ci sono.
    Rabbia, noia, insicurezza, infantilità. Ma anche speranza, colore, passione.
    Io trovo quest’ultima roba nei posti più impensati e mi accorgo che io certe cose non le ho.
    Io “piccono” le persone che intercetto e spesso risulto fastidioso. Missione compiuta.
    Per i miei muri mentali (ne abbiamo tutti e non li vediamo) si accettano “minatori” (anche occasionali).
    Drimacus!

    1. A lei piace vincere facile se parla con i “pallonari e i grandifratellastri”. Io non ci tengo a venire contaminato da un fuorigioco o dalla velina, grazie, né tanto meno dall’ultima canzone del commercialone di turno. Questo è autolesionismo, non è cercare di varcare i confini mentali. Purtroppo la differenza è che chi si adatta a vivere in mezzo alla massa, vive in un reame non di specchi, bensì di piombo, chiuso e annebbiato dai soliti discorsi ridondanti di squalifiche e eliminazioni, sia esso un reality o l’ennesima partita pilotata. Questi argomenti non mi servono, non mi arricchiscono, come un bambino che viene lasciato in un recinto per 14 ore insieme ad altri bambini: rimane un bambino, non cresce. Io voglio progredire e non stare alla sbarra, e se internet è il mezzo che mi aiuta a scoprire altre cose o approfondire i miei interessi, beh, grazie al Cielo è arrivato. Il tempo è quello che è, e se devo perdermi a parlare di un gossip, no grazie, fa lo stesso.
      Comunque, in definitiva, l’argomento del post era un altro.

  3. A me piace andare al bar, ci trovi racconti al limite dell’incredibile e un campionario di umanità che stimola la mia fantasia. Ho fatto molte tra le chiaccherate migliori nei bar quando andavo a fare un “aperitivo con frenata lunga” insieme ai miei colleghi installatori. E poche cose son belle e pittoresche come i vecchi che si bestemmiano dietro la vera fede: quella calcistica. 😉
    E come al solito sono fuori tema 🙁
    PS: come si fa a mettere la foto qui sul tuo blog? Vedo che alcuni ce l’ hanno. Grazie

    1. Andare a farsi un aperitivo è diverso dal passare la serata con la Gazzetta rosa in mano 🙂 Se ci passi un paio di ore ogni tanto ci sta, per il resto io lo trovavo di una noia assurda, tranne quando il bar era gestito da mio cugino è proprio lì ho conosciuto Dominici. Non si parlava di calcio 😀
      P.S. Per la foto devi crearti un gravatar, credo.

  4. “Quindi, ricapitolando, per trovare persone che hanno i miei stessi interessi, la rete è stata una manna dal Cielo”

    Ecco, questa frase rispecchia in pieno ciò che è la mia esperienza in internet. Il collegamento alla rete mi è servito solo a questo. E non è stato tempo sprecato.
    😉

    1. Beh, una di queste sei tu, per cui me lo confermi 😉 Diciamolo, quante idee, progetti e collaborazioni stanno nascendo grazie alla rete (leggasi MB 🙂 )? Senza parlare delle battute e delle serate di divertimento in cui ci si trova, anche per pochi momenti, prima di uscire o guardarsi un film?

  5. Lo sai: per me scoprire alcuni lidi nella rete è stato un proverbiale atto di fortuna. Ho trovato persone con cui mi sento “accordato”, con cui posso parlare di ciò che preferisco e nel modo che considero stimolante.
    Non credo che dover affrontare tutte le pieghe della società aiuti, anche se in qualche maniera porta esperienza, e come dici tu il tempo è poco.
    Tanto vale spenderlo bene.
    Perché dovrei parlare di calcio quando so benissimo che non saprei farlo e soprattutto mi risulterebbe indigesto?
    Solo per capire cosa mi perdo?
    No, grazie.

    1. Paolo, io e te ci siamo capiti 🙂 Quello che hai scritto all’inizio della recensione al mio libro è vero, ci intendiamo al volo 🙂

    • ANDREA il Gennaio 20, 2012 alle 4:04 pm
    • Rispondi

    Concordo con Andrea Rizzi. Il campionario di umanità varia è interessante. L’interazione la puoi tentare quando non hai altro da fare (es. nelle pause) e sei spazialmente vicino alle persone che reputi diverse, magari per 8 ore al giorno. Non è una perdita di tempo, il tempo lo perdi comunque. E non dico che si debba parlare delle loro cose. E nemmeno delle tue. Bisogna trovare un punto di incontro.

    1. Scusa ma dissento su un particolare: tu dici che “il tempo lo perdi comunque”.
      In che senso?
      Difficilmente durante una giornata, tolto il lavoro, mi rimane molto tempo libero. Io scrivo, bloggo, leggo (tanto) e quando riesco vado anche a farmi una passeggiata in mezzo ad un boschetto, visto che ho la fortuna di abitare a due passi da una zona non edificata. La verità è che non ho mai abbastanza tempo per fare tutto ciò che vorrei, da qui il volerlo spendere nel modo migliore.
      Se tu riesci a fare tante cose sei un fortunato, non tutti possono permettersi di buttare un’ora a parlare di cose che, in fondo, non gli interessano minimamente.
      Scusami di nuovo, volevo solo chiarire un concetto 🙂

      1. Secondo me il Drimaco si riferisce a quei momenti tipo la pausa pranzo da condividere con i colleghi.. in cui sei praticamente “obbligato” ad interagire con persone che spesso non hanno nulla di cui ti interessi sentir parlare.. In quel caso, ci si sforza di interagire perché purtroppo le persone sono cagamento di minchia continuo. Io quando ero al mio vecchio lavoro mi prendevo su un libro e mi mettevo in zona mensa leggendo. Puntualmente, qualcuno veniva ad interrompermi.
        Per fare un esempio.
        In un mondo ideale in cui il rispetto reciproco fosse cosa normale, non ci sarebbe bisogno di “sforzarsi”. Poi contaminare le teste di kaiser è inutile, infruttuoso e frustrante.
        Il Drimaco è per certi versi una persona troppo buona. Ricorda che se tu pensi di poter dare qualcosa agli altri, spesso gli altri lo prendono come un affronto inaccettabile.

        Più concernente il post, invece: credo che il Bango, come sempre, abbia ragione. Aggiungo che le persone a cui non piace vedere, leggere o ascoltare le altrui mediocrità, dovrebbero limitarsi ad evitarle. Mi fa sempre molto ridere che ci siano “artisti” che si sentano in dovere di andare a commentare, schernire etc… ma se non ti piace che c**** sei andato a fare su quell’url???
        Inoltre, mostrano appunto di sentirsi “minacciati”. Evidentemente, non sono così certi delle loro capacità 🙂

    2. Drimaco, grazie a qualche entità superiore non sento il bisogno né di interagire in quei momenti vuoti( quali poi? Come Paolo io nelle pause faccio attività più utili che approcciare qualcuno e chiedergli chi ha segnato il goal ieri sera) né in nessun altro modo. Questo, ripeto, è masochismo. Andare a cercare persone diverse per poi stare lì a battibeccarsi non porta a nulla, non serve a niente ed è anche sconcertante. Se qualcuno mi viene a cercare apposta in pausa, per parlarmi del Grande Fratello, non credo di apprezzare e di sentirmi appagato e arricchito da questa cosa.
      Comunque, il senso del post era un altro. (2)

  6. Io la vedo come te, Marco. Il punto è trovare un’affinità, e se non te ne frega nulla del calcio (non me ne parlare), il bar non è certo il posto migliore da cui iniziare. Per fortuna la rete è varia e diversificata per argomenti, quindi è più facile partire da un’interesse comune e poi scoprirci dietro una persona valida. Non è snobismo, solo buonsenso. Partire da un terreno comune è un sentiero logico, attaccare bottone con chi tratta un argomento alieno e noioso è da masochisti. Io ho trovato diverse persone online, e ne sono felice perché non le avrei potute conoscere diversamente, quindi il mezzo internet ha dimostrato la sua utilità in tale frangente. Chi lo sottovaluta, non lo capisce.

    1. Sai però che per certe persone sei un alienato se comunichi sul web e meno all’esterno? Caspita, io per lavoro parlo con la gente dalle 8 del mattino fino alle 20 di sera, posso concedermi di conversare almeno sul web con persone con cui condivido gli interessi? Sembra di no 🙂

  7. Io non ho grandi difficoltà a fare mimetismo sociale. Se si tratta di trascorrere un’oretta con gente che sa solo parlare di Grande Fratello e di Cronaca Nera, mi adatto. Il calcio mi piace, quindi anche qui parto avvantaggiato 😉
    Il punto è che cerco di limitare queste esperienze agli “obblighi” convenzionali. La pausa pranzo spesa da trascorrere coi colleghi, la cena di compleanno dell’amico, frequentata al 90% da gente di cui non me ne frega un cazzo. Occasioni inevitabili, che cerco di attutire con un po’ di pazienza. E poi non sono del tutto avulso alla cultura “popolare”, quindi posso sostenere una discussione banale senza sentire subito il bisogno di evirarmi con un tagliacarte.
    Per il resto devo però dire che sono molto geloso del mio tempo e cerco di spenderlo come mi appaga di più.
    Non me ne frega un bel niente di contaminare il gossipparo o il decerebrato palestrato ai miei interessi. Non faccio proselitismo, altrimenti avrei preso i voti, avrei fatto il prete, o magari il politico.
    Che poi il tempo speso su Internet sia sprecato, discutiamone. Non dico necessariamente di no, sono il primo a rendermi conto di avere una webdipendenza, precludendomi magari altre attività che prima facevo di più.
    Tuttavia, mediamente parlando, in Rete faccio cose che mi divertono e mi mettono di buon umore.
    Inoltre curo un blog molto seguito e ho la presunzione di fare un favore ai miei 500 e qualcosa lettori se propongo discussioni interessanti o anche di solo intrattenimento.
    Tutto qui 😉

    1. Il mimetismo sociale (bello, posso rubartelo 🙂 ) mi riesce difficile invece. Riesco al massimo per alcuni minuti a trattenere il mio completo disinteresse per un argomento. Dopo pochi attimi devo dirlo, che a me in realtà non interessa quella cosa, non la seguo e non intendo farlo.

    • ANDREA il Gennaio 21, 2012 alle 5:17 pm
    • Rispondi

    Nel tempo che ci vengo a contatto forzato concordo che sia difficile e a volte inutile cercare di capire e interagire con il mondo (inteso come dissimile).
    Trovo piacevole, stimolante, facile interagire sul web con coloro a me più simili.
    Il primo punto è però anche doveroso.
    Altrimenti finiamo che “appariamo” solo nel web.
    Quindi nè pazientare come mcnab75, ne troncare come Marco.
    Io almeno faccio così. Ognuno faccia ciò che vuole.
    Entrambi per me sono un rifiuto della comunicazione con una parte del mondo.
    Tentarci è per me un dovere, anche se ho imparato a non aspettarmi molto.
    Provandoci in qualche modo tento di modellare il mondo intorno a me.
    Ma lo faccio in definitiva per me, non per vincere facile, o per fare proseliti, o per (giammai!) compiacere gli altri.
    Lo faccio per sentirmi meno solo e “alienato” per tutto il tempo (tanto) che passo in mezzo a persone che, come me, hanno un cervello ma non vedono ciò che vedo io.
    Drimaco

    1. Io appaio anche fuori, ci mancherebbe. La media delle persone affini a me, però è più alta sul web che al di fuori, come la media stessa sul territorio nazionale di persone che non si accontentano di interessi passivi ma preferiscono quelli attivi.
      Comunque il tema del post era un altro (3) 😀

    • her-etico il Gennaio 22, 2012 alle 4:19 pm
    • Rispondi

    Che belle discussioni che si fanno qui. E fuori di qui? No, credo che non ne siamo più capaci. Non so il perchè. Sembra che parlare sia diventato molto più difficile. Sono fuori dalla rete da una settimana. Voglio provare a creare incontri reali di “parola”. Vedere se è la rete che ci ha tolto la voce o se siamo noi che ormai possiamo “comunicare davvero” solo scrivendo.
    Poi magari torno…

    1. Fuori purtroppo quelli che sostengono una conversazione, sono mosche bianche, addormentati dalle chiacchiere da bar. Il caffè del 2000 è la rete. Se ci pensi, anche il termine caffè ormai è stato violentato e oggi lo si usa per indicare anche bar, disco pub e quant’altro, dove la gente non parla, e se lo fa, ripete le lezioni imparate alla tv.

    • ANDREA il Gennaio 22, 2012 alle 7:08 pm
    • Rispondi

    3 ammonizioni! Fortuna che non ti interessa il calcio altrimenti sarei già espulso! 8)
    Scusa Marco ma ho approfittato un po’ di questo post per parlare delle mie esperienze (fuori tema). Credevo fossero un po’ comuni a tutti (alienazione nella vita vera).
    Ho letto le etichette vita sociale, internet, e soprattutto la parola “sfogare”.
    E mi scuso se in parte l’ho fatto travisando il senso del post.
    Però gli avventori del post, se rispondono, sono “colpevoli” quanto me.
    Comunque ho proseguito principalmente per rispetto dell’educato interrogativo di Paolo U. e a Alice (che ringrazio per la bontà di cui mi “accusa”!) per precisare che non sono masochista o perditempo.
    Pardon! Ora mi eclisso.
    Drimaco

    1. Ho ammonito lei perché ha generato l’effetto cascata. Non sa che di solito la gente legge prima i commenti e poi il post? 😀

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