Rubo un’idea, dopo aver chiesto il permesso all’amica Sam. Ieri girovagando sul suo blog, mi sono imbattuto nel suo articolo, nato e ispirato da un passo di Raymond Carver. Lo Scrittore, parlava delle sue ossessioni, i temi ricorrenti che ogni scribacchino credo abbia. È utile in fondo accorgersene e dire al mondo: «Sì, ragazzi, lo so. Però è più forte di me.»
Quali sono le mie fissazioni?
1) Il mare: volente o nolente, il 90% delle storie che scrivo si svolgono al mare o i protagonisti ci vogliono andare. E state sicuri che prima della fine del racconto o romanzo che sia, loro ci arriveranno. Me ne sono reso conto e non mi dispiace.
2) Il dinamic duo: i miei protagonisti vanno sempre in giro in coppia. Due amici inseparabili, uno folle e l’altro peggio. Solitamente uno è leggermente più equilibrato o tonto dell’altro, però si reggono la candela a vicenda in maniera dignitosa. Provando a fare dei terzetti, non mi sono trovato così bene.
3) Parolacce e linguaggio gergale: nonostante qualcuno, non ricordo chi e non me ne curo, abbia detto che le parolacce non sono cose per i grandi scrittori, ma per quelli mediocri, non ne posso fare a meno. Sto scrivendo ora un romanzo in cui se uno dei protagonisti dicesse “vaffanculo” stonerebbe come un revolver puntato in faccia a re Artù. Non vi dico la sofferenza. Sono un figlio di quest’epoca, in cui ormai siamo abituati a dirle, che lo vogliamo o no. Quindi anche i miei personaggi per risultare più credibili non dicono “acciderboli” ma un bel “merda!”
4) Ironia e umorismo: se scrivo qualcosa di troppo serio mi rompo, mi scoccio oltre misura. Descrivere per più di 200 pagine persone che non dicono una minchiata, è poco credibile, davvero poco. Sarà che nella vita io rido per il 90% della giornata e sparo cazzate a raffica anche nei momenti più tetri.
5) Nomi brevi e soprannomi: non mi perdo a cercare i nomi. Il primo che mi capita lo metto. Cerco sempre di scrivere nomi brevi o soprannomi, spesso di 5 lettere e comuni. Scervellarsi per trovare un nome altisonante per un protagonista è una perdita di tempo secondo me. Ditemi, un personaggio tosto deve avere un nome roboante per forza? Che diavolo pensavano i suoi genitori quando è nato? Dai su, ce lo vedete un papà che dice: «Lo chiameremo Syrio!»?
6) Elemento straordinario: che sia horror, sci-fi, paranormale o altro, io ce lo devo infilare. Non riesco a scrivere di qualcuno che va al supermercato, torna a casa, mangia, dorme… deve per forza di cose esserci qualcosa di extra.
Sono sicuro di averne altre di ossessioni e deviazioni, che mi portano più o meno a ripetere situazioni tra un lavoro e l’altro. E voi, quali avete?
15 commenti
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Il mare, le parolacce e sparar cazzate sono anche mie ossessioni, soprattutto sparar cazzate (e ho detto due parolacce in due righe). 😀
Cazzo, hai detto delle parolacce 🙂
il vuoto: mi tormenta, gli handicap: una specie di deformazione professionale, tutto cio che è grottesco tanto da schifare, le megere: brrrrr mi hanno sempre terrorizzato ed affascinato
A proposito, come vanno i tuoi lavori?
Le trovo tutte simpatiche e condivisibili. il mare, però, per me è tebù: preferisco la neve, il freddo, il gelo e la montagna. 🙂
Lo notavo oggi che lì a Forlì siete portati per la neve 🙂
Mi ritrovo nel linguaggio gergale, nell’umorismo, nell’elemento straordinario e nel dinamic duo (oddei, l’immagine sotto al dinamic duo! *_* Quel telefilm lo guardavo da bambina). Un terzetto non ho mai provato a gestirlo. Devo farlo, a questo punto 🙂
Il mare… Sono siciliana, di ricordi al mare è piena la mia infanzia, starei ore e ore a guardarlo, vorrei tornare a viverci abbastanza vicino da aprire la finestra e poterlo ammirare, eppure nelle mie storie non c’è mai. Adesso che mi ci fai pensare, è una cosa abbastanza curiosa. Mah.
Bel post!
Ti linko 😉
Il dinamic duo spacca 🙂 Quando inserisci un terzo, cavoli, rimane sempre lì come un manichino 😀
Questa cosa mi interessa. Mi sa che partecipo al giochino. 😉
Adesso sono curioso 😀
Ho reiniziato ma non come vorrei, lo stress lavorativo mi sugge l’energie e la neve idem, quindi mi impigrisco e vado piano 🙂
Io ho la fissazione dei numeri. Mi piacciono i numeri pari. Mi infastidisce vedere i numeri dispari. Mi sembrano incompiuti. A parte il 3 e il 9. Sono per la parità. (:
Io au contraire: non scelgo mai un numero pari.
Concordo con l’amico Siena. Voi direte: e chi se ne frega? Be’, non posso darvi torto.
Autore
Sapremo un giorno le tue? 😀