Baldur’s Gate

Sniff, sniff...

Spesso ho nostalgia di qualcosa, che sia un film, un libro o di un momento della mia vita. In questi giorni sento la mancanza di un videogame, o per meglio dire, di una serie di videogames. Molto spesso racconto che acquistai il mio primo pc per scrivere. In effetti, rimasto orfano di macchina da scrivere e Amiga 500, non sapevo come fare. Però in allora si parlava di soldini, tanti soldini, e rimandavo continuamente. Attesi per quasi un annetto, finché non vidi lui: Baldur’s Gate.

«Porco cane! Ma questo è la cosa più meravigliosa mai creata da un programmatore!», esclamai.

Ero a casa del fratello del ragazzo del post sul Fantasy, e come vi ho detto da lui si poteva trovare le cose più incredibili in commercio. Una fortezza ludica!

Non resistetti: comprai finalmente il pc, mi feci passare Baldur’s Gate con l’espansione, e mi persi nei suoi meandri, tra dungeon e città. Naturalmente mi procurai successivamente anche il secondo episodio con la sua espansione dedicata. Giocare a Baldur’s Gate era un’esperienza nuova, emozionante e quasi una droga. Io e un amico avevamo creato party diversi, e ci scambiavamo aneddoti e curiosità su come interagivano tra loro i personaggi. Sì, perché alcuni tra di loro erano programmati per cozzarsi, offendersi, o nei migliori dei casi stringere amicizia e aprire nuove sotto quest.

Il massimo della goduria, fu quando misi come avatar una mia foto e registrai i 40 files vocali per il mio alter ego digitale. Questa cosa raggiunse il top quando uscì un gioco simile, fatto dagli stessi programmatori, ma molto più hack n’ slash, dal titolo Icewind Dale, in cui era personalizzabile tutto il party. Con pazienza chiesi la collaborazione dei ragazzi del gruppo di gioco di cui facevo parte, registrammo i files per i loro personaggi e modificai le loro foto, trasformandoli in guerriero, mago, ladro ecc…

Tornando a Baldur’s Gate, qual era la forza di quel gioco? Innanzitutto  una vastità incredibile di oggetti, missioni, personaggi e guest star che apparivano, come Drizzt do’Urden e Elminster, tanto per citarne due. In più c’era umorismo e la trama era ben delineata e costruita. Se pensate solo alle migliaia di libri di cui si poteva leggere uno scorcio, sparsi per tutte le terre, si poteva solo immaginare le ore passate per programmare il tutto. Altra cosa divertentissima, erano proprio le voci dei personaggi che vi accompagnavano. Ogni tanto, potevate sentire i loro commenti, le loro lamentele o addirittura i litigi.

La trama era incentrata sul vostro personaggio, un apprendista di un tizio in un paese chiamato Candlekeep, situato a sud di Baldur’s Gate, sulla Costa della Spada. L’ambientazione naturlamente sono i Forgotten

Schermata di creazione del PG

Realms della Wizard of the Coast. Un giorno fanno fuori il vostro mentore e vi tocca scappare, mettendovi dapprima sulla via della fuga, poi sulle tracce degli assassini. Durante il tragitto si incontravano diversi personaggi strambi, alcuni buoni, altri malvagi, ognuno di loro con la loro classe, allineamento e quest inclusa. A volte più di una. Il tizio più curioso è senz’altro Minsc, un ranger umano dalla forza sovrumana, che se ne va in giro con un criceto di nome Boo, con cui parla spesso.

Non dirò altro della trama per non rovinare la sorpresa a chi volesse ripescare questa meravigliosa serie, godibile se giocata dal primo fino alla fine dell’avventura che si conclude con l’espansione Throne of Bhaal, legata al secondo capitolo Baldur’s Gate 2: Shadow of Amn.

Per molti anni noi appassionati abbiamo atteso un fantomatico terzo capitolo, venendo delusi nel sapere che il progetto era stato sospeso, e il team di programmazione sciolto. Uscì un gioco di nome Neverwinter Night, che in parte doveva ricoprire il vuoto lasciato e riprendere lo spirito del gioco. Ebbe successo come MMORPG all’inizio, poi piano piano scomparve dopo il secondo episodio. Io stesso rimasi molto deluso, iniziando a giocarci un po’ ma non trovando nulla che mi accendesse quella scintilla. La grafica 3d poi non era un granché e mi dava l’impressione che avesse tolto tutta la poesia del vecchio motore Infinity Engine. I personaggi si muovevano su in piano isometrico, con sfondi dipinti, veri e propri capolavori.

In seguito la Bioware si rivalutò molto ai miei occhi con l’uscita dei due Star Wars: Knights of the Old Republic, due giochi molto godibili ambientati nell’universo di Star Wars.

Minsc & Boo, amici miei

Però, a dirla tutta, nelle mie orecchie sento ancora il grido di Minsc: «Go for the eyes Boo, go for the eyes!”

12 commenti

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  1. Baldur’s Gate!!! quanti ricordi! li ho ancora tutti, compresi Icewin Dale e Neverwinter…quante ore passate a sistemare il personaggio e tutta la compagnia, fare calcoli per vendere armi e prenderne di migliori…quante volte ho fatto mattina rimanendo attaccato al gioco dicendo “arrivo laggiù, salvo e stacco” e invece continuavo fino a tardi 🙂 non rifaranno più giochi così belli e curati nei minimi dettagli.

    1. Io mi sono ripromesso di rigiocare tutta la serie un giorno, ma voglio fare solo quello per 8 mesi! 🙂

  2. Quante ore passate attaccato al pc ad esplorare i dungeon con il mio mago Wolfighter. Se c’era una cosa che detestavo erano i Mind Flayer! 😉

    1. Io i vampiri del secondo. Poi lì giù c’era anche un dannato bug che ti faceva saltare la quest con la vedova Jaheira…

        • Gian_74 il Febbraio 9, 2012 alle 2:21 pm

        Uh è vero, i vampiri! Che odio! Ma come fai a ricordarti tutto?

      1. Lì tra i vampiri se ti ricordi, trovavi anche Drizzt, Wulfgar, Cattie Brie e Bruenor 🙂 Mi ricordo molto, non tutto, perché ci passai un sacco di tempo, ignorando qualsiasi altro gioco 😀

  3. Ho sempre preferito Planescape: Torment, ma Baldur’s Gate segna per me un’estate di alcuni anni addietro in cui io e mio fratello ci alternammo al PC quasi ininterrottamente per vedere chi sarebbe arrivato in fondo per primo.
    Baldur’s Gate 1 e 2, le espansioni, gli extra… praticamente un universo .
    E poi, proprio l’estate scorsa, i due titoli per Playstation – che non sono affatto male, ma sono parte di una trilogia interrotta.
    Bei tempi, non li fanno più così (o se li fanno, non girano su Linux).

    1. Mi consolai un po’ con Icewind Dale anche se era più azione e meno storia. Se qualcuno sapesse usare l’Infinity e ci si mettesse sopra…

  4. Questo si chiama colpire al cuore…
    Baldur Gate… oddio, non so quante ore ho passato davanti allo schermo, cercando di risolvere una quest o solo facendo px. Questi sono “Giochi”, quelli veri, che lasciano un segno e non li si dimentica facilmente.
    E, cosa ancora più importante, sono opere che mostrano quanto di buono si possa fare, in ambito videoludico, anche senza appoggiarsi a grafiche altisonanti e plot mirabiliosi!
    Basta una buona idea, persone che hanno voglia di creare qualcosa di buono, e le cose vengono fuori…
    Basta pensare che uno dei capitoli più belli della saga di Final Fantasy rimane il quinto, con la sua grafica pixellosa e le palette di colori a 16 bit…
    Cmq ho ancora tutto, espansioni comprese. Se vuoi facciamo una gara e vediamo chi arriva in fondo per primo! 🙂

    1. Go for the eyes Boo 🙂 Il mio sogno sarebbe sempre stato quello di giocarlo in lan, anche se ancora oggi non capisco come funzionerebbe 🙂

    • agiantis il Febbraio 9, 2012 alle 7:19 pm
    • Rispondi

    Gioco veramente spettacolare per l’epoca, magari ne facessero ancora cosi!
    La voglia di rigiocarci rimane sempre alta, ma come dici tu ci vorrebbero veramente 8 mesi per ricompletare tutto!

    1. È sempre il numero 1!

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