Stavo per scrivere un post abbastanza caustico, forse perché vedere i miei connazionali trasformarsi di nuovo in politici da bar sport, o per l’insistente invito alla depressione dei media, o peggio ancora chi sta lì a lagnarsi per ogni cambio di stagione. Poi alla fine entro in casa, cerco di non far mulinare le lame boomerang almeno qui e mi metto alla tastiera. Tutto sommato vedo e rivedo girare i soliti discorsi, le solite banalità, i soliti isterismi di massa. I soliti palloni.
Allora cosa faccio? Chiudo gli occhi e visualizzo un posto speciale. Vi
racconto come l’ho scoperto. Anni e anni fa, e non vi dico quanti così non mi fate i conti in tasca, ero su in collina dalle parti di Reggio, nell’unico locale estivo in cui si poteva ascoltare musica decente. Attenzione, quel locale adesso, da almeno 5 anni, è un buco di commerciale da paura, roba che l’ultimo anno che l’ho frequentato mi ero ripromesso di non ripetere l’esperienza. Nell’anno che dico io invece, era un posto regolare, dove trovavi gli amici invernali che si affollavano dentro il mitico nonché mitologico Oasis di Sassuolo.
Per farla breve, mi viene il singhiozzo, uno di quelli fastidiosi che non ti lasciano bere la birra in pace. Allorché un mio simpatico amico, mi propose un sistema. Mi disse di trattenere il fiato e chiudere gli occhi. Forse ero un po’ su di giri e non pensai male, tant’è che il rimedio consisteva in un pugno alla bocca dello stomaco. Dal carattere che ho, in un’altra occasione avrei atteso di riprendere fiato e dopodiché avrei fatto volare il simpatico ometto dalla collina, letteralmente. Invece persi i sensi per pochi secondi e credo ancora oggi di aver fatto una specie di sogno. Il posto mi era sconosciuto, con un laghetto e un montagna, il bosco alle spalle. Il tutto durò pochissimo, a detta di chi mi vide mettermi a sedere, quasi un battito di ciglia. Lo ringraziai perfino per la visione di quel posto. Lui che credeva di essere stato spiritoso, ci rimase di sasso.
Tutto ciò per dire? Beh, che la cosa che desidero di più in questi momenti frenetici e grigi, è di trovarmi là sulla riva del lago, insieme alla mia famiglia. E mentre loro giocano, riposano o altro, mi metterei seduto su uno sgabellino di legno a lucidare il mio dorodango.
E per chi non sapesse cos’è un dorodango i casi sono due: o cercate in rete o tornarmi a trovare.
14 commenti
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ma alla fine ti è passato il singhiozzo? comunque, sogno o non sogno, un volo giù per la collina non glielo toglieva nessuno dopo un pugno nello stomaco 😉
era la collina del mitico Rockville? oltre alla musica si stava anche belli freschi 🙂
se il dorodango è quella roba che ha in mano il tipo, sembra la pallina che si porta in giro lo stercorario 😉
Yes, you made, era il Rockville 🙂 E per la pallina, beh, lo stercorario ha delle cattive abitudini…
ahahah non dovrebbe essere difficile fare un dorodango, ci vuole tempo e pazienza 😉
La pazienza c’è, è il tempo che manca 🙂
No, adesso tu m devi dire che diavolo è il dorodango.
E anche se il pugno nello stomaco ha qualche utilità nel far passare il singhiozzo 😀
Il singhiozzo è passato, ma sconsiglio il metodo. Invece per il dorodango devi aspettare il mini special 🙂
Se un singhiozzo passa con un pugno nello stomaco, non oso immaginare cosa fate dalle tue parti per curare un influenza…
Prova a cercare nel web il Lago di Lot (non quello di Sloth!) a Valtournenche in Val d’Aosta mi sembra corrisponda. Ci ho passato molti estati con i miei e ci sono tornato un paio di anni prima di metter su famiglia. Chissà, magari c’è qualcosa che ti attende.
http://it.wikipedia.org/wiki/Lago_di_Loz
http://digilander.libero.it/tapazovaldoten/lago_lod_lot_antey.html
Era il lago di Loz quello di cui ti parlavo, ricordavo male, ma c’è anche quello di Lot!
Quello che dico io era in un posto dal clima temperato. La Val D’Aosta mi sembra un tantino più fredda. Però magari ad attendermi c’è il laghetto, il relax e la terra giusta ;-D
Da pacifista non avrei risposto al pugno, ma dato così, alla traditora, davvero è una bastardata estrema! 🙂
Cmq, mentre facevo il servizio militare, anch’io ho avuto un’esperienza simile, provocata però dalla stretta della sciarpa che portavo al collo.
Beh, mi è sembrato di vivere un tempo lunghissimo e di quei momenti ho solo vaghi ricordi, e quando ho riaperto gli occhi mi hanno detto che erano passati solo pochi secondi. però ero stravolto, disorientato, come quando si dorme parecchio e ci si risveglia senza sapere nemmeno che ore sono.
Ah, io so cos’è un dorodango e prima o poi ne farò uno! 😀
Io invece che di pacifista ho ben poco, mi stupisco ancora di non aver ricambiato il favore. Per il Dorodango, attendo di vedere il tuo allora. Magari quest’estate se sarò in ferie ne farò uno, davanti al Secchia però 😀
Che belli i dorodango. 😀 Bella anche la visione del laghetto. Chiamerò Giacobbo per indagare e il Cicap, perché l’indagine sia controllata. 😀
Due parole, il tema, in particolar modo i bordi arrotondati, è fighissimo. È il pattern, ovvero lo sfondo, che fa…
Eccomi, sono rientrato ora 🙂 Quando ci mettiamo a fare un progetto dorodango collettivo?