Giornata mondiale della poesia. Oggi, 21 marzo 2012. Io non lo sapevo, l’ho letto per caso. In verità la poesia mi piace in misura molto contenuta. Ci sono di quelle che mi hanno preso, altre che non mi hanno detto nulla. In linea di massima, difficilmente ne leggo. Però, alcuni autori, tra cui Yeats, mi hanno segnato dalla prima volta che li ho incontrati. Bene, taglio corto. Posto questa che è da sempre la mia poesia preferita per eccellenza. Godetevela.
He Wishes for the Cloths of Heaven- William Butler Yeats
Had I the heavens’ embroidered cloths,
Enwrought with golden and silver light,
The blue and the dim and the dark cloths
Of night and light and the half-light,
I would spread the cloths under your feet:
But I, being poor, have only my dreams;
I have spread my dreams under your feet;
Tread softly because you tread on my dreams.

William Butler Yeats
Se avessi il drappo ricamato del cielo,
intessuto dell’oro e dell’argento e della luce,
i drappi dai colori chiari e scuri del giorno e della notte
dai mezzi colori dell’alba e del tramonto,
stenderei quei drappi sotto i tuoi piedi:
invece, essendo povero, ho soltanto i sogni;
e i miei sogni ho steso sotto i tuoi piedi;
cammina leggera, perché cammini sui miei sogni.
11 commenti
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Sì, niente da dire, rimane una poesia stupenda. Io quoto Montale e il suo dignitoso, profondo, struggente desiderio d’essere un uomo
Autore
Io e Yeats ci siamo sempre capiti. Anche Keats ha qualcosa che mi piace, e Baudelaire chiude il cerchio.
P.S. Dopo questa poesia tra l’altro facevano fuori il Cleric…
Peccato che non sia a casa e che la mia memoria faccia acqua, mi sarebbe piaciuto condire il post con un’altra povesia. Di Emily Dickinson. Domani, magari, anche se è un peccato averlo scoperto tardi (dal telegiornale)
Alice di Dickinson mi ricordo: “Non bisogna essere una casa, per essere infestati” Una gran donna.
si, mi fa una malinconia.. ha avuto una vita così breve e apparentemente insulsa, mentre dentro aveva un mondo.
Autore
Vedeva anche un altro mondo
Autore
Ahi- ahi 😀 Attenderò
cammina leggera, perché cammini sui miei sogni.
God… che meraviglia…
Autore
Yeats sapeva il fatto suo 😀
In ritardo:
Ecco la poesia che mi ha intasato il cuore.
Pensa l’ho anche messa in musica.
Dannazione se solo sapessi suonare, se solo sapessi cantare 🙁
Un bimbo e sua zia alle prese con il dolore.
STEFANO BENNI – ZIA
Sono stanca, hai detto
levandoti il camice
così piccola, di colpo
con le scarpette di gomma
nei corridoi silenziosi
dove è padrone il dolore
La testa china su una cartella
pressione azotemia glicemia
i miei giochi di parole
per farti ridere
e portarti via. Zia. Non posso
devo finire
gli alberi sono rossi di sole
stanotte forse muore
la camera cinquantotto
e noi decidiamo se andare al cinema.
La mia malattia
è la tua. Il dolore
degli altri non si stacca
dalla pelle
nè lasciando un camice
nè finendo una poesia
e sono stanco, anch’io
che non salvo vite
e non curo ferite
neanche le tue e le mie.
Autore
Stefano Benni non mi è nuovo