Curiosa avventura quella per reperire questo doppio volume, ormai introvabile. Stampato nel 1982 da Mondadori, curato da Gabriella Agrati e Maria Letizia Magini, è stato rincorso dal sottoscritto per anni, finché non l’ho trovato su e-bay. La cosa divertente, fu di leggere che il venditore abitava a 5 chilometrida casa mia. Beh, non ho tardato a procurarmelo e a togliermi finalmente la curiosità di leggere che cosa contenesse questa raccolta gallese, comprendente 11 racconti. Questo almeno nel primo volume, in quanto il secondo è incentrato sulla figura di Cu Chulainn. Sono sempre stato amante della mitologia celtica e di quella delle isole britanniche, e questo volume non poteva mancare. Vi dirò, sono anche pienamente soddisfatto dell’acquisto, alla luce del fatto che pochi anni fa è uscita una versione romanzata del Mabinogion, a cui non mi sono nemmeno voluto avvicinare.
Ma la vera sorpresa, è stato ritrovare alcune avventure del buon Re Artù di Camelot, qui in veste più realistica che mai. Partiamo dal fatto che non è presente Lancillotto, che troviamo invece nella versione di Chrétien de Troyes, vera e propria rivisitazione romantica delle gesta dei cavalieri della tavola rotonda. Quello che mi ha colpito, è stato trovare un re Artù dannatamente umano e in linea con l’epoca, a volte perfino pigro, a volte sanguinario e poco riflessivo. Ora, sono passati anni da quando lessi questi volumi, ma stasera mi è tornato alla mente facendo ascoltare a mia figlia la gloriosa sigla del cartone di King Arthur. “Nobile di cuore, puro di pensieri”, dice la canzone. E in effetti è così in fondo anche l’Artù dei racconti, se siamo capaci a contestualizzarlo con l’epoca in cui è stato scritto il ciclo.
Se volete avere altre notizie sul Mabinogion originale, preparatevi, perché in rete è quasi scomparso per lasciare il posto alla serie di Evangeline Walton, forse più commerciale dell’opera originale. Personalmente, forse anche perché abituato a leggere questo tipo di letteratura, i Mabinogion originali non mi sembrano così oscuri e difficili come raccontato dalla Walton, quasi volesse trovare una scusa per aver romanzato e trasformato un’epopea antica in un ciclo fantasy. È un po’ come se qualcuno facesse una versione light e fatta di sorrisi e buoni sentimenti, del Beowulf. Cosa dite, lo hanno già fatta?
I racconti del Mabinogion
Pwyll, principe del Dyvet
Branwen, figlia di Llyr
Manawyddan, figlio di Llyr
Math, figlio di Mathonwy
Il sogno di Maxen
Lludd e Llevelys
Culhwch e Olwen
Il sogno di Ronabwy
La Dama della Fontana
Peredur, figlio di Evrawc
Gereint ed Enid
Il secondo volume, parla invece di Cu Chulainn, eroe semidivino, quasi un Ercole celtico. Passa la sua infanzia prendendo il posto di un cane del fabbro Culainn, che ha ucciso nonostante la giovane età. Per questo viene ribattezzato Cu Chulainn-Il Segugio di Culainn. Appena adolescente, difende la sua terra dagli eserciti nemici. Da questo episodio in poi, la sua vita sarà impegnata sul campo di battaglia, destino che lo porterà a una morte tragica. Vi consiglio anche questa saga.
La saga irlandese di Cu Chulainn
La nascita di Conchobor, re dell’Ulaid
La nascita di Cu Chulainn
L’infanzia di Cu Chulainn
Cu Chulainn corteggia Emer
La morte dell’unico figlio di Aife
La gelosia di Emer
Il festino di Bricriu
La razzia del bestiame del Cuailnge
La morte di Cu Chulainn
4 commenti
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Povero Cu chulainn, fa proprio una brutta fine xD
Autore
Sì, poteva morire di vecchiaia se fosse stato più furbo 😀
I Mabinogion li ho letti nelal versione della Walton e mi erano piaciuti parecchio, ricordo però una delusione inaspettata con Cu Chulainn.
Autore
Non ce l’ho fatta a leggere quella versione. Chissà, magari fra qualche anno mi convincerò a farlo.