Gli oggetti sono nostri schiavi o il contrario? Me lo stavo chiedendo oggi. Se dobbiamo spostarci, come sta accadendo alla maggior parte delle persone dell’Emilia, ci renderemo subito conto che le cose a cui siamo legati, ci tengono legati nel senso letterale della parola. Anche durante un trasloco ci accorgiamo della mole di scatole che dobbiamo preparare e spostare, la maggior parte delle quali contengono cose che forse non usiamo mai. Eppure ce le portiamo dietro.
Il fattore possesso diventa quasi un’ossessione, impedendoci di essere sereni se veniamo separati dalle nostre cose. I soprammobili sono una delle cose più curiose. Li disponiamo con cura, per mostrare agli altri quali siano i nostri gusti, per far capire chi siamo e, infine, per addobbare la nostra casa e fare in modo che sia una nostra estensione. Nel caso un evento straordinario arrivi a turbare la nostra tranquillità, gli oggetti diventano un peso gravoso da spostare, recuperare e mettere al sicuro. Naturalmente al più presto, onde evitare notti in bianco pensando a qualche malfattore che ce ne separi.
Spostare insomma le nostre vite diventa sempre più difficile. Abbiamo vite ingombranti, valigie e scatole di oggetti, elettrodomestici e altre cose. Nonostante riusciamo a renderci conto di ciò, soprattutto se viviamo in ambienti sempre più stretti, vogliamo rifiutare di alleggerirci di cose. Esiste perfino un rifiuto alla semplificazione della lettura, e qui non mi voglio ripetere e dilungare sul discorso, ma dovremmo iniziare a concepire un futuro ibrido della lettura e della fruizione di musica e film. Oggi ho preso con me il mio fido Iomega, il mio lettore ereader, un pc portatile e via. Potrò continuare a vivere facendo le solite cose, portandomi dietro una sportina, al posto di 4 cartoni tra libri di scorta, dvd e lettore blu ray e altri ammennicoli. Si fa di necessità virtù.
In queste occasioni, mi torna sempre alla mente la canzone Society di Eddie Vedder, specialmente il passo che dice
“I think I need to find a bigger place ‘cos when you have more than you think you need more space”.
Niente di più vero. Sogniamo case sempre più grandi per contenere tutte quelle cose, ma poi alla fine ci dobbiamo accontentare di60 metri quadri quando siamo fortunati. E qui la virtù non c’entra più nulla.
In conclusione, non possiamo farci nulla, dobbiamo avere, dobbiamo possedere, perché un po’ di noi si rispecchia negli oggetti e loro sembrano darci sicurezza. Sbaglio?
8 commenti
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Il possesso, forse, ci da la certezza di esistere, quando non siamo capaci di affermare autonomamente la nostra esistenza. Ma è anche un modo di esprimerci, come dici tu: è molto bella l’immagine delle cose messe lì per dire agli altri chi siamo e quali sono i nostri gusti; è verissimo. E non è solo il fatto di avere cose in quantità maggiore quando posso condensarle: non cambia avere 500 libri di carta difficili da gestire e trasportare, oppure un ereader con 500 titoli: si tratta sempre del possesso di qualcosa. Il “cosa” può forse dipendere dalle possibilità (se io avessi le possibilità economiche e una casa enorme, probabilmente avrei ancora migliaia di libri) ma il possesso in sé degli oggetti è qualcosa che fa parte di noi.
Autore
Sono d’accordo con te, e bisognerà accettare un giorno il fatto che i nostri spazi si ridurranno sempre più. Le cose a loro volta diverranno sempre più piccole. Ormai le famiglie sono semi-nomadi, passando da un affitto all’altro, impossibilitate dal doversi comprare un tetto loro. Ma questa è un’altra storia.
Non ti rendi conto di quante cose ci sono in casa sino a che non devi spostarle.
Io ho passato tutti i miei CD, Vinili e musicasette in mp3 e inscatolato gli originali, stessa cosa per i negativi delle fotografie…peccato non poter fare lo stesso con i libri 🙁
Un abbraccio
Autore
Eh Cristiano, come dicevo in Base, ho fatto diversi traslochi in questi anni. Ho visto il peso di spostare le cose, ma anche il peso di doversi disfare di alcune di loro.
già. Quante cose di noi possiamo perdere e continuare a riconoscere noi stessi e le nostre vite?
Autore
Ci sto riflettendo da un paio di anni su questa questione. Magari presto la troverai come considerazione in uno dei miei prossimi lavori.
Va parte della natura umana volere le cose. Un filosofo si è costruito la sua storia letteraria.
Cosa saremmo senza niente.
Anche chi predica il distacco dalle cose in fondo vuole solo la propria anima
🙂
Autore
Belle considerazioni Ferru, davvero 🙂