Qualche giorno fa, spinto da un’idea o forse giusto per il gusto di fare un giro in auto, sono andato a vedere le case dove ho vissuto precedentemente. Volevo vedere se avevo forzato la mano al destino trasferendomi, ritrovandomi ora in posizione alquanto incerta. Mi sono diretto per prima cosa nella casa in cui ho vissuto dal 1982 fino al 2004 per vedere in che condizioni fosse, poi all’appartamento in cui vivevo fino a due anni fa, in centro. Il risultato è stato questo.
Mirandola. Frazione Cividale.
La casa in cui è nato e cresciuto mio padre. Almeno in parte diciamo. La sezione vecchia, che vedete nella foto, era della mia famiglia fin dai tempi del mio bisnonno, poi passò al figlio, mio nonno Gregorio. In seguito, mio padre acquistò e ristrutturò la parte frontale, appartenuta sempre a parenti. Dopo varie peripezie, ci siamo trasferiti tutti, io per ultimo. Beh, la parte vecchia è crollata, soprattutto nella zona posteriore. Il tetto è inesistente e il muro è esploso fuori. Per le norme attuali, io non avrei logicamente potuto rimanere all’interno nemmeno della casa più recente, che sembra intonsa. Risultato: all’acqua.
Novi di Modena- Rovereto s/S- via Guido Rossa
Una palazzina di appena 10 anni, composta da 6 unità abitative di buona fattura. Bella davvero da vedere, in un quartiere residenziali, di quelli insomma di chi ha qualche migliaio di euro in più di altri. L’appartamento, 90 mq, me lo trovò mio padre. Il proprietario, la moglie e il figlio, li ho sempre considerati dei signori, gentili ed educati. Un caso raro di persone che non entravano senza chiedere permesso, asserendo che quella era casa mia, non loro. Ho guardato un po’ con nostalgia quel balcone, vedendo purtroppo serie crepe a “ragno” sotto l’appartamento in cui vivevo. Risultato: all’acqua
Novi di Modena- Rovereto s/S- via Provinciale Motta
L’ultima casa, quella in cui vivevo attualmente. 120 mq di cui mia moglie s’innamorò subito. Sapevo dal suo sguardo, che nessun’altra casa sarebbe stata presa in considerazione. Tre camere, un ampio salone, una cucina enorme, un ripostiglio e un bagno. Si stava davvero bene lì. Ora è seriamente compromessa, come sapranno i lettori del mio blog. Siamo in attesa della decisione del padrone di casa, perché se decidesse di sistemarla, noi rimarremo lì. Risultato: all’acqua.
5 commenti
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le mie speranze sai in che direzione vanno, quindi non penso ci sia bisogno di ridirlo.
Per il resto, beh vedere i luoghi in cui si è cresciuti, in cui si è vissuti per anni, distrutti o comunque irrecuperabili lascia un bell’amaro, lo capisco perché anch’io mi sono ritrovato a guardare una casa che avevo adorato venir distrutta, ma in quel caso si trattava di ricostruire qualcosa di nuovo…
Un abbraccio…
Autore
L’unica mia speranza è quella di essere a Natale dentro casa mia. Sarebbe un bel regalo!
Sai che io a Cavezzo non ho coraggio di andare?
Lì è nata mia madre, le mie zie, il mio papà.
Io ho sangue Cavezzese e mi sento cavezzese oggi più che mai.
All’acqua non sarete mai, mai.
Autore
Si deve solo sbloccare questa dannata situazione di stallo!
Parlando con gente del settore, ho capito che ha fatto più danno la normativa che il terremoto. E i responsabili di queste porcate, purtroppo, dormono e continueranno a dormire sonni tranquilli…