Red light in my Eyes

La cosa peggiore che mi possa capitare, è di dover dipendere da altri. Dover attendere consensi, risposte, decisioni, qualsiasi cosa che non sia nelle mie mani, ma in mano di qualcun altro. La cosa più snervante che devo subire, sì, perché per me è una violenza.
Avete presente quando dovete aspettare un “sì” da un amico per uscire il sabato?
Avete presente quando dovete aspettare che gli altri decidano dove andare?
Avete presente quando dovete aspettare che si decida quale film andare a vedere?
Avete presente quando attendete una risposta dopo un colloquio di lavoro?
Avete presente il classico sì o no per un finanziamento?

Oh yeah!

Qui ho citato qualche esempio, quelli forse più comuni. Io, da quasi 10 anni ho cercato di tenere lontane queste cose. Delle risposte della gente, che il più delle volte se ne frega e pensa ad altro, non ne voglio aspettare, voglio agire per conto mio, farlo subito e non dopo.
“Poi vediamo”, ti dicono. Poi vediamo cosa, cazzo? O sì o no. Il forse mi fa rabbia, la mia ira monta come panna da dolci. Divento nervoso, instabile, anche se cerco di mantenere la quiete più a lungo possibile. Da ragazzino, avrei chiamato mille volte per avere una risposta. Ora no. Ora attendo, chiamo una volta, attendo ancora un po’, poi i casi sono due: o mi arrangio e non mi faccio più sentire, o mi incazzo. Se arrivo al livello incazzatura, diventa seria la cosa. Penso sempre più che l’essere umano NON voglia andare d’accordo con i simili, non gliene frega un cazzo.

Oggi mi ritrovo ad avere atteso due mesi una risposta. Quella risposta è stata cambiata almeno 1 volta al giorno. Ora mi sono mosso IO, per conto mio. Siamo purtroppo oltre la soglia, quella del disco nero che mi si para davanti agli occhi. Difficile tornare indietro.
E mi viene sempre in mente quel pezzo dei Children of Bodom

Hate… I can’t control it anymore,
see the red light more and more
Trapping you in destroying despite
by the red light in my eyes

10 commenti

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    • Alice il Luglio 27, 2012 alle 8:05 am
    • Rispondi

    Temo di capire a cosa ti riferisci, pertanto da parte mia non sentirai certo un “daii, porta pazienza”. Hai fatto bene, lè.

    1. E sto procedendo 🙂

    • teo il Luglio 27, 2012 alle 8:55 am
    • Rispondi

    in questo mi trovi assolutamente daccordo con te, e in queste situazioni direi che siamo più o meno uguali.
    io, forse ho più pazienza, provo ad aspettare una risposta, magari richiamo per una conferma, ma se mi si chiude la vena sono cazzi amari.
    col tempo ho imparato a non chiedere più niente, quando chiamo o mi chiamano, io informo: “stasera sono al Vampy” o “stasera sono all’evento dark/metal” punto. se venite ci si trova dentro altrimenti ballo, bevo e mi diverto lo stesso.
    ho già passato troppo tempo ad aspettare risposte o decisioni, che arrivavano talmente in ritardo che l’alternativa era una serata in casa…no grazie, non ci sto più

    1. Io vado e basta. Tanto qualcuno ha sempre qualche rimostranza o cambio di programma.

  1. Capisco benissimo a cosa ti riferisci, hai fatto benissimo.

    1. E vado di affondo dopo oggi 😀

  2. Io sono indeciso per natura, ma comprendo e ti capisco…
    Vai e non fermarti, sicuramente non ti pentirai delle scelte fatte! 😀

    1. Al massimo mi sono pentito di aver aspettato troppo

  3. E’ la verità, adeguarsi ai ritmi e alle indecisioni altrui è provante.
    Di più è frustrante.
    Ma riguardo alla tua prima frase: “La cosa peggiore che mi possa capitare, è di dover dipendere da altri.”
    Il matrimonio e un figlio sono la cosa peggiore che possa capitare. Inevitabilmente si dipende da loro, si perde agilità, a volte il sonno e sicuramente la libertà di non chiedere mai.
    Sfugge pure la bestemmia in certi frangenti, ma non è tutto (per fortuna), altrimenti non si resisterebbe sotto tutte le prove che un impegno così grande ci mette davanti.
    Per me hai più pazienza di quella che scrivi e capisco benissimo il tuo sfogo: quando a rompere i coglioni sono persone che non hai scelto.
    Andrea

    1. Guarda, mia moglie e mia figlia creano con me una sinergia e un’intesa tale, che non ci sono mai problemi. Capita invece spesso che siano le persone al di fuori della cerchia famigliare a darne.

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